Da una settimana è ufficialmente aperta la partita per il rinnovo della governance della Rai. Cioè da quando Camera e Senato hanno pubblicato il bando per la scelta dei quattro membri del consiglio di amministrazione di competenza parlamentare. Da quel momento occorrono trenta giorni per la presentazione dei curricula e trenta per il loro esame. Il che significa che le votazioni potrebbero svolgersi nell’ultima decade di maggio, poco prima della pausa dei lavori in vista delle elezioni europee.
Ecco allora che cominciano ad arrivare i primi nomi, secondo una procedura che la stessa Barbara Floridia, presidente della commissione di vigilanza, ritiene a rischio violazione Ue: troppa collusione con il potere politico per gli standard europei. Ci sono tre consiglieri non scelti dalle Camere. Uno è eletto dai dipendenti dell’azienda. E potrebbe trattarsi ancora di Davide Di Pietro, che comunque sembra intenzionato a ricandidarsi. Palazzo Chigi, attraverso l’azionista di maggioranza del Ministero dell’Economia, ne sceglie due, che saranno destinati a diventare presidente (dopo il voto della maggioranza qualificata di terzi dell’Autorità di Vigilanza) e amministratore delegato. Dovrebbero essere, rispettivamente, Simona Agnese e Giampaolo Rossi.
Gli altri quattro consiglieri saranno eletti per metà dalla Camera e per metà dal Senato, a seguito di un accordo tra le forze politiche. Sembra certa la conferma di Alessandro Di Majo (parte del Movimento 5 Stelle) e l’arrivo di Alessandro Casarin per la Lega. Per il Pd si fa da tempo il nome della scrittrice Chiara Valerio (al secondo posto l’ex direttore del Tg Antonio Di Bella), mentre per Fratelli d’Italia a decidere sarebbero due donne: la vicedirettrice del Secolo d’Italia Annalisa Terranova e l’ex direttore generale Rai Lorenza Lei. Se dovesse trattarsi di un uomo, la scelta potrebbe ricadere sull’ex direttore del Tg2 Mauro Mazza.
Una volta composto il Consiglio di Amministrazione arriveranno i vertici aziendali. Le indiscrezioni danno Simona Agnes presidentessa, Giampaolo Rossi amministratore delegato e Roberto Sergio direttore generale. Sarebbe questa l’ipotesi di un accordo attorno al quale si sta cominciando a lavorare per rinnovare la dirigenza della Rai, con alcuni incontri con il consueto Movimento 5 Stelle. Questo nel caso in cui l’annunciato staffetta tra Sergio e Rossi sulla presidenza dell’amministratore delegato si concretizzi davvero, con l’attuale amministratore delegato pronto ad assumere il ruolo di direttore generale. Se così non fosse, Sergio potrebbe tornare al suo vecchio incarico: ai vertici della radio.
