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Dietro le quinte dell’incontro esclusivo con Sky Sport – .

Dietro le quinte dell’incontro esclusivo con Sky Sport – .
Dietro le quinte dell’incontro esclusivo con Sky Sport – .

Il ristorante alla periferia di Düsseldorf dove Paolo Pogba sta cenando ormai è quasi deserto. C’è solo un tavolo rimasto che segue con passione la finale di Portogallo-Slovenia, tra chi accompagna le emozioni con urla e commenti c’è anche Marcel Desailly. Pogba è seduto a un altro tavolo, molto più dentro e molto più nascosto, accompagnato da un paio di amici. Indossa ancora la maglia della Francia con cui ha sostenuto la nazionale dagli spalti. Dietro le spalle, oltre al numero 6, c’è la scritta “Il mazzo”il suo soprannome. Quello che i tifosi avevano intonato qualche ora prima, quando Pogba – sbarcato da Dubai su invito della federazione francese – si era recato a Casa Blues per accoglierli, scatenando il delirio. È ancora molto amato e questo amore gli ha fatto tornare il sorriso sul volto dopo alcuni mesi davvero brutti.

Un amore totale

“Ho sentito un amore totale da parte della gente, anche se sono lontano dal campo da un bel po’ di tempo ormai, è stato bello, emozionante”, racconta, quasi commosso. Dopo la partita è sceso negli spogliatoi, ha salutato i suoi ex compagni di squadra, molti dei quali hanno condiviso con lui la vittoria del Mondiale del 2018 (il momento più alto della sua carriera, il momento più felice). Da allora è cambiato molto. Oggi Pogba sta vivendo un incuboIL squalifica di quattro anni per doping è stato uno schiaffo molto forte, per il quale il centrocampista ha presentato ricorso al TAS di LosannaHa 31 anni, è ragionevole pensare che se venisse confermata una squalifica così lunga, la sua carriera – già complicata negli ultimi anni – sarebbe finita. Non è un caso che di recente sia uscita un’intervista – in realtà vecchia e decontestualizzata – in cui Pogba diceva di essere finito, di non esistere più.

“Pogba è vivo”

“Pogba è qui – ci dice – finché non sentirete dalla mia bocca che mi sono ritirato io sono qui. Sono vivo. Mi sento ancora un calciatoreVoglio lottare contro quella che per me è un’ingiustizia. Ho una gran voglia di tornare a giocare, mi sento come un bambino che sogna di diventare professionista”. Intanto, in tv, vengono trasmessi i supplementari di Portogallo-Slovenia. Lo sguardo di Pogba non è semplicemente quello di un tifoso della Francia interessato a capire chi sarà l’avversario nei quarti di finale. Gli occhi di Paul brillano, gli manca il calcio. Per quello che è successo, è stato e sarà giudicato nelle sedi opportune. Ci limitiamo a racconta il lato umano di questa storiaNelle sue parole – in effetti – c’è un’eco nostalgica, come se nel punto più basso avesse riscoperto le sue origini, l’inizio di tutto: l’amore per il calcio.

analisi dettagliata

Juventus-Pogba, gli scenari dopo la squalifica

Paolo e la Juve

Pogba al momento è ancora sotto contratto con la Juventus: “Ma c’è molto silenzio – dice -, non ho modo di parlare né con il dirigente né con l’allenatore. Da quello che leggo sono ancora un giocatore della Juventus, Penso che la società stia aspettando l’esito del ricorso. Ma devi parlare con loro.”

Rigore di Ronaldo

Nel frattempo, Portogallo-Slovenia non è ancora risolta. Ronaldo sbaglia un rigore e scoppia a piangere. Arriviamo alla sequenza finale. “Vedrete che ora tira per primo”, dice Paul. CR7 tira per primo. E segna. Vissuta lì, con lui, sembra una metafora immediata: puoi sbagliare, ma puoi avere la forza di ricominciareEcco cosa c’è nella testa di Pogba. Pioche non si è ancora arreso.

 
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