La speranza era che l’auto elettrica potesse rilanciare Mirafiori, dopo 13 anni di ricorso quasi strutturale alla cassa integrazione. L’obiettivo fissato era di 100mila auto all’anno, ormai niente più che un miraggio. Il crollo della produzione del 51 per cento rispetto ai tre mesi dell’anno precedente certifica la crisi dello stabilimento e della strategia di Stellantis per lo stabilimento torinese. E oggi, lunedì 22 aprile, è arrivata la firma della Fiom Cgil sugli ammortizzatori sociali, che di fatto rinvia tutto a dopo l’estate. Fino al 4 agosto l’azienda utilizzerà contratti di solidarietà per 1.200 dipendenti della 500e, seguendo un accordo simile per altri mille lavoratori Maserati. A maggio gli ordini sono vicini allo zero, poi dai primi di agosto a settembre i cancelli chiudono per ferie. E la speranza è che il governo rilasci gli incentivi promessi per dare nuova vita al settore. Come ricorda Corriere della Sera, per due anni la linea di produzione della Nuova Fiat 500e sembrava aver fatto uscire lo stabilimento dalla crisi, permettendogli di trovare una propria dimensione. Ma le vendite delle auto elettriche sono ferme, il modello proposto dalla Fiat è tra i più costosi del suo segmento e la produzione è crollata. Adesso i sindacati chiedono dunque che l’azienda «presenti nei prossimi giorni progetti industrializzabili nel breve o medio periodo che garantiranno, a partire da Mirafiori, una produzione tale da raggiungere il milione di veicoli nel nostro Paese». Stellantis utilizza ammortizzatori nello stabilimento di Torino da gennaio e la produzione procede a singhiozzo, per questo i sindacati chiedono che «oltre ai modelli 500e e Maserati venga assegnato un altro modello con potenzialità di volumi importanti e non di nicchia, per garantire la vocazione produttiva di Mirafiori come stabilimento di assemblaggio di automobili”.
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