L’inflazione mette a rischio i tagli dei tassi nel 2024 secondo Schroders Da Investing.com – .

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Investing.com – Secondo George Brown, economista statunitense senior presso Schröder (LON:), con rischi di inflazione “in forte inclinazione verso l’alto, È difficile dire se quest’anno assisteremo a tagli dei tassi dalla Fed”. Per l’esperto, infatti, se l’economia americana continuasse il suo slancio dopo l’ultimo rallentamento, i prezzi potrebbero creare problemi a causa delle diverse incognite che rendono particolarmente difficile l’ultimo miglio della disinflazione.

L’economia americana è ancora forte

“Nonostante la debolezza osservata nella prima parte dell’anno, continuiamo a prevedere una crescita del 2,7% per l’economia americana nel 2024”, Brown sottolinea. Secondo l’economista, il rallentamento della crescita dal 3,4% all’1,6% nel primo trimestre “è dovuto al rallentamento di 1,3 punti percentuali delle scorte e delle esportazioni nette”. Tuttavia, continua, “i consumi delle famiglie sono rimasti solidi e hanno chiuso il primo trimestre in territorio positivo, il che dovrebbe gettare le basi per una forte espansione nel secondo trimestre, più che compensando la debolezza della spesa pubblica”. Inoltre, “si prevede che la domanda interna rimanga solida grazie alla combinazione di un sostanziale aumento di nuovi posti di lavoro, una crescita positiva dei salari reali e una crescente fiducia dei consumatori”. Secondo Brown, le industrie orientate all’export dovrebbero beneficiare della ripresa del ciclo globale dei beni, “anche se gli investimenti rimarranno probabilmente limitati in attesa di chiarezza sul fronte elettorale”.

Ed è sulla base di questa analisi che Schroders fa ha alzato le stime di crescita dall’1,9% al 2,1%. Per quanto riguarda il 2025.

Inflazione in aumento

Tuttavia, le notizie sul fronte dei prezzi sono meno positive, con l’inflazione CPI sorprendentemente in rialzo nel primo trimestre. La causa principale, spiega Brown, “sono state le anomalie riscontrate nella categoria alloggio (rifugio) e il continuo aumento dei premi dell’assicurazione auto. Tuttavia, questo sembra trattarsi di una deviazione piuttosto che di un allontanamento dalla tendenza disinflazionistica. Infatti – ragiona l’analista -, ad aprile abbiamo assistito ad un modesto ma ampio allentamento, anche se il perdurare delle tensioni sul mercato del lavoro fa sì che il CPI potrebbe irrigidirsi o addirittura accelerare nuovamente”.

Nel frattempo, le condizioni del mercato del lavoro continuano ad essere più equilibrate: “il rapporto tra posti di lavoro vacanti e disoccupati, pur rimanendo elevato (1,3), è in diminuzione rispetto a 1,7 di un anno fa. Inoltre, anche se la crescita salariale si sta rivelando vischiosa, le pressioni salariali dovrebbero allentarsi man mano che sempre meno lavoratori lasciano il posto di lavoro, come indicato dal tasso di abbandono del lavoro, sceso al 2,1%.

Rischi al rialzo per i prezzi

Su questa base, Brown si aspetta che l’inflazione ritorni gradualmente a un ritmo coerente con l’obiettivo. “Tuttavia – prosegue -, i dati solidi osservati nel primo trimestre lasciavano prevedere una certa vischiosità residua sia per i servizi del settore residenziale che per quelli “supercore”.

Nel dettaglio lo hanno fatto gli esperti Schroders stime riviste al rialzo dell’IPC per il 2024, dal 2,7% al 3,1%mentre sostanzialmente smettono invariati quelli al 2025, al 2,2% rispetto al precedente 2,1%

In ogni caso, sottolinea Brown, “dato che i rischi di inflazione restano fortemente orientati al rialzo, è difficile dire se quest’anno assisteremo a tagli dei tassi da parte della Fed”. Qualsiasi allentamento, secondo la visione dell’economista, “sarà subordinato alla prova definitiva che l’inflazione sta convergendo verso l’obiettivo. Ciò non solo richiederà un rallentamento dell’inflazione sequenziale, ma dipenderà anche da un migliore equilibrio delle condizioni del mercato del lavoro”.

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Primo taglio a settembre?

In sostanza, lo scenario di base di Schroders è che i progressi su entrambi i fronti siano sufficienti a dare ai policy maker la fiducia necessaria per tagliare i tassi. “Ci aspettiamo che la Fed avvii il ciclo di taglio dei tassi a settembre, non a giugno – precisa Brown -, e quindi che ci saranno solo due tagli nel 2024. Per il 2025, invece, il manager prevede un solo taglio, sulla base dell’aspettativa che per allora l’inflazione avrà raggiunto l’obiettivo e che l’economia avrà raggiunto la piena occupazione. “C’è però il rischio – conclude l’esperto – che i tagli sono più tardivi e minori, oppure non ce ne sono affatto”.

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