Un incontro urgente, “al fine di individuare un percorso trasparente, fondato sul piano di ripartenza, che possa seriamente individuare un cronoprogramma, almeno mensile, delle attività di manutenzione al fine di garantire la continuità lavorativa, è stato chiesto dalla Fiom RSU (Vito Zella e Giovanni Lippolis) e il coordinatore Fiom RSU (Ignazio De Giorgio) ai commissari straordinari di Acciaierie d’Italia in as, al direttore dello stabilimento ing. Valli, al direttore dell’Area Centrale Manutenzione ing. Uricchio e al responsabile delle Relazioni Industriali, Avv. Lonoce.
La richiesta nasce dal fatto, spiegano le RSU della Fiom, che il direttore dell’area centrale di manutenzione “assegna a ciascun reparto i numeri dei lavoratori da mettere in cassa integrazione senza una chiara pianificazione della manutenzione e posticipando di fatto alcune attività necessarie alla ripartenza dell’altoforno. Infatti, nonostante ogni reparto si organizzi per svolgere specifiche attività di manutenzione, il direttore di area decide unilateralmente di sospendere parte delle stesse attività sulla base dei numeri della cassa integrazione. E l’aumento dei numeri previsti dalla procedura avviata dalla dirigenza commissariale (4.400 nell’ex Ilva di Taranto, ndc) – sottolineano le lavoratrici – desta ulteriore preoccupazione in merito all’uso improprio della Cig. L’unica certezza a oggi – concludono – è il costante aumento dei numeri della cassa integrazione che viene determinato ogni fine settimana con la consueta modalità con cui si annullano le attività per far posto a un numero maggiore di lavoratori in Cig”.
La Rsu Fiom ha chiesto anche un focus specifico “sulla ripartenza dell’altoforno, quest’ultimo necessario per garantire l’incremento della produzione”.
