Bond oggi – BTP bloccati. Ecco quando potrebbero innescarsi – .

Bond oggi – BTP bloccati. Ecco quando potrebbero innescarsi – .
Bond oggi – BTP bloccati. Ecco quando potrebbero innescarsi – .

Sono la delusione delle ultime settimane. BTP – così come tutti i titoli di Stato dell’euro in generale – non si muovono. Ciò è dovuto certamente alle incertezze della BCE ma anche ai risultati delle elezioni europee. Gli eventi sono ben noti e ne abbiamo scritto di recente.

Questa situazione, però, mette in imbarazzo i piccoli e medi investitori, che sono entrati nel settore a braccia aperte, scommettendo su successivi rimbalzi dei prezzi. Che non si manifestano. D’altro canto, tutti gli indicatori tecnici non hanno mai creato illusioni di forti rialzi, evitando falsi segnali.

Da tempo, infatti, non vedono più la possibilità di nette riprese nel breve e (ora possiamo dirlo) medio termine. Vediamo cosa indicano attualmente.

Il futuro meno seguito è il più veritiero

Poco monitorato, il future short sui Btp – relativamente alle scadenze brevi dei Btp – è piatto da settimane tra 104,8 e 105,3 bp. Non c’è vita su questo fronte e ci sarà solo in presenza di un rimbalzo sopra 105,35, dove attualmente si trovano sia la media mobile a 200 periodi sia una resistenza di lungo periodo (una coincidenza piuttosto significativa).

I movimenti di questo derivato sono sempre contenuti ma molto precisi nell’indicare il sentiment del mercato su una parte della curva che oggi è tra le più osservate nell’ambito dei BTP.

Il futuro più seguito attende con incertezza

L’altro derivato – i BTP a lungo termine – relativo alle lunghe scadenze dei BTP – è l’indicatore più seguito dai mercati. Anch’esso è rimasto piatto per diverse sessioni, ma giovedì ha rotto al di sotto della media mobile a 200 periodi, il che non è un segnale positivo.

E allo stesso modo tutti gli altri oscillatori tecnici non indicano una ripresa dei prezzi. C’è una resistenza iniziale a 116,9 bp da superare e poi quelle di 117,8 e 118,6 bp. Solo superando quest’ultima ma con forza i nostri titoli di Stato riprenderebbero fiato.

La prestazione è la prova del nove

Il terzo indicatore, il più sensibile, è il rendimento del BTP decennale. Fotografa l’andamento del nostro e di tutti i titoli di Stato ed è facilmente comprensibile dal grande pubblico. Anche in questo ambito non c’è nulla di positivo per chi è bullish sui prezzi (e quindi bearish sui rendimenti). Anzi, è salito sopra il 4%, con un movimento che in realtà è iniziato a metà marzo e che dimostra di non avere alcuna reale capacità di inversione. Che si manifesterebbe con una netta inversione sotto il 3,8% e poi sotto il 3,6%.

Diciamolo com’è

Abbiamo visto un mercato molto incerto nelle ultime settimane e in attesa delle dichiarazioni della BCE. Tuttavia, quando sono arrivate, non sono state convincenti. Evidenziando un forte scetticismo su una natura contraddittoria di intenzioni che fa paura. Non è certamente solo l’inflazione a influenzare le scelte.

C’è la politica (quella peggiore!), ci sono gli esiti elettorali incerti, c’è una Banca Centrale ormai più potente dell’Unione Europea e ci sono i segnali di perplessità provocati dall’economia e dal mondo del petrolio. Insomma, il quadro è carico di nebulosità, che per molti aspetti potrebbe però spingere verso una crisi sistemica capace di far scendere improvvisamente i tassi e quindi i rendimenti.

Attenzione poi a monitorare i tre strumenti che abbiamo indicato sopra. Almeno dicono la verità!

 
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