“Bortone? Avrebbe dovuto essere licenziata. Non esiste TeleMeloni” – .

“Bortone? Avrebbe dovuto essere licenziata. Non esiste TeleMeloni” – .
“Bortone? Avrebbe dovuto essere licenziata. Non esiste TeleMeloni” – .

Risponde a Pier Silvio Berlusconi, che la settimana scorsa aveva dichiarato di aver battuto la Rai in termini di ascolti con Mediaset: “Abbiamo già dimostrato che era sbagliato. Il servizio pubblico è il vero target da tenere in considerazione“. Ma soprattutto l’amministratore delegato della Rai RobertoSergio, intervistato da Salvatore Merlo durante il Festival dell’Innovazione di Venezia, respinge le accuse di TeleMeloni. “Più che altro dovrebbero chiamarci Teleopposizioni. Mi hanno mandato un rapporto dell’Osservatorio di Pavia. Mai come ora nella mia dirigenza c’è stato spazio per l’opposizione, mentre si sono ridotti i tempi del presidente del Consiglio“.

Il colloquio con Sergio è l’occasione per tornare sul famoso caso Scurati, con la società accusata di censura per non aver letto il discorso dello scrittore, come riportato dalla conduttrice Serena Bortone poco prima del 25 aprile. “La Bortone avrebbe dovuto essere licenziata per quello che ha fatto, e invece non è stata punita. In nessuna azienda ti sarebbe consentito pubblicare un post contro l’azienda per cui lavori. Adesso l’11 giugno avrete la possibilità di fare chiarezza e prenderemo una decisione”. Quindi niente censura? “C’è stato un grande ribaltamento della realtà in merito”, spiega Sergio. Dice di aver mandato un messaggio «alla Bortone per chiederle di trasmettere il discorso. Scurati non è venuto perché non era pagato“. Eppure nel prossimo palinsesto la Bortone ha dimezzato le puntate del suo programma. “Ma al momento nessuno di noi conosce i palinsesti, che verranno presentati venerdì prossimo”, risponde l’ad della tv di Stato.

Nella tv italiana «non credo che ci sia un duopolio ma un’offerta ampia e lineare. Quando si parte dal 2 per cento si può anche raddoppiare ma siamo oltre il 35 per cento», ha detto Sergio a proposito della fine del controllo del mercato da parte di Rai e Mediaset con l’ingresso di Discovery e Nove. A proposito di partenze, oltre a Fazio e Amadeus, anche Annunziata ha lasciato la Rai lo scorso anno e quest’anno si candida alle Europee con il Pd. “È la prova che già allora aveva quell’intenzione. Allora era già candidata”, racconta Sergio. “Dimostra che tutte le controversie sono state strumentali. Chi se ne andò lo fece per ragioni personali, economiche e politiche“.

Per quanto riguarda il direttore di Insights, Paolo Corsini, accusato di militanza per FdI dopo le sue parole all’ultimo Atreju: è passibile di licenziamento? “È stato emesso un avvertimento formale. In generale in questo momento in Rai non è stato punito nessuno“, sostiene l’amministratore delegato. Riguardo alle proteste di chi accusa la maggioranza di suddivisione organizzando scioperi, dice: “Il diritto di sciopero è sacrosanto, ma il diritto di non scioperare è altrettanto sacrosanto. Tanto che la notizia è andata in onda.

Sempre secondo Sergio, “certo la legge sulla parità di condizioni è superata, ma bisogna rispettarla perché ci sono responsabilità personali. Mi auguro che venga superata, così come la legge sulla governance della Rai“. All’inizio del suo mandato era evidente l’ipotesi di una staffetta con il direttore generale Giampaolo Rossi. Questa ipotesi è fallita? “Mi è stato chiesto di completare un mandato di tre anni. Ho accettato. Lo stesso giorno ho nominato un direttore generale che stimo e che sarà il prossimo amministratore delegato. Sarò il direttore generale. Siamo amici ma soprattutto persone che si rispettano”, ha rassicurato Sergio.

L’ultima domanda riguarda Carlo Conti a Sanremo. “È sempre stato il mio candidato. Credo che farà un grande Sanremo”. Fiorello? “In questo momento è sul divano, sta riposando. Ma sa che inizierò a pressare a metà luglio”.

 
For Latest Updates Follow us on Google News
 

NEXT Francia al voto, exit poll: Le Pen al 34%, la sinistra al 28,1%, Macron al 20,3% – News