gestione della fauna selvatica oggi – .

gestione della fauna selvatica oggi – .
gestione della fauna selvatica oggi – .

Dall’interessantissimo incontro con il dott. Luca Convito del Servizio Forestale della Regione Umbria, organizzato dal Gruppo Ecologista “Il Riccio” di Città della Pieve in collaborazione con la Biblioteca Comunale “Francesco Melosio”, evento gradito dai numerosi presenti, emerge con chiarezza la possibilità di convivenza tra animali selvatici e uomo, a patto che i primi vengano trattati, rispettati e gestiti come tali. Rispettare la loro selvatichezza significa anche rispettare la loro indipendenza; la fauna nel suo ambiente è perfettamente in grado di nutrirsi da sola senza aver bisogno delle nostre “briciole”.

È bene mantenere la giusta distanza tra umani e animali selvatici per la sicurezza e la tranquillità di entrambi. In linea con i principi scientifici, l’antropizzazione degli animali va bene per i cartoni animati ma non per la gestione attuale. Molte più persone vengono attaccate dai “Bambis”, gli erbivori, che dai grandi carnivori, soprattutto se attribuiamo agli animali selvatici gli stessi comportamenti degli animali domestici o addirittura quelli degli umani.

Quando siamo in natura, orecchie ben aperte ai suoni e agli avvertimenti degli animali, ad esempio non correre con le cuffie nelle orecchie, fare attenzione alla presenza di cani, soprattutto se liberi, perché possono spaventare gli animali selvatici o diventare facile oggetto di aggressione/predazione da parte del padrone, in questo caso bisogna evitare di intralciarli. Il soccorso di animali selvatici feriti o in difficoltà è compito di personale competente e formato: toccare un animale selvatico in queste situazioni, anche semplicemente accarezzarlo, è percepito dallo stesso come una minaccia o un atto di predazione.

Il paesaggio faunistico è l’insieme delle popolazioni faunistiche che caratterizzano un determinato territorio, il cui carattere deriva dall’azione di fattori naturali e/o umani e dalle loro interrelazioni. Nel tempo, il paesaggio faunistico ha subito evidenti cambiamenti dovuti in particolare ai cambiamenti ambientali, quali l’abbandono di terreni marginali, l’accrescimento del patrimonio forestale, il ritorno alle campagne con modalità diverse da prima, la sopravvivenza di quella fauna che si caratterizza per una minore visibilità e abitudini crepuscolari e sfuggenti.

I cambiamenti faunistici sono legati alla crescita del numero di specie e della consistenza delle popolazioni, all’introduzione di specie esotiche e invasive, ma anche alle trasformazioni sociali, da allevatori ad altri, da consumatori di fauna a “indifferenti” a protettori integrali/fondamentalisti. Poi ci sono i cambiamenti sanitari, come una maggiore conoscenza e consapevolezza dei rischi legati alle epizoozie (diffusione di malattie infettive da una specie all’altra) e alle zoonosi (infezioni o malattie trasmissibili direttamente o indirettamente tra animali e uomo) come l’influenza aviaria e la peste suina africana, alla tutela del consumatore e allo sviluppo delle filiere e infine anche ai cambiamenti normativi, visto che l’Italia aderisce alle Convenzioni internazionali e si adegua alle Direttive comunitarie. Tutti processi che dal punto di vista ecologico si intrecciano e avvengono a velocità diverse, anche in ambienti ravvicinati, inceppando i meccanismi di gestione e convivenza tra l’uomo, che ha tempi lunghi di comprensione e adattamento, e la fauna, che ha tempi brevi di adattamento e riproduzione.

Quando i terreni coltivati ​​vengono trascurati, si espandono gli ambienti forestali e di transizione (ecotoni): la fauna selvatica può ben essere “letta” come un prodotto spontaneo di questi ambienti. Per la gestione della fauna selvatica negli spazi urbani in Umbria sono in vigore due protocolli di intervento, autorizzati dalla Prefettura di Perugia, marzo 2021, e da quella di Terni, novembre 2022, per i Comuni delle rispettive Province.

In risposta, ad esempio, all’arrivo dei cinghiali in città e alla peste suina africana, sono state prese misure per ridurre il numero di cinghiali catturando contingenti sempre più numerosi con le tecniche disponibili e per periodi più lunghi di quelli previsti per la normale attività di caccia e per controllarne la presenza tramite la cattura in gabbia come sistema selettivo. Purtroppo, sono stati segnalati sabotaggi delle gabbie rilasciando gli animali catturati prima che fossero catturati, ma anche delle esche, così come attacchi sui social media. La sorveglianza sanitaria passiva della popolazione di cinghiali viene inoltre condotta attraverso la segnalazione e il controllo diagnostico di tutti i cinghiali trovati morti, compresi quelli trovati in incidenti stradali, e di tutti i casi sospetti con mortalità aumentata, sintomi attribuibili alla peste suina e ad altre malattie.

Per chi volesse avere informazioni più e più dettagliate sull’incontro così partecipato, rimandiamo alla diretta Facebook di “Città della Pieve Viva”, per la quale ringraziamo Ettore e di cui forniamo il link: https://www.facebook.com/share/v/JSXo1NDkJF9a37p7/

In conclusione, desideriamo comunicare la presenza sul territorio del NOETAA – Nucleo Operativo Ente Tutela Animali Ambiente, organizzazione che tutela i diritti degli animali, della natura e dell’ambiente, la cui sede Regionale e Provinciale si trova a Tavernelle, Viale della Resistenza 156, di cui siamo ben lieti di fornire il link al profilo Facebook https://www.facebook.com/profile.php?id=100092707203623, email [email protected]cellulare 380.8918632, reperibile 24 ore su 24, a cui rivolgersi per informazioni ma soprattutto per segnalare problematiche ambientali come le discariche abusive, di cui purtroppo i nostri territori sono pieni, la presenza di animali randagi, gli avvicinamenti anomali di animali selvatici ai centri abitati. Con il loro supporto annunciamo che il Gruppo Ecologista Pievese organizzerà a breve incontri informativi e formativi per i cittadini.

Fonte: Gruppo Ecologico “Il Riccio”

 
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