da Nomellini a De Chirico la mostra al Forte Il Tirreno – .

da Nomellini a De Chirico la mostra al Forte Il Tirreno – .
da Nomellini a De Chirico la mostra al Forte Il Tirreno – .

FORTE DEI MARMI. Un illuminante affresco sulla pittura toscana e non, da De Chirico A Nomellini, riaffiora a Villa Bertelli a Forte dei Marmi in una spettacolare mostra, dietro segnalazione di un esperto critico, Elisabetta Matteucci, in rappresentanza della Società delle Belle Arti. La mostra, che occuperà gli spazi della villa fino al 30 giugno (ingresso gratuito, tutti i giorni dalle 16 alle 19) è un doppio elogio: al collezionista privato che ha raccolto questi quaranta dipinti e ai pittori che si sono fatti interpreti creando loro. Staccati dalle mura di una villa della pianura pisana, si offrono al pubblico che ha così modo di respirare un’atmosfera davvero non museale, rinfrescandosi la memoria con paesaggi dimenticati, dalla costa livornese al lago di Puccini, dalla Firenze delle vie storiche di Rosai alle suggestioni di De Pisis.

Collezionare dai vecchi tempi

Cos’era il collezionismo nel passato? Era contemplazione. Adesso, con il sistema delle aste, tutto si compra a buon mercato, l’opera d’arte si pesa in fretta e fugge. Prima, però – e il critico ne è stato un esempio Diego Martelli che inventarono i Macchiaioli – prima di acquistare un quadro o una scultura, si stringeva amicizia con l’artista, si frequentavano i suoi anfratti, dalle “Giubbe Rosse” di Firenze al caffè “Greco” di Roma, dal caffè “Michelangelo”, sempre a Firenze (dove Fattori era di casa) ai caffè Brera di Milano. E poi in salotto passavamo ore a guardare ritratti e paesaggi. In questa mostra a Villa Bertelli a Forte dei Marmi, molto spazio è dedicato al gruppo che lavorò attorno a Giacomo Puccini in quel “Bohéme Club” che il maestro lucchese renderà eterno nella famosissima opera sugli artisti parigini influenzati dall’impressionismo. Il gruppo intorno Giacomo Puccini, che sperimentarono le stupefacenti bellezze del Lago di Massaciuccoli, provenivano invece dalla lezione di Fattori e Telemaco Signorini, erano post-macchiaioli, però, come ben scrive Sgarbi, “Labronici”, che dal 1920 si erano associati e portavano i nomi di Fratelli Tommasi, Mario Puccini, Ulvi Liegi, Plinio Nomellini, Gino Romiti, Raffaello Gambogi, Oscar Ghiglia, Giovanni Bartolena.

Erano ed erano molto diversi per carattere e colori: frequentavano tutti il ​​caffè Bardi di Livorno, ma tutti si sentivano refrattari ai movimenti tempestosi del Novecento, dall’Astrattismo al Futurismo fino al ritorno all’ordine. Brillante nei colori (vedi Ghiglia), incuriosito dallo spettacolo come Nomellini (dipinse la ballerina Isadora Duncanospite di Eleonora Duse a Lido di Camaiore in Versilia), affascinati dal paesaggio come i Tommasi, più volte incantati dallo scenario delle Alpi Apuane, puntuali narratori di piazze affollate come Bartolena, arrivarono con Renato Natali narrando anche le lussureggianti banchine del porto di Livorno assemblate da liberatori soldati americani e pittoresche signorine dedite alla fratellanza. Insomma, una generazione ricca di suggestioni e di produzione che il collezionista pisano, scovato da Elisabetta Matteucci, è riuscito a portare tra le mura di casa sua. Matteucci è la figlia di Giuliano che, da una modesta galleria a Viareggio, riuscì ad aprirne altre, con successo, a Cortina, Milano e Parigi, essendo considerato il massimo esperto di Macchiaioli.

Le opere in mostra

Nella mostra a Villa Bertelli, molto ben diretta da Ermindo Tucci, poi appare un mirabile De Chirico, con un cesto di frutta sognato, e poi un dipinto del ferrarese De Pisis, che riportava l’anima alla realtà dell’immagine, ancora un dipinto di Ardengo Soffici, saggista, poeta e pittore che dominò il Cinquale e inventò il “Quarto Platano” a Forte dei Marmi dove accorrevano Ungaretti E Guttuso, Montateli E Catarsini, Repaci E Moravia, un evento di celebrità che diede lustro alla Versilia negli anni ’60. E su cui presto ci sarà una mostra a Villa Bertelli. Infine per chi ama la fiorentina Ottone rosaCi sono opere toccanti per ricordarlo tra i grandi maestri del Novecento.

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