Lentigione, processo alluvione. Aipo chiama in causa prefettura e volontari – .

Lentigione, processo alluvione. Aipo chiama in causa prefettura e volontari – .
Lentigione, processo alluvione. Aipo chiama in causa prefettura e volontari – .

Polemiche in seguito alle deposizioni rese dagli imputati nel processo sull’alluvione di Lentigione, avvenuta il 12 dicembre 2017. L’ingegner Mirella è stata la prima a parlare giovedì davanti al giudice Giovanni Ghini e al pubblico ministero Piera Cristina Giannusa. Vergnani, alla guida della direzione Emilia Occidentale di Aipo, è stato chiamato a rispondere all’alluvione accidentale insieme all’ingegner Massimo Valente, già responsabile dell’area Emilia Occidentale e al geometra Luca Zilli. Vergnani ha snocciolato una serie di problematiche: la mancanza di allerta in Aipo da parte della Protezione civile e dei volontari; i bollettini Arpae che hanno sottostimato le previsioni di piena; la convocazione del Ccs (Centro coordinamento soccorso) da parte del prefetto di Reggio Emilia in ritardo rispetto a Parma.

In aula erano presenti rappresentanti del Comitato alluvione di Lentigione e cittadini (Edmondo Spaggiari, Carlo Benassi, Luca Bertolini e Lorenzo Bianchi Ballano). La ricostruzione degli imputati in aula è stata accolta con amarezza per la ‘conferma’ di una circostanza: «Non c’è stata attenzione per la sponda reggiana e per Brescello, tanto che il Ccs – annotano, citando le parole di Vergnani – è stato convocato per la prima volta solo alle 23 dell’11 dicembre».

Bianchi Ballano, volontario della Protezione civile che ha testimoniato all’ultima udienza, ha replicato da lontano: “Si dovevano attivare i volontari, non il contrario”. Mentre Benassi polemicamente chiede: “Se la progettazione dell’argine dipende dall’Autorità di bacino, Aipo non ha finanziamenti se non per lo sfalcio dell’erba sugli argini e nemmeno personale per la sorveglianza, cosa fa Aipo?”. L’ingegnere aveva detto che i progetti degli argini “sono fatti da Aipo sulla base del Pai (Piano idrogeologico) che deve essere aggiornato dall’Autorità di bacino, passaggio che non è stato fatto per mancanza di risorse”. Presente in aula anche il sindaco di Brescello Carlo Fiumicino (il Comune si è costituito parte civile): “Questi disastri non devono più accadere. Non smetterò di segnalare agli organi competenti l’urgenza di intervenire per la pulizia e la manutenzione dell’alveo del torrente Enza”. Il sindaco spezza una lancia a favore della realtà associativa dalla quale Vergnani ha detto di non aver ricevuto segnalazioni prima dell’alluvione: “Esprimo piena solidarietà e sostegno ai volontari che hanno svolto e svolgono un lavoro davvero prezioso e insostituibile”.

Alessandra Codeluppi

 
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