“All’inizio potevamo fermarci al 51%” sulle vendite Poste – .

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Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha chiarito, nel corso di un’audizione davanti alle commissioni Bilancio e Trasporti di Camera e Senato sul decreto privatizzazione di Poste, che la cessione di una quota della partecipazione detenuta dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) in Poste Italiane non comporterà la perdita del controllo sulla societàche continuerà ad essere esercitata dallo Stato.

Ha espresso piena convinzione in merito cessione di una quota di Poste Italiane, affermando che tale operazione comporterebbe più vantaggi che svantaggi. Secondo il ministro, la vendita di una parte dell’azienda statale contribuirebbe non solo a migliorare le finanze pubbliche, contribuendo a ridurre il debito, ma anche ad aumentare il valore complessivo dell’azienda. Il controllo dell’azienda resterà comunque in mano allo Stato, assicura Giorgetti, che si impegna a vigilare per garantire la stabilità occupazionale e il ruolo storico di Poste come custode del risparmio.

Guadagni intorno ai 4 miliardi di euro

L’offerta sul mercato riguarderebbe fino al 29% delle azioni della società. Se il Tesoro si liberasse della sua quota, pari al 29,26%, mantenendo quella di Cassa Depositi e Prestiti al 35%, Giorgetti stima un controvalore potenziale di circa 4,4 miliardi di euro. L’operazione coinvolgerà investitori istituzionali italiani ed esteri, nonché risparmiatori, compresi i dipendenti.

Il ricavato della vendita rientra nel piano di privatizzazioni del governo, che punta a raccogliere 20 miliardi entro il 2026. Oltre alla cessione del 41% di Ita-Airways a Lufthansa, con la quale ci sono stati problemi legati alle normative europee, è in corso una anche la dismissione del Monte dei Paschi di Siena, già raccolto con la vendita di azioni per 1,6 miliardi.

Si parla anche di uno possibile privatizzazione di parte dell’Eni, la compagnia petrolifera statale, che potrebbe valere circa un paio di miliardi. Inoltre si ipotizza il coinvolgimento dell’Enav, l’ente che controlla il traffico aereo, e delle Ferrovie dello Stato. Sebbene in passato si sia discusso dell’ingresso dei privati ​​nella gestione dei treni, non sono ancora stati adottati provvedimenti concreti, data la complessità e la durata dell’operazione.

Giorgetti rassicura: “Lo Stato manterrà il controllo”

Giorgetti ha sottolineato che, secondo lo Statuto di Poste, nessun ente diverso dal Mefda enti pubblici o da soggetti da questi controllati, può detenere più del 5% del capitale della società. Chiarisce inoltre che l’operazione di cessione potrà svolgersi in più fasi, consentendo allo Stato di mantenere temporaneamente una quota del 51%, ritenuta soddisfacente rispetto al percorso indicato.

Il Ministro ha inoltre precisato che l’operazione di dismissione rappresentata nel Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (Dpcm) attualmente all’esame del Parlamento italiano deve essere considerata un quadro che individua un valore minimo della partecipazione dello Stato. Questo valore può essere raggiunto progressivamente e in più fasi, al fine di preservare il controllo strategico pubblico su questo asset.

In merito alle recenti contestazioni sollevate dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Agcm) in merito alla cessione delle quote della piattaforma di pagamenti digitali PagoPa a Poste Italiane, Giorgetti ha assicurato che non vi è alcuna volontà strumentale di porre in essere una manipolazione del mercato per valorizzare ulteriormente Poste per il mercato. finalità di immissione sul mercato. Precisa che si intende proseguire nell’operazione, tenendo in considerazione le contestazioni dell’AGCM e fornendo adeguata risposta.

 
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