Il primo atleta palestinese alle Olimpiadi è morto a Gaza perché non poteva ricevere cure – .

Il primo atleta palestinese alle Olimpiadi è morto a Gaza perché non poteva ricevere cure – .
Il primo atleta palestinese alle Olimpiadi è morto a Gaza perché non poteva ricevere cure – .

AGI – Il primo atleta palestinese aver preso parte ad un’edizione di I Giochi Olimpici sono morti giovedì scorso nell’area profughi di Nuseirat, Gaza. Majed Abu Maraheel ha perso la vita all’età di 61 annivittima di un’insufficienza renale sulla quale i medici non hanno potuto intervenire a causa delle condizioni precarie delle strutture sanitarie e dell’ospedale mancanza di medicinali.

In base a quanto ha fatto sapere il fratello a PaltodayTv, non è stato possibile trasportare l’ex atleta olimpico al valico di Rafah per poi trasferirlo in Egitto, dove avrebbe trovato medicinali e strutture adatte a salvargli la vita. Abu Maraheel aveva portato la bandiera palestinese nel Giochi di Atlanta del 1996dove ha partecipato alla 10 km.

La corsa di Abu Maraheel ha aperto la strada a diversi atleti palestinesi e dopo di lui circa 20 uomini e donne nati nella Striscia di Gaza oppure in Cisgiordania e a Gerusalemme Est sono saliti sul palco delle Olimpiadi. Abu Marheel era molto conosciuto a Gaza, anche perché aveva l’abitudine di allenarsi correndo da casa fino al valico di Erez, lo stesso che attraversava ogni giorno per andare a lavorare in territorio israeliano.

Dopo Atlanta subentrò Abu Maraheel carriera da allenatore, mantenendo vivo il sogno di tanti giovani atleti palestinesi. Un sogno diventato realtà per uno dei suoi studenti, Nader el-Masri, anche lui originario di Gaza, che ha preso parte ai Giochi Olimpici di Pechino 2008. Tuttavia, la morte di Abu Maraheel sposta ora l’attenzione sulla mancanza di medicinali e sulla sofferenza che affligge i pazienti affetti da malattie renali. Secondo Euro-Med Human Rights Monitor, sono più di mille le persone che soffrono di insufficienza renale per le quali la mancanza di medicinali e l’impossibilità di accedere alle cure potrebbero rivelarsi fatali.

 
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