Chi acquista un’auto elettrica vuole tornare alla termica – .

Chi acquista un’auto elettrica vuole tornare alla termica – .
Chi acquista un’auto elettrica vuole tornare alla termica – .

Se potesse farlo, circa un terzo dei conducenti che hanno acquistato unmacchina elettrica tornerebbe in termica. In un nuovo rapporto curato da McKinsey, riportato da Notizie automobilistiche, le difficoltà che ancora affliggono i BEV stanno venendo alla luce. Nonostante la classe politica globale stia cercando di promuovere la transizione ecologica, permangono dei limiti, inerenti alle caratteristiche tecniche degli stessi BEV. I numeri raccolti confermano che il mercato non è ancora pronto ad abbracciare il cambiamento. Sebbene le ibride siano una realtà di prim’ordine, le auto a zero emissioni, leader in molti territori, tra cui l’Italia, mostrano dei difetti.

Il pentimento degli automobilisti

Entrando nel dettaglio, il 29% degli acquirenti di auto elettriche ha dichiarato che, se ne avessero la possibilità, riprenderebbe un modello termico. Le interviste sono state condotte a livello globale con 30.000 consumatori (proprietari di BEV e non proprietari di BEV), in 15 dei paesi più significativi, che rappresentano l’80% delle vendite complessive. Colpisce soprattutto il clima di ostilità vissuto negli Stati Uniti, dove il 46% dei possessori di veicoli full electric vorrebbe tornare alle tecnologie tradizionali. Non è un caso che le dichiarazioni al vetriolo di Donald Trump avessero già suscitato scalpore oltreoceano. L’ex presidente, ancora una volta in corsa contro Joe Biden, aveva parlato di volerne impedire la vendita negli Usa, qualora tornasse alla Casa Bianca.

Il vantaggio delle aziende cinesi

Continuano ad avere la palla in gioco le aziende cinesi, capaci di battere sul tempo quelle occidentali, avendo intercettato in anticipo le potenzialità dei veicoli green. Verso la fine dei primi anni 2000, quando ancora non esisteva un vero e proprio mercato dei BEV, Pechino decise di investire ingenti capitali. E la scommessa può dirsi vinta, al punto che negli Stati Uniti sia Biden che Trump hanno parlato di misure volte a contrastare l’avanzata orientale. A questo ci ha già pensato l’Unione Europea, con l’aumento dei dazi dei giorni scorsi, capace subito di far arrabbiare la Repubblica del Drago. Che ha minacciato di prendere misure e forse di metterle in atto, tanto da far tremare la Germania e non solo. Il timore è di assistere a pesanti ritorsioni, dannose per l’economia nazionale, visti gli stretti rapporti tra Berlino e Pechino.

Per quanto riguarda l’Italia, gli ecobonus 2024 sulle auto full electric sono andati a ruba, a differenza del recente passato. Una volta allentati temporaneamente i limiti di prezzo, troppo elevati rispetto alle effettive disponibilità di spesa delle famiglie, qualcosa ha cominciato a muoversi. In termini assoluti, però, i BEV costituiscono attualmente una parte minima del parco circolante, in cui comanda l’ibrido, seguito a ruota da quello a benzina. Lo stesso Governo difende i motori benzina e diesel, compresa Giorgia Meloni, secondo la quale dir loro addio sarebbe “follia ideologica”. Sarà facile per i critici ritrovarsi nelle lacune del sistema emerse dal rapporto McKinsey. Nello specifico, solo il 9% li ritiene sufficienti infrastrutture di ricarica pubbliche presenti, mentre il 21% rifiuta l’idea di passare alle auto a batteria. Il terzo classificato cita come motivazione il tema dell’autonomia: rispetto al 2022, le aspettative minime sono cresciute in media da 435,5 a quasi 469.

 
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