Casa » Notizia » A processo per l’uccisione del suo cane, il pastore si è difeso ieri in tribunale
L’ottantenne pastore di Zepponami si è difeso in tribunale dall’accusa di aver ucciso uno dei cani di famiglia legando il guinzaglio al gancio posteriore dell’auto e trascinandolo per circa un chilometro e mezzo fino a casa sua. Sheila, pastore caucasico di 4 anni, è morta per le ferite riportate durante il trascinamento, secondo il parere di un veterinario dell’ASL che ha testimoniato davanti al giudice Roberto Cappelli lo scorso ottobre.
Sotto processo per aver ucciso il suo cane, il pastore si è difeso ieri in tribunale
L’udienza che si è svolta ieri è stata invece dedicata all’esame dell’imputato. L’ottantenne, rispondendo alle domande delle parti, ha spiegato la sua versione dei fatti accaduti il 13 febbraio di tre anni fa a Montefiascone. “Non volevo farle male quando l’ho legata – ha dichiarato l’ottantenne -. Quando sono arrivati i carabinieri la coccolavo nella speranza che si riprendesse. Negli ultimi anni mi hanno chiamato ‘pastore assassino’, ma in realtà ho sempre amato i cani e nella mia vita ne ho avuti molti, lo sanno tutti”.
LEGGI ANCHE Monterosi, investe cane e poi scappa
È accusato di aver ucciso animali
Le indagini sono state coordinate dal pm Massimiliano Siddi. All’uomo è contestato specificamente il reato previsto dall’articolo 544 bis del codice penale, che punisce con la pena da 4 mesi a 2 anni “chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale”. Le parti civili contro l’imputato sono l’avvocato Ottavio Maria Capparella che rappresenta Accademia Kronos e l’avvocato Maurizio Mazzi che assiste Lav. Il processo riprenderà tra qualche mese con l’udienza riservata alla discussione, al termine della quale è attesa la sentenza.
Vermont
ARTICOLO COMPLETO DEL CORRIERE DI VITERBO DEL 29 GIUGNO – EDICOLA DIGITALE
