Il calo dei tassi ipotecari è l’unica speranza per un mercato immobiliare paralizzato – .

Il calo dei tassi ipotecari è l’unica speranza per un mercato immobiliare paralizzato – .
Il calo dei tassi ipotecari è l’unica speranza per un mercato immobiliare paralizzato – .

Molte famiglie ne cercano uno casa stavano aspettando il primo taglio dei tassi da parte della compagnia Banca Centrale Europea fare bene i conti: capire quali effetti ci sarebbero sui mutui offerti dalle banche e, di conseguenza, definire il prezzo massimo della casa che potrebbero permettersi. La prevista riduzione del costo del denaro è arrivata la scorsa settimana, quando Cristina Lagardepresidente della Banca centrale, ha annunciato una riduzione di 25 punti base del tasso che la Bce applica alle banche private, sceso dal 4,50 al 4,25%.

Le indicazioni sono arrivate ieri dal rapporto mensile dell’Associazione bancaria italiana Sembrano però invitare a non farsi troppe illusioni: l’effetto Bce sui mutui in gran parte si è già verificato. A maggio, secondo le rilevazioni ABI, il tasso medio delle nuove mutui è sceso al 3,61%in lieve calo rispetto al 3,67% di aprile e in forte calo rispetto al 4,42% di fine 2023.

Chissà se basterà a dare nuova linfa al mercato immobiliare italiano, attualmente semi paralizzato perché stretto tra i tassi più alti dell’ultimo decennio e i prezzi delle case che restano su livelli molto alti. Pochi giorni fa ilAgenzia delle Entrate ha pubblicato la nuova edizione del suo Osservatorio del mercato immobiliare, il report più aggiornato sulle compravendite di case in Italia. I dati confermano che l’inizio dell’anno è stato molto negativo.

Gli acquisti domestici erano 154.770, in calo del 7,2% rispetto ai primi tre mesi del 2023: nessuna zona del Paese è stata salvata. Peggio del resto d’Italia è andata il Nord, che rappresenta oltre la metà delle vendite totali, con un calo delle vendite dell’8,5% nel Nord Ovest e del 9,3% nel Nord Est. In difficoltà anche i centri più dinamici: a Milano le vendite sono scese del 13,2% rispetto all’anno precedente, il dato peggiore tra le grandi città (il migliore è il petrolio -1,8% a Bologna). Circa il 70% degli acquisti ha riguardato la prima casa, coinvolgendo quindi famiglie in cerca di una casa in cui vivere.

Ma per comprare una casa, quando non si dispone di un grande patrimonio, è necessario accendere un mutuo e l’aumento dei tassi ha ovviamente scoraggiato molte famiglie. La quota di acquisti di case finanziati con mutuo ipotecario è stata ancora meno del 40% nel primo trimestre (appunto il 38,6%): le famiglie hanno ottenuto mutui per 7,2 miliardi di euro (1,5 miliardi in meno rispetto al primo trimestre dell’anno precedente), con un tasso medio del 3,98%. Numeri che arrivano dopo un 2023 in cui, secondo le rilevazioni della società di informazioni creditizie Crif, la domanda complessiva di mutui è scesa del 17,2%.

Se era concepibile che l’aumento del costo complessivo dei mutui avrebbe costretto proprietari e costruttori a ridurre i prezzi per dare maggiori speranze di successo alle compravendite, ciò non è ancora avvenuto. L’Istat ha calcolato che i prezzi medi delle case, a differenza di quanto accaduto in Europa, è rimasto stabile nell’ultimo trimestre del 2023 con un incremento dell’1,8% rispetto a un anno fa. Anche gli affitti sono diventati più cari, conferma l’Agenzia delle Entrate: i nuovi contratti stipulati nel primo trimestre hanno visto un aumento del canone annuo complessivo del 3,5% rispetto all’anno precedente a livello nazionale (1.482 milioni, ovvero 6.488 euro per abitazione) con una crescita di quasi il 10% (+9,8%) nel caso di Milano, dove il canone medio annuo per i nuovi contratti di locazione è poco sotto i 13.200 euro.

 
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