Vivendi pronta a deporre le armi e ad astenersi. Aiutare gli italiani – .

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Il punto di svolta per i destini di Tim è alle porte. La prossima settimana, il 23 aprile, si terrà l’assemblea dei soci chiamata a votare per rinnovare il consiglio di amministrazione. Al momento, riferiscono alcuni giornali, sarebbero accreditati a partecipare azionisti fino a circa il 60% del capitale. Il passo è decisivo anche perché, una volta passata la riunione, l’annunciata – e discussa – vendita della rete fissa al fondo KKR entrerà nella fase operativa. In un’intervista rilasciata a BloombergTV nel fine settimana, l’amministratore delegato uscente Pietro Labriola, che punta alla riconferma con il sostegno di Cassa Depositi e Prestiti, si è detto “fiducioso al 100%” che l’operazione andrà comunque avanti. Anche perché nessuna delle altre liste in circolazione era contraria all’operazione. È chiaro, però, che se Labriola dovesse uscire sconfitto, tutto tornerebbe in discussione.

La scelta di Vivendi

Esterno della sede Telecom di Corso Italia, Roma, 24 luglio 2017. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

La società francese Vivendi, però, che detiene il 23,75% delle azioni, manifesta da tempo nervosismo per la gestione di Tim e, più in generale, per un investimento in Italia che si è trasformato in una perdita ingente e difficile da recuperare. Per questo motivo diverse fonti sostengono da tempo l’idea che Vivendi possa aderire a una lista di minoranza, ad esempio quella del fondo lussemburghese Merlyn. Un’operazione che quasi sicuramente non avrebbe portato ad una sfiducia nei confronti di Labriola ma avrebbe comunque minato il suo potere, presentandosi come un’azione realmente ostile. Secondo le ultime indiscrezioni che arrivano AprireTuttavia, ormai che siamo vicini all’incontro, Vivendi pensa di astenersi, rafforzando così la posizione italiana. Il presidente del consiglio di amministrazione di Vivendi, Arnaud De Puyfontaine, in passato si era espresso contro l’accordo con KKR, soprattutto perché lo considera un prezzo basso. L’accordo è per 19 miliardi più due, i francesi hanno detto che l’operazione potrebbe chiudersi a 34. Forse proprio perché il vento appare, in questo momento, più favorevole, Labriola è arrivato a rafforzare le sue dichiarazioni su KKR negli ultimi tempi ore: «Tutti confermano che questa operazione è l’unica opzione per dare nuove opportunità strategiche e industriali a TIM e per risolvere una volta per tutte il problema del debito».

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