Dopo Amadeus Discovery non si ferma: «Abbiamo avviato un percorso strategico. D’Urso, Belen, Fiorello: perché no?” – .

Dopo Amadeus Discovery non si ferma: «Abbiamo avviato un percorso strategico. D’Urso, Belen, Fiorello: perché no?” – .
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«Non ci fermiamo ad Amadeus». Alessandro Araimo, CEO di Warner Bros. DISCOVERY, al Corriere della Sera ammette che l’ambizione del “Terzo polo televisivo” non è stata soddisfatta dal passaggio dalla Rai ad Amadeus. Anche se Terzo Polo ritiene inesatta questa definizione: «Puntiamo a togliere ascolti a Rai e Mediaset e investire nell’intrattenimento, ovviamente. Ma il nostro sistema si fonda su tre pilastri: la TV lineare – dove siamo già il terzo editore – la distribuzione cinematografica, che ci vede leader in Italia, una piattaforma di streaming che vuole competere con Netflix e Disney+”, spiega il 53- anni, laureato Bocconi, «investire nella tv lineare ha senso anche perché è organico con la crescita che vogliamo realizzare anche negli altri due asset. Pensiamo in termini di sistema, non di singolo prodotto”. Fatto sta che Discovery è riuscita a strappare alla Rai uno dei suoi conduttori di maggior successo, che su Nove raggiungerà gli ex colleghi della televisione pubblica, Fabio Fazio e Maurizio Crozza. Sulle cifre contrattuali circolate nei giorni scorsi – “100 milioni di euro” – non conferma né smentisce, come si dice in questi casi: “Non posso dare la cifra, ma parliamo di quattro anni con due prime time e un accesso in trasmessi tutto l’anno: qualcuno direbbe addirittura che non ce ne sono molti. E poi non conta i numeri: la qualità dell’investimento si giudica dal costo orario rapportato alla quota, e dai ricavi, che genera”. Invece si sbottona un po’ di più sugli obiettivi di rete con il nuovo “acquisto”. «Viene dal 28%, se dicessi 27% sarei un po’ ambizioso», risponde a Renato Franco sul Corriere“oggi oscilliamo intorno al 4% in quella fascia, se raddoppiamo quella cifra è già un grande risultato anche se la rete ha dimostrato di saper fare di più”.

Le altre facce

Tanti nomi sono stati legati a Discovery negli ultimi giorni, trattati un po’ come quei proprietari di calcio arabi dal portafoglio quasi infinito che fanno scorta di giocatori in tutta Europa. Fiorello, D’Urso, Belen. Presentatori molto diversi tra loro ma che però hanno in comune anni di carriera e numeri alti, affezionati a un certo tipo di pubblico. «C’è un grande movimento sul mercato e non abbiamo finito i nostri piani di sviluppo», ammette Araimo, «non c’è un no a priori a nessun progetto, ma deve avere un senso sia editoriale che economico. In generale, però, non ci fermiamo ad Amadeus”. Una battuta anche sui volti già presenti sui Nove, e che – assicura – non verranno schiacciati dai nuovi grande: «Gabriele Corsi è un volto fondamentale per la rete e ci aspettiamo che abbia un suo spazio quotidiano in prima serata oltre ai programmi in prima serata». Oltre agli acquisti, però, ci sono state anche delle vendite che, a posteriori, possono essere considerate un errore. Uno su tutti, quello di Francesca Fagnani che ha portato il programma su Rai2 Bestie: “Direi una bugia se rispondessi che non ce ne siamo pentiti, anche noi a volte sbagliamo”.

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Tags: Amadeus Discovery non si ferma iniziato strategico percorso DUrso Belen Fiorello

 
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