sinergia tra gli Ordini Italiani – .

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Parere positivo sul decreto 69/2024 pur ritenendo necessario procedere ad una riforma organica che vada oltre i singoli provvedimenti correttivi, per superarne la parzialità e la provvisorietà e garantire l’uniformità a livello nazionale dei parametri e delle regole amministrative.

Gli Ordini esprimono da tempo il loro parere sulla necessità di intervenire su alcuni aspetti cruciali e problematici che il decreto risolve solo in parte. Raccogliamo quindi i pareri di alcuni Ordini italiani per sottolineare e rafforzare la volontà di procedere tutti in una direzione unica e univoca, come ha ampiamente dimostrato il lavoro svolto in cooperazione in materia negli ultimi due anni.

Sono soddisfatto da segnalare che il nostro Consiglio Nazionale si sta allineando al lavoro già svolto dagli Ordini che da tempo espongono, nel corso di incontri nei propri territori, temi quali fruibilità, tolleranze, doppia conformità, responsabilità professionale, con l’obiettivo di sensibilizzare la classe politica e dialogare con essa.” inizia così Maria Cristina Milanese, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Torinoricordando il Road Map degli incontri svolti: “Da Torino a Crotone, passando per i principali capoluoghi di provincia d’Italia, Milano, Roma, Firenze, Siena, Frosinone e Caserta. Un viaggio durato quasi un anno per dimostrare la sinergia creato tra i Presidenti degli Ordini degli Architetti Italiani.”

Ritengo che non si debba solo prestare attenzione alle proposte correttive del D.Lgs. 69/2024, ma sia necessario promuovere una riforma del TUE, per evitare confusione e rendere più efficace la procedura senza lasciare spazio a interpretazioni.”. Il Presidente conclude, condividendo quanto espresso anche dall’ Alessandro Panci, Presidente dell’Ordine degli Architetti di Roma:

Attualmente, a livello regionale, le decisioni vengono prese in modo frammentato, ognuno per conto proprio. Se non si procede con un cambiamento complessivo, che intervenga a livello nazionale uniformando tutti i parametri e le regole amministrative, si resterà in una situazione in cui saranno sempre presenti incertezze e incomprensioni. Non si tratta di stabilire percentuali individuali ma di un funzionamento riconosciuto a livello nazionale o regionale, perché è un problema se il livello inferiore impedisce iniziative generalmente pianificate a livello superiore. La necessità di introdurre la regolamentazione di VEPA o pergotende all’interno di un testo nazionale evidenzia un sistema normativo esistente che non ha la necessaria chiarezza ed è frammentato a livello regionale. Un altro esempio relativo alla verifica di conformità: la doppia conformità tra aspetti edilizi e urbanistici non è stata realmente eliminata perché in parte permane oggi, nonostante le misure previste dal Salva casa. Si spera che con le modifiche al testo si proceda con correzioni che la eliminino completamente. Così il Presidente Panci riassume le sue osservazioni sul cosiddetto “Decreto Salva-Casa” inviato alla commissione Ambiente della stanza che sta esaminando il decreto legislativo 69/2024 per la conversione in legge.

Un affidavit è una dichiarazione formale e solenne fatta da un individuo o da un’entità per attestare la verità, l’autenticità o la validità di qualcosa. Questa dichiarazione è spesso fatta con certezza e certezza, basata su fatti o prove concrete.” afferma Raffaele Fusco, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Astidando voce all’opinione unanime in merito alle responsabilità attribuite al professionista, il quale deve poter esercitare la professione senza temere che l’opacità normativa lo esponga a rischi interpretativi. “Il tecnico che rilascia la certificazione si assume ogni responsabilità civile e penale nel caso in cui si verifichino problemi all’edificio (crolli strutturali, danni causati a persone, ecc.). Il concetto di certificazione è contenuto nel Testo Unico, DPR 380/2001, in materia di libera edilizia, titoli abilitativi, DIA e SCIA, a corredo della richiesta di permesso di costruire. Date queste premesse, gli Architetti sono formati e preparati a redigere tali dichiarazioni, ma la complessità e la poca chiarezza della legge espongono sempre più i Professionisti a rischi interpretativi che non sono di loro competenza. È evidente quindi la necessità di una Norma Chiara che non esoneri i Professionisti dalla redazione di tali Certificazioni, ma che consenta loro di farlo in assoluta tranquillità nell’interesse dei cittadini e del territorio in cui operano..”

Cristiano Guernieri, Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Mantovamette in luce un ulteriore aspetto a cui porre attenzione in merito alla correzione del Testo Unico attualmente vigente, che rischia di non evidenziare le problematiche e i problemi connessi al patrimonio edilizio esistente come nuova risorsa, e quindi di non interpretare il patrimonio storico.”Siamo soddisfatti del lavoro proposto”, dichiara il Presidente Guernieri, “ma anziché agire su singoli problemi, aspetti o capitoli, procediamo in modo organico, prevedendo un’interazione tra Testo Unico Edilizia e Vincoli, tenendo conto dell’evoluzione tecnologica realizzata dal 1975 a oggi. La semplificazione proposta deve essere legata alle procedure per Libera Attività, Permessi di Costruire, Scia e all’eliminazione della Doppia Conformità. Inoltre, il testo deve guardare anche all’aspetto sismico e strutturale sostenibile dell’edificio e deve, quindi, guardare al futuro del nostro patrimonio edilizio. Soprattutto, il testo futuro deve essere una NORMA EDILIZIA e non una NORMA Urbanistica”.

Chiarezza e coraggio: ecco i punti chiave che Francesco Livadoti, Presidente Ordine degli Architetti PPC Crotoneauspica che siano loro a essere il motore trainante della definizione di una legge il più possibile trasparente: “Una nuova e ulteriore modifica al vecchio TU 380 del 2001 non rappresenta la soluzione e il DL Salva Casa non fa che aumentare l’enorme incertezza e confusione già esistente all’interno degli Studi Professionali, ma anche negli Uffici Tecnici dei Comuni di tutta Italia. Ad affermarlo non sono solo i singoli Professionisti ma anche Responsabili di Settore e Istruttori Tecnici che si ritrovano a dover districarsi tra vecchie e nuove “semplificazioni” di una Legge ormai superata nella sua visione originaria. Eppure, il periodo magico dei bonus edilizi aveva ampiamente dimostrato questo aspetto, tanto che si è dovuto intervenire più volte per modificare l’art. 3 o l’art. 9, salvo lasciare inalterati alcuni articoli e paragrafi trascinati dai soliti richiami, come si fa nella maggior parte delle disposizioni normative. Gli effetti che il DL Salva Casa sta producendo rischiano di trasformarsi in un vero e proprio boomerang per professionisti, cittadini e imprese che anziché regolarizzare le abitazioni potrebbero ritrovarsi a pagare un prezzo salato a causa di interpretazioni a cui i professionisti tendono ad aggrapparsi. Oggi più che mai c’è bisogno di una Legge sull’edilizia chiara e coraggiosa, che non nasconda insidie ​​per nessuno e che vada nella direzione di una vera regolarizzazione e riqualificazione degli edifici e soprattutto che non esponga nessuno a rischi professionali e legali.”

Siamo quindi moderatamente soddisfatti dei risultati sinora conseguiti e del Decreto Salva Casa, rafforzati da una proficua collaborazione tra gli Ordini italiani, che dimostra ampiamente la comune volontà di procedere ad una riforma organica del Testo Unico delle Costruzioni.

 
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