Cervinia dopo il maltempo, il dramma dell’alluvione – .

Breuil Cervinia (Aosta) — A metà mattina Carlo posa per un attimo la pala. Si mette le mani sui fianchi e scruta la montagna di 400 scarponi da sci accatastati davanti alla porta del suo negozio: «Bisogna buttarli», sospira Carlo Comé, 67 anni, titolare del noleggio sci Cervinia 2001. «Devo ancora tirare fuori mille sci e la macchina per tagliare le lamine: è tutto distrutto. Domenica c’era un metro e mezzo d’acqua nel magazzino». Ora ci sono 20 centimetri di fango che una catena di volontari sta tirando fuori a secchiate.

È una scena uguale a tutte le altre, si ripete davanti ai 28 esercizi commerciali messi in ginocchio dall’alluvione che domenica, alle due di notte, ha travolto Cervinia, provocando danni incalcolabili a 12 bar, ristoranti e alberghi, 11 negozi, due scuole di sci, un’agenzia immobiliare, la parafarmacia, il tabaccaio. L’acqua è uscita dal letto del torrente Marmore all’altezza degli skilift baby di via Jean Bich, ha travolto gli argini che proteggono via Carrel, la via principale di Cervinia e ha travolto tutto. Ora c’è una frana enorme.

Laura Navillod, la proprietaria della guest house Le Samovar, è viva per miracolo. «Vivo al piano di sopra, sabato sera mi ha svegliata la mia vicina, sono corsa sul posto – ricorda la proprietaria del caffè aperto nel 1991 – l’acqua ha rotto la porta a vetri, mi ha travolta». Navillod riesce ad aggrapparsi «a un mobile che galleggiava nel soggiorno – ricostruisce – così sono rimasta a galla: il mobile mi ha protetta, ha fatto da diga».





01/07/2024 Breuil-Cervinia. La famosa stazione sciistica riparte dopo l’alluvione che l’ha colpita il 29 giugno. Nella foto i danni segnalati da un negozio di articoli sportivi (agf)

Non è un’esagerazione. Le Samovar è il negozio più in fondo a Corso Carrel, da dove l’acqua ha tracimato. Il negozio di articoli sportivi di Roberta Manzetti, 42 anni, è proprio di fronte al ponte saltato in aria in centro: «Domenica c’erano 70 centimetri d’acqua in strada, la corrente ha rotto gli argini e il torrente è entrato nel mio negozio», assicura, «ho 200mila euro di abbigliamento sportivo in cantina, è tutto pronto per essere buttato». La preoccupazione non è solo per la merce smarrita: «In cantina ci sono i contatori della luce, la caldaia che serve tutto il condominio», racconta, «abbiamo ancora un metro e mezzo di fango: finché non riusciremo a togliere tutta questa terra non avrò la luce in casa: abito al piano di sopra, con due bambine di sei e nove anni».

Cogne il giorno dopo l’alluvione, i fiumi sono ancora molto alti. Il sindaco: “Cerchiamo di salvare la stagione turistica”

dal nostro inviato Luca Monaco

01 luglio 2024



La nota positiva sono i sorrisi dei cittadini che si sono mobilitati per aiutare gli imprenditori in difficoltà. Il titolare di un’impresa edile della zona ha messo a disposizione i suoi macchinari, due bobcat, un camion, per ripulire Cervinia dalla valanga di detriti.



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Breuil-Cervinia, 1° luglio 2024

Alessandro Serra, 38 anni, era già sabato sera ai comandi dell’escavatore: “Sono sceso in strada all’una, è stato un inferno”, racconta, “quando la piena ha invaso la strada ho usato la pala meccanica per rompere gli argini e far tornare il torrente nel suo letto”. Ma il danno era fatto. Ora la gente di Cervinia lavora per rimettersi in piedi. “Siamo in contatto costante con il governatore della Valle d’Aosta, Cervinia non è chiusa, ditelo ai turisti”, ripete la giovane sindaca Elisa Cicco, 40 anni, “torneremo alla normalità. È un evento straordinario: i nostri anziani non hanno memoria di un disastro simile negli ultimi 100 anni”.

“Così abbiamo salvato il neonato sulla riva dell’Orco. I genitori avevano letto di quella spiaggetta su Internet”

Marta Borghese

01 luglio 2024



La gente di montagna non si arrende facilmente. Così Andrea Verdese, 46 anni, è passato da cuoco a camionista per aiutare gli altri. «Ognuno di noi fa quello che può», sottolinea, «io sono cuoco a Valtournenche ma ho un patentino speciale. Sono qui dalle 7.30 del mattino, guido il camion fino alle 19.00, poi vado a lavorare in cucina». Se «non ci aiutiamo non ne usciremo», accusa Verdese, «le istituzioni non le abbiamo ancora viste». E in queste condizioni, almeno per la stagione estiva, anche i turisti rischiano di diventare un miraggio.

 
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