Promuove, con un giudizio “più che positivo” l’operato del commissario alla ricostruzione, generale Francesco Paolo Figliuolo, meno quello dei sindaci: “Vorremmo che tanti amministratori locali facessero meno polemiche e agissero di più”. Tanto per fare nomi, il sindaco e presidente della Provincia di Ravenna, Michele De Pascale, “finora non ha speso un centesimo dei fondi che erano stati dati al netto della somma di emergenza” dopo l’alluvione, “credo siano 40 milioni tra Comune e Provincia: è strano sentire i sindaci dire ‘soldi, soldi, soldi’, quando hanno 40 milioni a disposizione e non spendono un centesimo”. E’ questo il ‘sassolino’ che il viceministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Galeazzo Bignami (Fdi) si è tolto dalla scarpa intervenendo oggi a Ravenna al Foro Civico. Il problema della difficoltà a spendere i soldi per la ricostruzione risiede nella difficoltà, lamentata dagli amministratori, di non avere tecnici per programmare gli interventi. «Quindi voglio essere chiaro: il Governo aveva chiesto a Bonaccini, tramite Figliuolo, di mettere a disposizione il personale impegnato nel sisma perché dice che», per la ricostruzione del sisma del 2012, «hanno già fatto tutto in record tempo e sono molto bravi. Quindi visto che avete ancora 180 persone già formate”, perché non impiegarle nel post-alluvione? Toccava a Bonaccini, in qualità di commissario sismico, decidere e lui «ha risposto no: questo costringe il Governo ad assumere 219 tecnici», dice Bignami. Il che però gli fa anche dire che se da un lato Bonaccini sostiene che per il terremoto è stato ricostruito tutto, e dall’altro non concede sconti ai tecnici e invoca il superbonus per il cratere, e allora «significa che non tutto è chiuso. In ogni caso (per l’alluvione, ndr) vogliamo impiegare meno dei 12 anni che ci sono voluti per il terremoto” in Emilia.
