Prova Citroën C3, scheda tecnica, opinioni e dimensioni 1.2 PureTech 101 CV Max – .

Prova Citroën C3, scheda tecnica, opinioni e dimensioni 1.2 PureTech 101 CV Max – .
Prova Citroën C3, scheda tecnica, opinioni e dimensioni 1.2 PureTech 101 CV Max – .

Il primo di molti

Con la quarta generazione la piccola vettura arrotondata Citroen C3 diventa un piccolo crossover. La lunghezza praticamente non cambia, visto che da un paraurti all’altro misura 402 cm: solo altri due. Per mantenere i costi più bassi possibile e rendere i prezzi più attraenti, la nuova Citroën C3 è stata sviluppata piattaforma Smart del gruppo Stellantis: sostanzialmente una versione ripensata del CMP realizzato per la Peugeot 208 e che verrà utilizzato anche per altre vetture, come le prossime C3 Aircross e Opel Frontera e la futura “Pandona”, che sarà presentata il prossimo luglio.

Anche elettrico

Guardando il listino prezzi di quello nuovo Citroen C3un effetto i prezzi sono interessanti: il 1.2 turbo da 101 CV (è il nuovo motore con distribuzione a catena invece della cinghia) nell’allestimento con cambio manuale costa denaro 14.990 euro e include il climatizzatore manuale e gli ausili alla guida richiesti dalla legge, come la frenata automatica e il mantenimento della corsia. Naturalmente al posto dello schermo per il sistema multimediale c’è uno porta cellulare da collegare via Bluetooth agli altoparlanti interni e lo schienale del divano è in un unico pezzo, ma ci sono ancora i fari automatici a LED e gli specchietti regolabili elettricamente. E, per la variante attuale (113 CV, batteria utilizzabile da 43,7 kWh e 320 km di autonomia media omologata) il sovrapprezzo è di 8.910 euro: in pratica, senza contare gli incentivi statali (che sono già in esaurimento), bastano 23.900 euro.

Ricco ma non costoso

L’altra configurazione è la Massimol’oggetto di questo test, e richiede bene 4.510 euro in più ma comunque resta poco sotto i 20.000 euro (poco più di 28.000 euro per l’elettrica, senza contare gli incentivi): aggiungete i cerchi in lega, la vernice bicolore, la telecamera posteriore, gli alzacristalli posteriori elettrici, lo split divano e perfino la piastra di ricarica. Inoltre ci sono a sistema multimediale, con schermo da 10,3″, e climatizzatore automatico: si gestisce con comandi a leva pratici e intuitivi. Per entrambe le versioni le uniche opzioni sono le tinte metallizzate, la predisposizione per la ruota di scorta e (per la versione elettrica) il caricabatterie da 11 kW invece che da 7 kW.

“Tocchi” di bianco

Se il You inside è tutto in plastica rigida, all’interno del Max lo sforzo fatto migliora la qualità percepita è evidente: i pannelli delle porte integrano rivestimenti bianchi sui braccioli (oltre a quelli delle tasche) mentre un morbido inserto in tessuto riveste la “mensola” che attraversa la plancia: è quasi inutile come porta oggetti, visto che è stretto e con bordi bassi (alla prima accelerazione quello che sta sopra scivola via). Facile da usare comandisia quelli al volante che quelli a sinistra: uno è dedicato a disattivare l’avviso di eccesso di velocità con un solo tocco.

Scarso ma molto leggibile

IL pannello di controllo è montato alla base del parabrezza: è semplice e facilmente leggibile, anche se scarno: non riporta né il contagiri (utile su un’auto con cambio manuale come quella in prova) né i pittogrammi del navigatore. E anche la temperatura del liquido refrigerante è un’alternativa al computer di bordo. Va letto dall’alto il piccolo volante ovale: come nelle Peugeot ma, a differenza di questi, non è mai coperto dalla corona. Luci e ombre anche per il sistema multimedialeche si differenzia da quanto visto su altre auto del gruppo Stellantis: è semplice da usare e integra Android Auto e Apple CarPlay in modalità wireless ma mostra una sola funzione alla volta e la reattività è solo discreta (l’auto era ancora pre-serie e confidiamo in futuri aggiornamenti).

Il divano va “conquistato”

Dietro lo spazio è buono per due (soprattutto per le gambe e sopra la testa), mentre per tre si soffre la larghezza non generosa alle spalle. Due prese USB per la ricarica, invece, e pratiche tasche sul retro dei sedili: due per lato, visto che oltre a quelle tradizionali ce ne sono altre piccole proprio sotto i poggiatesta. Il difetto più grande, però, è quello legato alaccessibilità: le ante sono corte e non si aprono a 90°, mentre il divano arretrato rispetto alla porta richiede una certa contorsione per entrare.

Regolare ma alto

Luci e ombre anche per il tronco: ha forme regolari e, con 310 litri, è 10 volte più grande di quella della precedente Citroën C3. Non ha però il doppio fondo né il pianale ad altezza variabile e la bocca di carico è stretta a causa dell’ingombro delle luci; senza contare il soglia di carico 80 cm da terra.

Sedile rialzato

Rispetto alla precedente C3 è più alta di circa dieci centimetri. E questo significa averne uno posizione di guida più dominante, che permette anche di entrare e uscire più facilmente. Inoltre, su questo Max più costoso, il sedile del conducente è regolabile in altezza e i sedili hanno un’imbottitura a doppia densità: più rigida sotto e più morbida sopra. Il risultato è che ti avvolgono senza costringere.

Che primavera!

Vale l’assorbimento della rugosità della superficie. Questo anche perché tutti i Citroen C3, anche i più economici, hanno di serie le sospensioni con finecorsa idraulici. Questi elementi, che sostituiscono quelli tradizionali in gomma, garantiscono a migliore smorzamento quando le sospensioni sono completamente compresse, come accade quando si superano certi dossi rallentanti o buche particolarmente profonde. Solo discreto, tuttavia, ilinsonorizzazione; ma, visto il prezzo, è accettabile.

Buon cambio, meno vibrazioni

L’1.2 ha il la potenza di cui hai bisogno per muovere la C3: non ci sono modalità di guida da selezionare e solo ai bassi regimi (quando il turbo non funziona) potresti volere più grinta. Molte piccole però non fanno certo meglio e a questo prezzo spesso i motori non sono nemmeno turbocompressi. Che si tratti di un tre cilindri, però, lo si evince dalla segnaletica vibrazioni che, soprattutto ai bassi regimi, raggiungono poco il volante e il pomello scambio. Quest’ultimo ci ha convinto: ha una leva ben manovrabile e con una corsa definita ed è abbinata ad una frizione leggera e ben modulabile. IL timone è preciso quanto serve su una piccola sportiva senza pretese ma a bassa velocità non è leggero: in manovra non si ruota certo con un dito, come su altre auto.

 
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