ci stiamo muovendo verso 1.600 uscite e 800 assunzioni – QuiFinanza – .

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ci stiamo muovendo verso 1.600 uscite e 800 assunzioni – QuiFinanza – .

L’accordo sindacale è saltato, Banco Bpm sembra intenzionato a procedere sul piano di più 1.600 uscite e 800 assunzioni per un totale, quindi, di 800 uscite nette. Piano annunciato a fine 2023 e sul quale i rappresentanti dei lavoratori avevano cercato una mediazione. Il punto più caldo dello scontro tra la banca e le sigle riguardava il rapporto tra entrate e uscite.

La pratica

Nel campo del credito esiste una sorta di praticaun accordo tacito tra banche e sindacati, secondo il quale ogni due uscite deve essere garantito una nuova assunzioneBanco Bpm si è detta disponibile a proseguire su questa strada, già intrapresa più volte da altri player. Ma la sostenibilità economica, hanno dichiarato i vertici aziendali, ha impedito di fare di più rispetto alla prassi consolidata.

Sindacati divisi

L’obiettivo era di raggiungere un accordo entro il 30 giugno, ma le trattative sono fallite nell’ultima settimana del mese. Fabi e Unisina sarebbero stati aperto alla discussione mentre io sindacati confederali, Primo, fiscale e Uilca loro hanno abbandonato IL negoziazione lo scorso 7 marzo.

In una nota, Banco Bpm spiega che “in una riunione regolarmente convocata, First, Fisac ​​e Uilca hanno deciso di abbandonare il tavolo proprio quando si stava affrontando l’atteso tema del fondo per le uscite incentivate. Abbiamo deciso di proseguire la trattativa con i rappresentanti delle altre due sigle sindacali, Fabi e Unisin, che sono rimasti responsabilmente a negoziare, per correttezza nei loro confronti e nei confronti di tutti i lavoratori del Gruppo che, come noto, si aspettano dall’azienda risposte su un tema che suscita molto interesse”.

“Questa misura – ovvero il piano di due prepensionamenti per ogni nuova assunzione – è pienamente compatibile con quanto definito nel Piano Industriale e ci consente di assumere un numero significativo di giovani, circa 800, garantendo un importante ricambio generazionale e manageriale”, si aggiunge.

In una comunicazione interna ai dipendenti, Banco Bpm ha annunciato di essere pronta a procedere senza accordo sindacale. Al momento ci sarebbero già oltre 500 richieste volontarie di uscita dello stesso numero di dipendenti e funzionari che avrebbero richiesto l’accesso al regime pensionistico incentivato.

Questa situazione permetterebbe di “poter accogliere le eventuali richieste di oltre 2.000 persone, la maggior parte delle quali, a quanto ci risulta, sono già interessate, che potrebbero avere accesso a un fondo di solidarietà”.

Due trattative parallele

La trattativa con Banco Bpm sulle uscite incentivate “proseguirà con due tavoli: uno composto dalla maggioranza (First Cisl, Uilca Uil e Fisac ​​Cgil) e uno di minoranza (Fabi e Unisina) su tutte le questioni perché non abbiamo interrotto le trattative con l’azienda e siamo sempre pronti a continuare a negoziare per raggiungere accordi che siano convenienti anche per i lavoratori”.

“Abbiamo letto – criticano i sindacati di maggioranza – con una sorriso sulle labbra il volantino di Fabi e Unisin, pieno di una realtà arricchita di elementi fantasiosi“.

Ma i nodi da sciogliere tra Banco Bpm e sindacati riguardano anche altri punti, come il premio aziendale e le classificazioni per le nuove figure professionali. Il rischio è che la rottura delle trattative su uscite e assunzioni possa rallentare i lavori attesi a luglio.

 
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