I super ricchi preferiscono il settore immobiliare. E in Italia attrae la soffitta cittadina – .

Il settore immobiliare è una priorità di investimento per i ricchi di tutto il mondo che, nel corso del 2023, sono diventati ancora più ricchi grazie al buon andamento dei mercati finanziari. La loro principale preoccupazione attualmente è quella di difendere il valore reale del patrimonio accumulato negli anni, a fronte di un’inflazione che, seppure in calo rispetto agli ultimi due anni, continua a erodere in modo improduttivo il risparmio depositato. Sono alcuni degli elementi che emergono dalla lettura del Wealth Report 2024, l’analisi annuale realizzata da Knight Frank.

In particolare, il 22% degli Uhnwis (detentori di un patrimonio non inferiore a 30 milioni di dollari) e il 19% degli Hnwis (non meno di 5 milioni) dichiarano di voler acquistare casa quest’anno, con i Millennials (nati tra il 1981 e il 1995 ) che sono i più colpiti. Un chiaro segnale del fatto che, nonostante i numerosi cambiamenti avvenuti negli ultimi anni sul fronte dei consumi (basti pensare alla priorità data ormai all’uso di molti beni rispetto alla proprietà), il mattone resta al vertice degli investimenti priorità. Non solo per una questione di sicurezza percepita che deriva dall’avere un tetto sopra la testa, ma anche perché – a differenza di molti altri beni – l’immobile tende a non svalutarsi nel tempo, ovviamente a patto che venga adeguatamente mantenuto. Senza dimenticare che si tratta di una classe di investimento influenzata positivamente dall’inflazione, tornata alla ribalta nelle nostre vite dopo decenni in cui era scomparsa. Inoltre, a fronte di un calo generale delle compravendite, i valori degli immobili residenziali in tutto il mondo sono aumentati di oltre il 3%. Per gli investitori, evidenzia lo studio di Knight Frank, i rendimenti del settore immobiliare sono stati sostenuti dall’aumento degli affitti di lusso globali, che sono in media tre volte superiori alla loro tendenza a lungo termine.

Grafica di Silvano Di Meo

Per quanto riguarda l’Italia, i Paperoni investono soprattutto negli attici delle grandi città. In generale, l’attrattività delle soluzioni prime nel nostro Paese è sostenuta soprattutto grazie alla flat tax, che consente ai residenti in Italia di pagare una flat tax annua di 100mila euro sui redditi esteri. Il regime fiscale può essere esteso anche ai familiari, con un’imposta aggiuntiva di 25mila euro. Milano è la località preferita da chi si stabilisce nella Penisola e questo ha prodotto una forte pressione della domanda sull’offerta, con i prezzi medi delle case passati dai 3.883 euro al metro quadro di cinque anni fa a un massimo di 5.345 euro nel 2023. Anche se per abitazioni esclusive , così come quelli situati nel centro del capoluogo lombardo, il prezzo va ben oltre i 10mila euro al metro quadro.

Nel 2023 il numero degli Uhnwi nel mondo è cresciuto del 4,2% nel confronto annuale (circa 70 ultra-ricchi in più al giorno), arrivando a quota 601.300. Il Nord America non solo si è confermato l’area con il maggior numero di ricchi, ma è stata anche quella con la crescita più rapida (oltre il 7%), staccata di un punto dal Medio Oriente, e più indietro Europa e America Latina. A livello Paese, invece, il progresso maggiore in termini di Uhnwi è stato registrato in Turchia (+9,7% rispetto al 2022), davanti a Stati Uniti (+7,9%) e India (+6,1%).

La maggiore crescita in termini di patrimonio è stata appannaggio di chi ha investito in aziende all’avanguardia in termini di intelligenza artificiale, che si sta rivelando uno straordinario motore di crescita economica. Ma bene anche altre asset class, dall’oro (+15% rispetto al 2022) al Bitcoin (+155%). Più misurata la performance del reddito fisso, ma in alcuni casi si sono ottenuti guadagni percentuali a doppia cifra, con i titoli in circolazione che hanno scontato in anticipo i tagli dei tassi di interesse attesi per l’anno in corso. A questo proposito sarà interessante vedere come evolverà la situazione, visto che la BCE ha avviato solo di recente l’allentamento monetario, mentre a fine 2023 si stimava che lo avrebbe fatto all’inizio della primavera. Mentre la Fed americana finora è rimasta ferma e non è escluso che mantenga questa posizione per tutto il 2024.


Grafica di Silvano Di Meo

Grafica di Silvano Di Meo

Guardando in prospettiva, lo studio dedica poi un approfondimento al passaggio generazionale della ricchezza, nella consapevolezza che questa fase può rivelarsi critica, da un lato, nella misura in cui non si riesce a trovare un punto di incontro tra le diverse componenti delle famiglie imprenditoriali coinvolte nel processo, dall’altro può consentire ai gestori patrimoniali di entrare in contatto con le nuove generazioni, con i loro linguaggi e bisogni. La generazione Z (i nati tra il 1996 e il 2010) è quella più fiduciosa nella propria capacità di creare ricchezza nel medio termine, con gli investimenti finanziari e la creazione di startup indicate come leve per la crescita patrimoniale.

Il cambiamento climatico influenza le decisioni di investimento, soprattutto tra le nuove generazioni: tra i millennial, l’80% dei maschi e il 79% delle femmine dichiara di voler ridurre la propria impronta di carbonio, rispetto al 59% dei boomer (nati tra il 1946 e il 1964) maschi e al 67% femmine .

 
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