un incontro estremamente complicato al G7 – .

un incontro estremamente complicato al G7 – .
un incontro estremamente complicato al G7 – .

Alla vigilia dell’incontro bilaterale più atteso di Papa Francesco al G7 di Borgo Egnazia, quello con il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, il Vaticano ha pubblicato il Messaggio di Francesco per la Giornata mondiale dei poveri, con un ricordo che è una frustata contro guerra . Perché è di guerra che Francesco viene a parlare in Puglia, in dieci faccia a faccia con capi di Stato e di governo, oltre a tenere un discorso sui rischi dell’intelligenza artificiale e sulle sue applicazioni nell’industria degli armamenti.

«La violenza causata dalle guerre – scrive Francesco – mostra chiaramente quanta arroganza spinga coloro che si ritengono potenti agli occhi degli uomini, mentre sono miserabili agli occhi di Dio. Quanti nuovi poveri produce questa cattiva politica basata sulle armi, quante vittime innocenti!” . Con queste premesse, l’incontro con Biden si preannuncia molto diverso da quello avvenuto in Vaticano il 29 ottobre 2021 per la visita ufficiale del presidente cattolico d’America, a un anno dalla sua elezione.

La luna di miele di Francis con Biden è durata solo pochi mesi. Poi si è aperta la spaccatura della guerra scatenata da Mosca in Ucraina. In un’intervista al Corriere della Sera, già il 3 maggio 2022, il Pontefice aveva espresso il suo pensiero chiaro e chiaro, e cioè che la Russia era stata provocata, che la Nato abbaiava alle porte di Mosca. Negli ultimi due anni il Vaticano è apparso a Washington come troppo permeabile alla Russia. Di certo Francesco non si stanca di ricordare nella preghiera “la martoriata Ucraina”, e il primo capo di Stato che vedrà oggi sarà Volodymyr Zelenskyj. Ma i rapporti altalenanti con il Patriarcato di Mosca, e la necessità strategica per il Vaticano di tenere la porta aperta con il Cremlino, dopo quella quasi totale con la Cina che sarà ufficializzata il prossimo ottobre, hanno influenzato pesantemente la diplomazia vaticana, il cui impegno umanitario , con il cardinale Matteo Zuppi, è riuscito a riportare a casa solo un piccolo numero di bambini ucraini rapiti dai russi, sugli oltre 20mila trasferiti forzatamente in Russia.

Proprio nei giorni del secondo anniversario della guerra, Francesco si è spinto oltre, arrivando a chiedere a Kiev di alzare rapidamente bandiera bianca in un’intervista alla tv italo-svizzera riuscita con tempismo davvero problematico. Registrato il 2 febbraio 2024, è stato “lanciato” dall’emittente più di un mese dopo, il 9 marzo (nonostante la messa in onda fosse prevista per il 20 marzo), pubblicato integralmente su Vatican News. Aspettavamo il momento propizio che si adattava perfettamente alla pressione militare, mediatica e diplomatica che in quei giorni circondava Kiev: in concomitanza con l’avanzata della campagna militare di Putin che procedeva a ritmo accelerato, gli aiuti militari americani rallentarono in modo improbabile a causa della Camera a guida repubblicana, ovvero guidata da Donald Trump, ormai sicuro della candidatura alle presidenziali e altrettanto sicuro di ottenere la pace in Ucraina in pochi minuti, alle condizioni di Mosca, ovviamente. Il Papa, forse inconsciamente, forse no, si è lasciato “usare” dal programma culturale “Cliché” della televisione svizzera. «A volte mi usano», ha confessato più di una volta Francesco.

Una situazione complessivamente insoddisfacente per gli Stati Uniti. Intanto, il 30 maggio, l’ambasciatore americano presso la Santa Sede Joseph Donnelly ha annunciato che il suo incarico terminerà l’8 luglio, lasciando l’ambasciata vacante a un incaricato d’affari, ben oltre il periodo delle vacanze estive, proprio nel momento più delicato della crisi transizione a Washington e il voto di novembre per eleggere il nuovo presidente che, va ricordato, entrerà in carica solo il 20 gennaio 2025.

È un “inserimento” nella campagna elettorale americana quello che Biden ha visto, oltre che per la guerra in Ucraina, anche nel caso della parola “aborto” nella dichiarazione finale del G7 sotto la presidenza italiana di Giorgia Meloni, e che secondo il ministro Francesco Lollobrigida sarebbe stato stralciato dal testo per rispetto di Francesco. Secondo il Washington Post, Biden ha minacciato di farla saltare, ponendo il veto americano. Non sembra un caso che la questione sia stata subito commentata dal consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jack Sullivan, il quale ha dichiarato che il presidente non farà marcia indietro sui diritti. Poi la questione venne risolta con espedienti lessicali tipici delle convergenze diplomatiche, ma la vicenda fu vista alla Casa Bianca non come una petizione di principio, quanto piuttosto come un nuovo tentativo di ingerenza nella campagna presidenziale, tanto che allo scoccare del mezzanotte in Italia Lo stesso Biden ha lanciato un commento sull’aborto a livello nazionale. La posta in gioco non potrebbe essere più alta per le donne in tutta l’America”. E il voto delle donne potrebbe decidere le elezioni.

«Il Pontefice è felice che io sia un buon cattolico», un cattolico «in regola», ha detto Biden parlando ai giornalisti della Casa Bianca che lo hanno seguito a Roma nella sua visita in Vaticano. Alla domanda se fosse stata discussa la questione dell’aborto, il presidente americano ha risposto “no”, ma ha riferito che il Papa (nel loro incontro “one to one” di 90 minuti, record di 90 minuti) gli aveva detto che avrebbe dovuto continuare a ricevere la comunione . Non un ateo devoto, quindi (come le personalità italiane e straniere che affollarono la scena vaticana all’epoca del pontificato di Benedetto XVI) né quello che in Italia si definirebbe un cattolico “adulto”, di centrosinistra. Viene cioè accusato presumibilmente di separare fede privata e azione politica. Aggettivo che, del resto, non è mai toccato al cattolicissimo Giulio Andreotti, che da presidente del Consiglio italiano ha addirittura firmato la legge 194 sull’interruzione di gravidanza (e nessuno ha mai pensato di negargli la Comunione che ha ricevuto proprio dalle mani di San Giovanni Paolo II, il Papa amato da Giorgia Meloni).

 
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