«The Atitech hub saves tradition» La Nuova Sardegna – .

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Olbia. La manutenzione degli aeromobili ha le sue radici in aperta campagna. Naturalmente Matrimonio 1 e Matrimonio 2: il primo hangar dove ti sei sporcato le mani di grasso è un cassonetto di lamiera ancora fermo lungo la strada che porta a Loiri. A Venafiorita è nata Alisarda e con lei anche la lunga tradizione di a centro di manutenzione tra i migliori in circolazione. Finito a capolinea con la scomparsa di Aria Italiae con centinaia di lavoratori rimandati a casa, risorgerà nei prossimi mesi sotto la bandiera del gigante Atitech. Non più aerei di linea ma jet aziendale. Insomma, una vecchia storia che in qualche modo riprende vita e apre nuovi scenari in termini di sviluppo e occupazione. Gavino Degortesda Olbia, uno dei pilastri storici di quella che fu Manutenzione Meridiana, questa volta non veste la tuta del meccanico ma veste i panni dello spettatore. E sorride dell’accordo tra Geass e Atitech che mira a riattivare il polo di manutenzione ai margini della pista dell’aeroporto Costa Smeralda. «Spero davvero che sia una vera rinascita – dice Degortes, in pensione da circa quindici anni –. Perché è giusto che Olbia abbia di nuovo il suo centro di manutenzione. Lei è una tradizione che doveva essere salvato. Il mondo dell’aeronautica è molto affascinante e sono convinto che ci siano anche tanti giovani pronti a mettersi in gioco”.

Una Venafiorita. Principe Karim Agha Khan aveva fondato Alisarda qualche anno prima quando Gavino Degortes, classe 1951, della famiglia Spazzolaè finita per la prima volta all’ombra di un aereo. «Facevo gli studi professionali – racconta – e ho iniziato a lavorare in un laboratorio. Facevo ringhiere e ferravo asini e cavalli. Tutte cose che mi aiutavano. Poi è arrivata la possibilità di andare a lavorare per Alisarda. Era il 1971 e l’aeroporto Costa Smeralda sarebbe stato inaugurato tre anni dopo. Quindi la nostra base era l’aeroporto di Venafiorita e noi tecnici lavoravamo dentro l’hangar che ora è abbandonato ma ancora lì. Altri tempi, invece. Io loro hanno affascinato i ricordi di un mio zio che pilotava idrovolanti e, per me, lavorare per Alisarda era davvero il più bello. Eravamo tutti amici: tecnici, piloti e assistenti di volo. Siamo cresciuti insieme, il rispetto era reciproco. Tutto era ben organizzato, abbiamo lavorato e studiato. La formazione è stata fondamentale e ricordo ancora la figura di Giancarlo Buraggiuno dei nostri insegnanti. Da qualche parte conservo ancora i suoi opuscoli. Una persona squisita che ci ha insegnato tutto, a partire dall’aerodinamica. Bei ricordi, almeno per me.”

Eccellenza. Nel luglio del 1974, mezzo secolo fa, veniva inaugurata la Costa Smeralda. Per un primo periodo, però, i tecnici dell’Alisarda hanno continuato ad operare all’interno dell’hangar di Venafiorita. Infine il mossa definitivamente nel nuovo aeroporto. È qui che l’hub di manutenzione di Olbia, che poi sarebbe diventato Meridiana Maintenance e poi sarebbe stato fagocitato da Air Italy prima della drammatica chiusura, divenne presto un eccellenza anche a livello internazionale. Al lavoro diverse centinaia di tecnici altamente specializzati. “Eravamo in tanti ed eravamo molto vicini gli uni agli altri”, ricorda Degortes. “Abbiamo lavorato bene e il nostro hub è stato per molti anni un fiore all’occhiello. Siamo stati scrupolosi. La fretta, come diceva uno dei nostri ingegneri, è nemica dell’aeronautica. Abbiamo fatto interventi che nessun altro in Italia ha fatto. In quattro ore siamo cambiati il motore di un aereo. Ho viaggiato per il mondo, da New York all’Europa passando per l’Africa.”

Fine e rinascita. Quando Air Italy fallì nel 2020, travolgendo anche l’ex Meridiana Maintenance e tutti i suoi lavoratori, Gavino Degortes era in pensione da diversi anni. «Alcuni colleghi mi mandarono dei video – racconta –. Si vedevano gli aerei tagliati e spogliati. È stato doloroso. Ancora oggi non riesco a capire come sia stato possibile distruggere un’eccellenza di quel livello”. La speranza, quindi, ora ricade tutta sul progetto Atitech. «Le strutture ci sono, le competenze anche – conclude Degortes –. Abbiamo tutti le carte in regola per fare bene».

 
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