Respinta la revoca degli arresti domiciliari a Toti, le idee diverse di Mulè e Pirondini – Primocanale.it – .

GENOVA – Poche ore dopo è arrivata la notizia dalla Procura, con la richiesta di revocare gli arresti domiciliari per il presidente (sospeso) Giovanni Toti, respinto dal gip Paola Faggioni, le reazioni politiche continuano. L’esito era già stato reso noto dopo il parere negativo dei pm Monteverde e Manotti. Nell’ordinanza di rigetto si precisa che la decisione assunta nasce dal rischio di reiterazione del reato e di inquinamento delle prove. Sul primo rischio, «a differenza di quanto sostiene la difesa, il fatto che si siano ormai svolte le competizioni elettorali europee dell’8 e 9 giugno 2024 non significa che sia venuto meno il rischio di reiterazione di simili condotte criminose». Da Roma sono intervenuti il ​​vicepresidente della Camera Giorgio Mulè e il senatore del Movimento Cinque Stelle Luca Pirondini. Per l’esponente di Forza Italia, il presidente Giovanni Toti “deve decidere autonomamente se è in grado di governare e amministrare la Liguria: se è completamente convinto di fare il bene dei liguri, se pensa che i lavori possono andare avanti, allora non dovrebbe dimettersi”. Al contrario – continua Giorgio Mulè – “se ritiene che la sua permanenza in stato di restrizione possa fermare l’azione amministrativa della Liguria, trarrà lui stesso le conclusioni. Ma attenzione a non lasciare che sia la magistratura a dirci cosa bisogna fare“.

Il senatore del Mov5 Luca Pirondini, che si associa alla forza di minoranza, è duro e ha un’opinione completamente opposta in Liguria e chiede le dimissioni di Giovanni Toti. “Da sei settimane la Liguria vive un incubo, un paradosso, un’anomalia: arrestato un presidente regionale, ai domiciliari, che non si dimette. Una vicenda, quella che ha portato all’arresto di Toti, che tocca temi come la presunta corruzione, il presunto voto di scambio politico-mafioso e si estende alle intercettazioni telefoniche dalle quali sembrerebbe che dati falsi sui contagi Covid durante la pandemia potrebbero essere stati comunicati da la Regione Liguria – spiega Luca Pirondini attraverso il tuo profilo Facebook -. Una vicenda di cui gli esponenti regionali del centrodestra dovrebbero vergognarsi e per la quale avrebbero dovuto già dimettersi, dimostrando un minimo di decenza e rispetto per le istituzioni. E invece no, festeggiano che loro soli si sono salvati dalla mozione di sfiducia delle minoranze, attaccano i magistrati, attaccano la minoranza e ricevono ordini da un presidente agli arresti domiciliari».

C’è poi un attacco diretto, quasi rivolto al premier Giorgia Meloni, rea di non essersi imposta alle dimissioni del presidente Toti. In tutto questo Giorgia interviene solo per dire ‘Toti decide’ dimostrando che disciplina e onore sono solo due parole con cui prendere in giro chi si illude che questo sia il giusto e non un comitato d’affari. Toti, dimettiti. I consiglieri regionali coinvolti nelle indagini si dimettono – prosegue Pirondini -. Giorgia, fingiti presidente del Consiglio con un minimo di senso istituzionale e fallo dimettere. Fatelo facendo imitazioni, facendo vocine, facendo smorfie o coprendovi il viso con la giacca, ma fatelo. Aprire. Bussa una volta. Anche perché altrimenti sospettiamo che tu non sia libero di farlo. Dimettiti, libera la nostra terra dalla tua pochezza istituzionale, dalla tua arroganza e dalla tua incapacità. Perché adesso serve serietà per risolvere i problemi che avete creato. Fatti da parte. Toti si dimette”. Insomma, pareri opposti, in attesa di capire le prossime mosse dell’avvocato di Toti, Stefano Savi e il momento di quell’incontro, solo sostenuto, del presidente sospeso con la sua maggioranza.

 
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