censurano l’alpino perché la statua ha un’arma – .

censurano l’alpino perché la statua ha un’arma – .
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Follia politicamente corretta, episodio numero due. Se pensavate che la polemica sulla statua della donna che allatta a Milano era già abbastanza assurdo, cosa succede Padova forse è anche peggio. Nessuna maternità “non universalmente condivisa”, questa volta sono coinvolti gli alpini: il monumento a loro dedicato suscita indignazione perché rappresenta un soldato… armato.

È lui che racconta questa storia assurda Quarta Repubblica. Nella città veneta a dividere è la decisione del Comune, guidato anche da PD, di commissionare una statua dedicata ai combattenti con la penna nera. Alcuni esponenti della maggioranza, infatti, lo ritenevano troppo evocativo della guerra. “Qualcuno ha sollevato l’opportunità di questo argomento”, ammette Andrea Micalizzi, vicesindaco di Padova per i Democratici. Per ora nella piazza c’è solo il piedistallo. Ma in fonderia l’Alpino di bronzo è già pronto: aspetta solo il via libera dei pacifisti. In realtà, a ben guardare, il soldato non è nemmeno in posa militare: l’alpino si copre il volto dal sole e impugna il tradizionale moschetto. Ed è proprio il fucile della discordia. “Perché non mettono due fiori nella canna della pistola? – tu chiedi Elena Pietrogrande, portavoce di Area Pace del Comune di Padova – un’arma è sempre un’arma e manda un messaggio offensivo e non pacifico”. Le fa eco Giovanna Benucci di Assopace: “Gli alpini sono andati in Africa, Albania e Grecia e le cose non sono andate bene”

Si occupa lui di difendere il povero soldatino di bronzo Carlo Casellato, presidente della locale sezione alpina: “Quando è nata questa polemica non l’ho capita. Gli alpini hanno fatto la storia”. E poi quella statua ha un’arma, ma «non è un fucile puntato contro il nemico, è appoggiata a terra. Forse potremmo difenderci senza armi. Saremmo tutti felici, ma non è possibile”. Per fortuna il sindaco ha deciso di non cedere alle pressioni e la statua verrà collocata al suo posto. A una condizione, però: al monumento all’alpino sarà affiancato quello dedicato a una donna. Costo? 100mila euro.

Il prezzo della correttezza politica.

 
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