Il XX Sinodo di Pistoia si conclude nel giorno del giubileo d’oro del vescovo Tardelli – .

Il XX Sinodo di Pistoia si conclude nel giorno del giubileo d’oro del vescovo Tardelli – .
Il XX Sinodo di Pistoia si conclude nel giorno del giubileo d’oro del vescovo Tardelli – .

“Le domande dirette e pressanti di Gesù a Pietro mi hanno sempre colpito profondamente, anche cinquant’anni fa, quando, giovanissimo, ricevetti l’ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di Lucca. Esse hanno sempre risuonato nella mia mente e nel mio cuore e ho sempre visto davanti a me il volto del Salvatore che, con i suoi occhi penetranti, mentre mi chiedeva se lo amavo davvero, mi scrutava con infinito amore fin nei recessi più nascosti della mia anima”.

Con queste parole il Vescovo di Pistoia e Pescia, monsignor Fausto Tardelli, ha iniziato l’omelia della celebrazione conclusiva del XX Sinodo della Chiesa pistoiese, che cade esattamente a 50 anni dall’ordinazione presbiterale del Vescovo di Pistoia.

“Ciò che mi ha sempre colpito – ha sottolineato mons. Tardelli – era anche la conclusione ogni volta del Signore: “Pasci i miei agnelli”; “Pasci le mie pecore”; “Pasci le mie pecore”. In questa ripetuta conclusione di Gesù c’è la mia vocazione, tutta la mia vita, il senso di questa mia vita, spesa, nonostante tutte le mie mancanze, nel servire gli agnelli e le pecore del Signore”. Ma la parte più ampia delle riflessioni del Vescovo si è concentrata sul percorso sinodale che la Chiesa di Pistoia ha vissuto negli ultimi due anni.

«Stasera però siamo qui anche e soprattutto perché si è concluso felicemente il nostro Sinodo diocesano – ha proseguito mons. Tardelli – che ci ha visti impegnati in un attento ascolto dello Spirito Santo, in modi diversi, per ben due anni. I gruppi sinodali, i circoli più piccoli, le assemblee sinodali sono stati momenti intensi di ascolto e confronto. Lo Spirito Santo ci ha guidato con mano paziente in questi difficili passi della sinodalità; ci ha preso per mano come bambini che imparano lentamente a camminare. E noi ci siamo lasciati guidare e ora possiamo dire veramente che quanto abbiamo detto e scritto è opera nostra e dello Spirito Santo in sinergia».

“Vedo nel percorso sinodale voluto da Papa Francesco – riflette il Vescovo di Pistoia e Pescia – per tutta la Chiesa universale e per le Chiese che sono in Italia e in particolare nel nostro Sinodo, una grande profezia, un grande segno di speranza per il mondo. Mentre nel mondo si fanno guerre e nelle società si registra un’opposizione sempre più violenta, la Chiesa invece si riunisce, i suoi membri, pur molto diversi e con orientamenti personali molto diversi, si confrontano ascoltando umilmente la voce dello Spirito. La Chiesa cerca cammini di comunione e di fraternità. In questo senso va nettamente controcorrente, mostrandosi così com’è: “Segno e strumento dell’unità dell’intero genere umano. Non vogliamo però fermarci stasera quasi a farci i complimenti. Lungi da noi pensare e comportarci in questo modo. Ciò che è accaduto è l’opera miracolosa dello Spirito Santo. A tutti noi, non solo a me, questa sera sono rivolte le domande che il Signore ha rivolto a Pietro. Alla fine, ciò che conta è rispondergli: “Mi ami, chiesa di Pistoia?” “Mi ami veramente?” Mi ami davvero, chiesa di Pistoia, con tutto il cuore e con tutta l’anima, in tutte le tue componenti?». Queste sono le domande che non possiamo evitare”.

 
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