Vite parallele perfette tra notte e giorno – .

Vite parallele perfette tra notte e giorno – .
Vite parallele perfette tra notte e giorno – .

Ciro Scognamillo ha 61 anni, Tiziana Morelli 59 e stanno insieme da trentaquattro anni. Un legame che ha accompagnato più della metà della vita di ciascuno di loro e che è cresciuto attorno ai ventiquattro anni di fidanzamento e ai dieci anni di matrimonio.

Le strade dei due si incrociano per contiguità territoriale e lavorativa. Collabora con il padre, titolare dell’Enoteca Belledonne, e si occupa delle consegne. Tra i clienti del negozio c’è un locale, lo Spinnaker, dove lavora come contabile. Si conoscono, si incontrano sempre più spesso, si piacciono, si ritrovano. È il 1990: rimarranno uniti come due ragazzi fino a dieci anni faquando finalmente decidono di sposarsi.

Uno dei diversi motori della loro storia d’amore è la madre di Ciro, che sa guardare avanti e ha una visione lungimirante di questo legame. Con determinazione spinge il figlio a comprare una casa a Fuorigrotta non lontano da dove vive Tiziana. I due stanno insieme da poco tempo, ma lei sa che la scelta è quella giusta… Avere una casa è un modo per trovare una strada libera, un piccolo accorgimento logistico per un uomo che ha impegni lavorativi importanti e deve adattarsi ai suoi orari. insieme bene. tempi di vita.

Tiziana, che ha perso il padre quando era piccola in circostanze particolarmente dolorose, non vuole lasciare la madre e Ciro accetta che rimanga a vivere con la famiglia, preparandosi ad un’attesa molto lunga. Il vino è un po’ il filo conduttore tra la coppiaanche se Tiziana è praticamente astemia. Mentre lei inizia a lavorare a scuola, lui, insieme al fratello Antonio, prende le redini dell’enoteca che nel 1997 diventa anche wine bar. Accanto al servizio d’asporto, fiorisce un’attività che trasforma lo storico locale di Vicoletto Belledonne in un punto di riferimento per gli amanti dell’aperitivo e per i nottambuli.

Giorno e notte, Tiziana e Ciro. Gli incastri tra loro procedono su linee parallele che però, in barba a ogni regola geometrica, si incontrano. E per riconquistare il giorno – oltre le ombre della sera – nel locale che è diventato un caposaldo della movida napoletana Ciro e suo fratello si organizzano e hanno ciascuno mezza giornata libera ogni due giorni.

Il matrimonio, nel 2014, è stato celebrato con un ricevimento intimo per sole quaranta persone, al Giardino degli Aranci. Le tante cose accadute in trentaquattro anni rispecchiano bene il senso di una storia dove l’amore è intrecciato con la libertà. Il loro legame è fatto di sentimenti, passione e autonomia – anche nella scelta dello sport: lui preferisce la piscina, lei il pilates – e di intese che sono la sintesi dei loro profili diversi. I weekend, quando Ciro è libero dagli impegni in enoteca, sono tutti per loro. Preferiscono correre fuori Napoli, inseguendo una vita semplice. A volte vanno in una casa che hanno a Gaeta, o scelgono un posto romantico e insolito. Non hanno avuto figli, non ne hanno avuti, ma hanno saputo coltivare con cura il sottile piacere di prendersi cura e amarsi come coppia.

 
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