Centrale elettrica Case Pente, i comitati chiedono un incontro con la Sovrintendenza – .

Centrale elettrica Case Pente, i comitati chiedono un incontro con la Sovrintendenza – .
Centrale elettrica Case Pente, i comitati chiedono un incontro con la Sovrintendenza – .

Per costruire l’inutile mostro dell’eco del SNAM nella zona della necropoli di Case Pente si sarebbe verificata una devastazione di inaudita gravità.

I Comitati cittadini per l’ambiente di Sulmona tornano a far sentire la propria voce sul progetto che la multinazionale del gas intende realizzare nell’area di Case Pente nonostante il valore archeologico dell’intera area. “Un contesto storico solo in parte venuto alla luce e che necessita di ulteriori approfondimenti” spiegano i comitati, ricordando che Case Pente è “un complesso archeologico tra i più importanti e inediti dell’area peligna” come già sostenuto nel 2008 dalla Soprintendenza archeologica di fronte ai “resti di un vasto e articolato insediamento con tracce della viabilità, dell’abitato nonché della necropoli.

Testimonianze della storia e dell’identità del popolo dei Peligni che gli ambientalisti hanno chiesto alla Soprintendenza della Provincia dell’Aquila – Teramo di tutelare nel loro complesso costituito non solo dalle antiche costruzioni rinvenute nel territorio SNAM ma anche da una seconda costruzione e da un muro sul percorso del gasdotto scoperti durante gli scavi di archeologia preventiva.

Una richiesta dei comitati accompagnata da un invito alla stessa Soprintendenza a convocare una riunione urgente per capire quali misure intendono adottare, spiegano i comitati cittadini interessati dalla risposta che lo stesso ente ha fornito al Gruppo di intervento legale. Parole poco chiare che potrebbero nascondere l’intenzione della Soprintendenza di accettare la tesi secondo cui “una volta rimossi i resti umani e i corredi funerari dalle tombe, rimarrebbero solo dei buchi su cui è possibile costruire”. Una tesi “assurda” per gli ambientalisti che indicano almeno tre motivi per cui è impossibile accettare l’idea di costruire a Case Pente. Innanzitutto perché si tratta di un luogo sacro “destinato dai nostri antenati alla sepoltura dei loro cari”, in secondo luogo perché la necropoli in parte riportata alla luce “potrebbe estendersi anche oltre il sito SNAM” e infine perché non è concepibile “spezzare in vari pezzi” ciò che rappresenta un unico da proteggere nel suo complesso.

Motivi per cui la Soprintendenza ha respinto il progetto nel 2008 Lafarge che intendeva aprire una cava nella zona, un progetto che avrebbe “alterato lo stato delle cose” e messo a rischio importanti testimonianze del valore storico di Case Pente e del territorio circostante. Come dimostrano le preesistenze archeologiche scoperte nel tempo, dalle sepolture italiche e romane all’iscrizione lapidea del Callitanidal sarcofago romano contenente i resti di Numisina ai resti della chiesa rupestre di S. Angelo in Vetulis. Questa zona era probabilmente destinata ad ospitare un centro abitato dal quale, seguendo la strada che costeggia la valle del Grascito, si giungeva al santuario di Ocriticoa Cansano dove recentemente Parchi Ferrovie riaperta una stazione ferroviaria per consentire ai viaggiatori di visitare l’area archeologica.

Sono tante le ragioni, concludono i Comitati Cittadini per l’Ambiente di Sulmona, per cui nell’area di Case Pente non si dovrebbe costruire ma, al contrario, realizzare “un grande sito archeologico da valorizzare a fini culturali e turistici e da consegnare alle generazioni future”. Uno scopo che la costruzione del SNAM comprometterebbe irrimediabilmente la situazione, aprendo la strada ad altre attività produttive che avrebbero avuto un impatto sul territorio.

 
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