ecco come il “sole artificiale” può vincere la sfida energetica – .

ecco come il “sole artificiale” può vincere la sfida energetica – .
ecco come il “sole artificiale” può vincere la sfida energetica – .

L’energia che “muove il sole e le altre stelle” è la nuova frontiera al quale guardiamo per un futuro davvero sostenibile. Mentre il tema della transizione verde è entrato con urgenza nelle agende politiche e nei piani industriali di mezzo mondo, lo sviluppo delle tecnologie legate alla fusione nucleare rappresenta una delle sfide più promettenti del progresso. Università, centri di ricerca ed enti istituzionali stanno infatti concentrando importanti investimenti per realizzare l’uso civile della suddetta forma di energia: un traguardo che fino a qualche decennio fa sembrava fantascienza e che oggi è invece considerato un orizzonte non solo percorribile ma anche vantaggioso per l’intera umanità.

La fusione è la reazione nucleare che avviene nel Sole e in altre stelle, producendo un’enorme quantità di energia. Due nuclei di elementi leggeri, come deuterio e trizio, a temperature e pressioni molto elevate, si fondono per formare nuclei di elementi più pesanti come l’elio, con emissione di grandi quantità di energia. Poiché nessun materiale di contenimento resisterebbe alle temperature richieste per questo processo, è necessario confinare magneticamente il plasma caldo all’interno di un reattore, senza che questo tocchi le pareti. Il tokamak è un esempio di contenitore di forma toroidale, caratterizzato da un involucro cavo – la “ciambella” – in cui il plasma è confinato da un campo magnetico con linee di forza a spirale. L’energia prodotta è quasi illimitato, sicuro e soprattutto pulito. Il suo impatto positivo sulla sfida della decarbonizzazione, quindi, può essere compreso senza troppe difficoltà.

I vantaggi sono infatti di carattere ambientale (la fusione non produce gas serra e, a differenza della fissione, non genera scorie radioattive), ma anche di carattere economico ed energetico: secondo alcune stime basterebbe un bicchiere di combustibile per alimentare una casa da più di 800 anni. Per questo continuano in tutto il mondo esperimenti e prove per avvicinare sempre più l’umanità alla realizzazione di un “sole artificiale” capace di salvare la società del prossimo secolo dal problema dell’approvvigionamento energetico. Lo sviluppo dell’energia da fusione sta partendo in tutta Europa e anche l’Italia è tra i Paesi più interessati a sostenere questa tecnologia. Il possibile ritorno del nostro Paese al nucleare, ma con lo sguardo rivolto all’innovazione del futuro, sarà uno dei temi al centro del dibattitoevento organizzato da Il giornale a Genova: mercoledì prossimo 15 maggio, dalle 9.30 alle 13, a Palazzo Ducale i grandi nomi dell’economia e dell’impresa si confronteranno sulle sfide della sostenibilità, intervistati dai più stimati autori del nostro giornale.

La mattinata di dibattiti sarà arricchita da un’intervista esclusiva al nostro direttore, Alessandro Sallustial Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Sarà l’occasione per comprendere le strategie del nostro Paese nel percorso della transizione verde, con il governo che, entro la fine della legislatura, intende varare tutte le norme necessarie per reintrodurre il nucleare in Italia. Il nostro Paese, del resto, sarebbe tutt’altro che impreparato a questo ritorno: siamo infatti leader nel programma europeo sulla fusione, secondi solo alla Germania. Inoltre, come ha ricordato di recente Francesco Corvaro, inviato speciale del governo per i cambiamenti climatici, “abbiamo un settore industriale e un know-how molto elevato nel settore“. Inoltre – ha aggiunto – “lavoriamo sulla fusione, cioè sull’energia che probabilmente ci permetterà, a ridosso del 2050, di fare un deciso passo avanti verso l’abbandono completo dei combustibili fossili“.

Sì, perché la suddetta tecnologia rappresenta una vera e propria svolta, nonché una risposta concreta ai grandi interrogativi del tempo presente sul destino del Pianeta dal punto di vista ambientale. L’energia pulita ottenuta dalla fusione nucleare mette un freno anche alle teorie dell’energia nucleare profeti della decrescita, che – in nome del verde – vorrebbe fermare il progresso, la crescita economica e quindi la vita. Al contrario, è proprio da futuro tecnologico e dall’innovazione nascono le alternative più rassicuranti capaci di coniugare tutela ecoclimatica e benessere. A questo proposito è opportuno considerare che la fusione nucleare applicata al settore civile porterebbe ad una maggiore distribuzione della ricchezza, mettendo in discussione le dinamiche geopolitiche e strategiche legate al mercato energetico.

L’Unione Europea fa già parte di questo ambizioso gruppo insieme a Cina, India, Giappone, Corea del Sud, Russia e Stati Uniti Progetto Iterper la quale ha stanziato 5,61 miliardi di euro fino al 2027 per dimostrare la “fattibilità scientifica e tecnologica” della fusione come futura fonte di energia. Nel lungo termine, i benefici di questi investimenti dovrebbero riguardare anche i cittadini, le imprese e la competitività dei Paesi coinvolti.

La corsa per assicurarsi un posto sotto il “sole (artificiale)” è aperta.

 
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