ATESSA. Altre due settimane di cassa integrazione dalla Stellantis Italia di Atessa (ex Sevel), la più grande fabbrica abruzzese dove si produce il furgone modello Ducato. L’azienda li ha annunciati ai sindacati dall’8 al 21 luglio, con un aumento del numero dei lavoratori coinvolti da 600 a 800.
In una nota, la Fiom Cgil Rsu spiega che l’azienda ha confermato che la causa è il calo della domanda di furgoni cabinati destinati ai camper e di furgoni passo corto. Il reparto CKD, che spedisce componenti in Messico, rimarrà intatto grazie all’aumento dei volumi in America.
“Come la Fiom”, commenta il segretario provinciale Alfgredo Fegatelli, “siamo preoccupati perché crediamo che non possa essere solo un problema di mercato. In America crescono i volumi di veicoli commerciali leggeri, così come in Polonia e Regno Unito, dove crescono le vendite ed è attiva la produzione di veicoli commerciali leggeri elettrici nello stabilimento di Ellesmere Port. Inoltre, nel 2025 verrà costruito un nuovo stabilimento a Luton”.
“La nostra preoccupazione”, prosegue, “è che lo stabilimento di Atessa stia perdendo il suo ruolo centrale nella produzione di veicoli commerciali leggeri all’interno di Stellantis, iniziando a subire la concorrenza degli altri stabilimenti del gruppo”.
Il rallentamento della produzione non colpisce solo i lavoratori della ex Sevel, ma crea problemi anche a tutto l’indotto, cioè a tutta la filiera produttiva che affonda le sue radici in Val di Sangro. “Serve un patto unitario tra tutte le organizzazioni sindacali”, esorta Fegatelli, “mettendo da parte le divisioni contrattuali, per aprire un percorso che porti ad un piano industriale concreto, accompagnato da adeguati finanziamenti, che ci permetta di competere il mercato con le nuove tecnologie”.
