il prequel che non ti aspetti – .

il prequel che non ti aspetti – .
il prequel che non ti aspetti – .

Non è stato affatto facile trovare il tuo posto in quello che ora è, a tutti gli effetti, un franchise. Soprattutto quando quel posto è stabilito dalle tracce prequel, che ti danno spazio di manovra fino a un certo punto e non ti permettono di inventare troppo. E tuttavia Michael Sarnoski ce l’ha fatta con A Quiet Place – Giorno 1, davvero un prequel che non ti aspetti, visto come si avvicina alla saga creata e lanciata da John Krasinski, rimanendo nei suoi stilemi ma piantando i semi di un proprio cinema ancora molto giovane, ma che riesce già ad avere un identità ben definita. Con un film, nelle nostre sale dal 27 giugno, che riavvolge il tempo e cambia lo spazio dei primi due capitoli, portandoci a New York durante l’inizio dell’invasione aliena che ha cambiato il mondo per sempre. Ecco tutto quello che devi sapere su A Quiet Place – Giorno 1.

Un posto tranquillo – Giorno 1 e lutto

A Quiet Place – Day 1 aveva tutte le caratteristiche di un prequel come tanti altri.un’aggiunta al franchise che tra l’altro ha ampliato un elemento già visto all’inizio del secondo capitolo (l’arrivo degli alieni sulla Terra) diventando così un film popcorn con sfumature horror di facile lettura e assimilazione, magari con due ore e mezza. una metà di alieni che massacrano esseri umani, piena di elementi da sfruttare poi per il futuro della saga.

Invece Michael Sarnoski, regista e sceneggiatore che subentra a John Krasinskisceglie il “piccolo” sentiero già tracciato da Un posto tranquillo per raccontare la storia più grande possibile, ovvero New York invasa dagli alieni. Lo fa concentrandosi subito sul trauma e su un processo di lutto immediato, che non lascia spazio a fasi e livelli, riportando gli echi dell’11 settembre che ancora avvolgono la città in una polvere sottile che non si è mai veramente depositata. E infatti è lui il personaggio interpretato da Lupita Nyong’oSam, che viene colpita e sporcata dal trauma, proprio come è già successo a lei, essendo malata terminale di cancro. Un posto tranquillo – Giorno 1 sceglie quindi subito il suo tema, inserendolo nell’invasione senza mai perdere l’orientamento.

Il posto tranquillo di Michael Sarnoski

Dopo aver visto Un posto tranquillo – Giorno 1 capiamo perché La scelta di Michael Sarnoski non è stata casualeanzi. Forse era più facile optare per un regista “professionista” che potesse portare a casa il risultato con poca fatica, magari mettendosi al servizio del pubblico.

Sarnoski riprende invece praticamente tutte le tematiche del suo splendido film d’esordio (qui la nostra recensione di Pig, che vi consigliamo vivamente di recuperare su Prime Video) e riesce a inserirle in un franchise di fantascienza. Inizia dal processo di elaborazione del lutto e da una persona, Sam, che non ha più alcuna ispirazione vitale, la cui scintilla si riaccende proprio in una tragedia che va oltre la comprensione umana. Accanto a lei c’è Eric di a Joseph Quinn che ne evidenzia tutte le sfaccettatureper un attore che ha davvero una brillante carriera davanti a sé. Sam è disillusa ma vuole mangiare l’ultimo pezzo della sua pizza preferita prima di morire. Eric è perso e si aggrappa a lei, perché non sa cos’altro fare. E proprio come in Maialedue profonde solitudini si mescolano cercando la felicità delle piccole cose, anche mentre il mondo sta finendo, mondo che può essere efficace come in A Quiet Place – Giorno 1 ovvero l’universo privato individuale di ogni persona. Qui Michael Sarnoski sa lavorare molto bene con le persone, stringendo la macchina da presa sui loro volti, per poi allargarla sugli oggetti che compongono l’ambiente, capace di illuminare quando serve grazie all’occhio di un regista che ha tutte le potenzialità credenziali per diventare autore.

A Quiet Place – Day 1 utilizza quindi l’invasione aliena come metafora per ritrovare se stessisenza lesinare sulla parte horror e di tensione, ma giocando con le aspettative del proprio pubblico, proprio come già faceva Maialeper raccontare la piccola storia di una fetta di pizza dentro il gigante del mondo che finisce. E anche se a volte ci sembra di camminare sulla Terra senza fare rumore, come un gatto quasi apatico di fronte a ciò che sta accadendo, dobbiamo solo ricordare che possiamo godere delle piccole e impensabili cose, come musica liberatrice di fronte all’apocalisse.

 
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