Ortazzo Ortazzino, futuro in bilico. Ieri il primo turno in tribunale. Il giudice: “Trovate un accordo”

Ortazzo Ortazzino, futuro in bilico. Ieri il primo turno in tribunale. Il giudice: “Trovate un accordo”
Ortazzo Ortazzino, futuro in bilico. Ieri il primo turno in tribunale. Il giudice: “Trovate un accordo”

Prima udienza presso il Tribunale civile di Ravenna per la causa intentata dal Parco del Delta del Po contro la società ‘Miura Re spa’ (del gruppo Cpi Real Estate Italia) proprietaria dei 477 ettari dell’area naturale Ortazzo e Ortazzino, per avere la riconosciuto il diritto di acquisire la proprietà, ritenendosi lesa nella procedura per esercitare, due anni fa, il diritto di prelazione. Il giudice, avendo constatato che il primo passo obbligatorio della procedura di mediazione era stato saltato a causa della mancata comparizione della società proprietaria del terreno per un problema tecnico, ha invitato le parti a ricercare una soluzione che potesse portare ad una soluzione fuori luogo accordo del tribunale e fissata la nuova udienza per novembre. Un’indicazione opportuna, proprio per dare la possibilità alle parti di essere rimesse, anche informalmente, nel procedimento che, nel contenzioso civile, deve precedere ogni intervento del giudice.

A questo punto i legali delle due parti, Parco e Miura Re, avranno quattro mesi di tempo per cercare di raggiungere un accordo sul prezzo della cessione dell’area naturalistica: se positivo il caso verrà dichiarato estinto, altrimenti si procederà Spetterà al giudice entrare nel merito della causa, merito che riguarda non tanto il valore quanto piuttosto l’esistenza del diritto, rivendicato dal Parco, di esercitare il diritto di riscatto affermando che, in occasione del primo vendita, avvenuta nel novembre 2022, da Immobiliare Lido di Classe a Cpi Real Estate Italia, la società venditrice non aveva seguito dettagliatamente l’iter di comunicazione affinché l’Ente Parco potesse esercitare il diritto di prelazione. Affermazione ovviamente contestata dai proprietari: da qui l’avvio del procedimento giudiziario.

Un approccio negoziale tra le due parti è iniziato a fine 2023 dopo che l’Ente Parco aveva notificato alla proprietà l’esercizio del diritto di riscatto; ma nel breve volgere di pochi mesi l’approccio si è esaurito. Il punto decisivo, nella trattativa conciliativa tra le parti, è essenzialmente il valore dell’area (diverso, come appena evidenziato, l’incarico eventualmente delegato al giudice): il Parco, esercitando il diritto di riscatto, aveva messo sul tavolo 437 mila euro relativi alle sole aree naturalistiche indicate come zona A e B (la distinzione è in relazione ai livelli di tutela) ritenendo di non poter esercitare il riscatto sulla zona C. A fronte di questo valore si contrappongono i 600 mila euro (sempre relativi alla zona C) versati da Cpi Real Estate Italy a Immobiliare Lido di Classe come risulta dall’atto di due anni fa. Senza contare il milione e 60 mila euro che la società Gobbino srl (del gruppo Mazzoni di Ferrara) avrebbe versato se si fosse concluso l’ulteriore passaggio di proprietà messo in cantiere a settembre 2023 e poi decaduto. Nella trattativa si dovrà tenere conto anche della delibera recentemente adottata dal Parco, con cui sono stati innalzati i livelli di tutela: la zona C dell’Ortazzo è passata in B e la B in A. Carlo Raggi

 
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