Asino Rai, la destra, dopo il caso Scurati, vuole offrire il ruolo di Corsini alla sinistra – .

Asino Rai, la destra, dopo il caso Scurati, vuole offrire il ruolo di Corsini alla sinistra – .
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La Rai di destra intasa gli ospedali: dopo Scurati gli scrittori lamentano dolori da “censura” e “shock”. Sono ricoverati in reparto, a pagina tre. L’ultimo caso riguarda Nadia Terranova, un’altra “epurata”. Continua con successo l’epopea dei ciucci e dei presuntuosi. Il ciuccio Paolo Corsini non si dimette, ma è indagato dall’amministratore delegato Sergio, l’esorcista delegato.

L’asino Rai della Meloni sta scatenando un’epidemia. Il Servizio Sanitario Nazionale è al collasso. Ci sono altre due epurazioni, due nuovi episodi. Sono pazienti che si dichiarano “scossi”, tremano e hanno vertigini indotte dalla censura. Il nuovo caso è quello dello scrittore Terranova, che avrebbe fatto respingere un monologo sulle accuse contro gli studenti, sempre da Bortone; l’altro riguarda Jennifer Guerra di Quante Storie. Grazie agli asini a destra, d’ora in poi, l’idea che un regista possa dire: «Non pubblico il testo perché fa pena», in casa Veltroni è un atto punibile con la reclusione fino a tre anni. Ovviamente, dopo averli presi, giustamente, da tutta Italia (e sono pochi) la stupida RAI dice che Scurati, “ma quando mai?”, “ci censurerà?”. La situazione era talmente grave che ieri mattina il dossier Scurati ha dovuto essere esaminato dai vertici (che non c’erano). I leader sono l’amministratore delegato, Sergio, l’esorcista delegato, e il direttore generale, Giampaolo Rossi, l’infermiere generale. Erano collegati tramite video. Dopo ore in cui la democrazia era al collasso, l’infermiere generale ha rilasciato un comunicato per spiegare che non si occupa dell’attività editoriale, che spetta invece all’esorcista delegato perché, scrive, “ci tengo a sottolineare che il direttore aziendale non ha alcuna competenza sugli aspetti editoriali”. L’infermiere generale fa sapere inoltre che è stata aperta “un’indagine” per verificare “errori” relativi alla mancata partecipazione dello scrittore Scurati; partecipazione che “era prevista nel comunicato ufficiale diffuso la sera prima della puntata”. Il capo asino Corsini è infatti alla sua seconda indagine (la prima riguarda la sua mostra ad Atreju) e non si dimette. Agli asini conosciuti, Corsini, Giovanni Alibrandi (il deputato dell’Approfondimento con delega al programma Bortone) si aggiunge un terzo asino che avrebbe pasticciato con l’accoglienza e le spese. Si chiama Alberto Longatti, ed è il direttore delle risorse televisive e artistiche, che per i ciucci di destra appartiene a un’altra famiglia: «È un ciuccio della Lega». I ciucci/asini hanno un’attenuante. Come ha detto uno di loro, la Meloni li frusta, telefona, si fa carico del loro triste fardello, in particolare quello di Corsini che non riesce a tenere il passo con il fermento di Sigfrido Ranucci e Bortone. L’unico che ha una foglia di basilico in bocca, uno che ha i capelli, ma capelli, capelli, sulla pancia, è Gian Marco Chiocci del Tg1, che infatti se ne frega del Pd: manda più inviati a Bari superiore a tutto il gruppo Angelucci. La Rai di Meloni è arrivata alla conclusione che è meglio scaricare (la responsabilità) che approfondire (con Corsini). Vogliono affidare il palco di Corsini ad Angela Mariella, direttrice delle Relazioni istituzionali della Lega, ma l’ideale sarebbe, secondo le parole di Asino, «restituirlo alla sinistra, a un direttore esperto». I nomi sono due: Monica Maggioni e Mario Orfeo (ha già ricoperto l’incarico) due che, invece di farlo, vanno a piedi a San Marino (oggi il cda potrebbe nominare il nuovo direttore della Rai San Marino, la Rai appendice con due milioni di debito; i candidabili al licenziamento sono Antonio Farnè e Luciano Ghelfi). Ma torniamo alla censura. È successo sabato mattina e purtroppo quel giorno le finestre per inviare i curricula e candidarsi al consiglio di amministrazione della Rai erano già chiuse. Scurire, condividere Pd, sarebbe stato perfetto. Camera e Senato hanno pubblicato le liste e lui non c’è. Vediamoli. Il nome forte di FdI è Giovanna Frangi; Quota Rai per carriera è Giovanni Minoli; Quota Rai-Rai: Giovanni Anversa, Antonio Rizzo Nervo, Antonio Di Bella, Massimo Liofredi; zona centrosinistra: Stefano Menichini, Roberto Natale; condividiamo la Repubblica che fu di Ezio Mauro: Goffredo De Marchis; Quota Lega: Antonio Marano, Alessandro Casarin, Camera glorie quota: Elio Vito, Federica Zanella; condivisione docente: Ida Nicotra. Ci sarebbe infine il caso “Eredità”, polemica minore, dove il noto Marco Liorni, in orbace, inneggiava all’oro della Patria (“gli sposi italiani consegnarono le loro fedi alla Patria. Un gesto davvero patriottico ” disse Liorni). Le nostre fedi di ottone vengono invece regalate allo scrittore italiano, tremante, spaventato, che non sa prendere il ciuccio per il naso. Si fece trovare impreparato e si ostinò a non partecipare alla Marcia, l’altra, quella di Mino Maccari che ordinò a Ennio Flaiano: “Fai presto! Oh Roma, oh Forte dei Marmi!”.

Tag: Rai asino Scurati caso offerta Corsinis ruolo sinistro

 
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