Andrew McCarthy emerge dal passato e parla della maledizione del Brat Pack, tra alcol, droghe, machismo, body shaming – .

Andrew McCarthy, superstar degli anni ’80, parla candidamente del Brat Pack, che non portò fortuna alle giovani superstar che ne facevano parte. L’attore ricorda episodi inediti alquanto imbarazzanti.

Se eri un adolescente negli anni ’80, ricorderai il Pacchetto marmocchicioè un gruppo di giovani attori che, grazie ad una manciata di film, tra cui Il club della colazione, Classe, La bellezza in rosa e specialmente Fuoco di Sant’Elmodivennero presto gli idoli di orde di ragazzi e soprattutto di ragazze, che adoravano il taglio di capelli scalato Rob Lowela spettacolare bellezza di Demi Moorel’aria simpatica e sorniona di Emilio Estevez e la faccia da bravo ragazzo Andrew McCarthy. Ad un certo punto, proprio quando è nato, il Pacchetto marmocchi scomparve, insieme all’era Reagan, e solo pochi di quell’epico clan rimasero in voga. Gli altri caddero nell’oblio, portando con sé la dipendenza da droga e alcol e trovando piuttosto difficile reinventarsi.

Se ti raccontiamo la storia di Pacchetto marmocchiche prese il nome da una piccola modifica dell’espressione usata per riferirsi agli artisti del gruppo Franco Sinatra E Dean Martinquesto è il Branco di topi, è perché c’è una lunga intervista con Variety in Variety Andrew McCarthy in cui quel successo e quell’esperienza vengono descritti come una sorta di maledizione, e noi nostalgici non abbiamo resistito al piacere di scriverne.

Il fuoco di Sant’Elmo e la gloria degli altri

Prima di parlartene Andrew McCarthychiariamo un po’ le cose Pacchetto marmocchi. Fu un giornalista di nome a chiamare così quei giovani talenti di Hollywood David Blumche l’ha inventato quando se ne parla nella cover story di un numero del New York Magazine Fuoco di Sant’Elmo, che era appena arrivato nelle sale. L’articolo riguardava solo Emilio Estevez, Rob Lowe E Judd Nelsonmentre di McCarthy non c’era nemmeno l’ombra. L’attore ricorda molto bene il momento in cui il New York Magazine arrivò sulle scrivanie dei dirigenti della Paramount. All’inizio era molto dispiaciuto per lui, anche perché in una fotografia si vedeva la sua spalla, ma poi era contento di non essere stato annoverato tra quelli che Blum descritto come bambini terribili:

Ricordo che stavamo provando per Beauty in Pink e ricordo che ero seduto in quell’ufficio e pensavo: wow! L’articolo descriveva i miei colleghi come ragazzacci che volevano solo divertirsi alle feste e fare sesso. Pensi che sia una buona idea portare con te un giornalista quando sei alla festa? Probabilmente no, e penso che ognuno di noi abbia imparato la lezione molto presto.

Virginia Madsen e l’umiliazione della camicetta strappata

Anche nell’intervista a Variety Andrew McCarthy ricordava l’aria che si respirava a metà degli anni ’80. Era l’era del Ragazza materiale Di Madonna e tra i ragazzi di buona famiglia e dell’alta borghesia cominciò a diffondersi un certo snobismo. Forse era anche questo il motivo Classein cui l’attore ha condiviso la scena Ron Lowe E Jacqueline Bisset, ha avuto tanto successo. Di quel film Andrea Tuttavia, ricorda una cosa spiacevole: una scena in cui il suo personaggio le strappa accidentalmente la camicetta Virginia Madsen che poi si ritrova in topless. Nel 2013 l’attrice raccontò di quanto si sentisse a disagio in quella sequenza, insistendo sulla profonda misoginia del film. McCarthy lui è d’accordo con lei.

Fu molto spiacevole perché ovviamente all’epoca non c’erano coordinatori dell’intimità sui set cinematografici, ma si tratta anche di una scena in cui la camicetta di una ragazza viene strappata lasciandole il seno scoperto e alcuni ragazzi devono reagire come se fossero degli stupidi quindicenni vecchi. Questa era la scena e quindi doveva essere umiliante, e sicuramente non era stata gestita con la giusta sensibilità. Abbiamo anche dovuto ripeterlo alcune volte, quindi posso ben immaginare quanto sia stato orribile per Virginia.

Nonostante la scena con Virginia Madsen, Classe ebbe un successo strepitoso, guadagnando più del triplo del suo budget e aprendo così la strada Fuoco di Sant’Elmo. A quel punto i ragazzi e le ragazze del Pacchetto marmocchi erano tutti dipendenti da droghe e/o alcol. Sono appena uscito dalla riabilitazione Demi Moore era costantemente accompagnata sul set da una persona che si assicurava che non toccasse alcol. Andrew McCarthydal canto suo, doveva stare lontano dalla Vodka, che beveva come se fosse Coca Cola.

Bella in rosa: finale con la parrucca

Per McCarty l’avventura è continuata con Bellissimo in rosa. Senza raccontarvi nel dettaglio come sono andate le riprese del film, vi basti dirvi chi è il protagonista Molly Ringwaldche abbiamo recensito Riverdalelo pensava Andrea Fossa perfette per l’interpretazione Blaneil ragazzo ricco ed educato di cui il suo personaggio si innamorò, tanto da raccontarlo John Hughes che lo trovò dolce e poetico e per questo felicemente diverso da qualunque dandy sbruffone. Il produttore non era d’accordo e McCarty ha raccontato che gli è stato detto più volte che doveva andare in palestra perché era fragile e doveva diventarlo Sylvester Stallone E Arnold Schwarzenegger. Se accadesse oggi tutti griderebbero al body shaming, così come un plotone di donne protesterebbe contro il sessismo della scena Virginia Madsen e soprattutto per la mancanza di cautela sul set. Ultimo ma meno importante, l’attore ricorda con orrore che, quando si decise di cambiare il finale, decidendo che La Bella in Rosa avrebbe scelto Blanestava lavorando ad un altro film e aveva i capelli molto corti, quindi gli è stata regalata una parrucca:

Avevano fatto una parrucca per me ed era orribile e di scarsa qualità, e sembrava che avessi un nido in testa. Mi sono avvicinato a Molly con queste cose disordinate nella mia testa e ho sussurrato: “Ti amo”, ma alla fine il film era una favola e alla fine ho dovuto dare alla principessa quello che voleva.

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Oltre ogni limite e cocaina gettata nel wc

La parabola di Pacchetto marmocchi finito con Oltre ogni limitedal libro di Bret Easton Ellis Meno di zero:

Sul set di Meno di Zero circolava molta droga e non era certo un mistero. Erano gli anni ’80 ed era così. Ma proprio in quel momento Nancy Reagan iniziò la sua campagna antidroga Just Say No, e così fummo costretti a girare nuovamente un terzo del film e mostrare i bambini che scaricavano la cocaina nel water. Ma nessuno ha mai gettato la cocaina nel water! Se devi liberarti velocemente della cocaina, la sniffi tutta. La produzione non la voleva sul set e quindi il messaggio del film doveva essere: la droga è un male.

Ha anche recitato nel film Robert Downey Junior.che su quel set iniziò a fare uso di droghe durante le riprese, cadendo in una spirale nella quale rimase per diverso tempo, finendo anche in prigione per 6 mesi. McCarthy ha descritto la realizzazione di quel film, che non è stato riconosciuto da Eston Elliscome un momento brutto e buio: era la fine di un sogno e di un folle giro in giostra.

Andrew McCarthy era perseguitato dai ricordi di quel periodo, che lasciarono una cicatrice nella sua anima. Forse è per questo che ha deciso di dedicargli un documentario Pacchetto marmocchi. Per 30 anni l’attore, sobrio dal 1992, non ha voluto sapere nulla dei suoi ex compagni di festa, poi ha deciso di raccontarli e di parlare di sé. Sono nel film, disponibile ieri su Hulu Demi Moore, Rob Lowe, Emilio Estevez e altri membri del gruppo che parlano del bene e del male di far parte del Pacchetto marmocchi. Lo fanno rivolgendosi Andrew McCarthy, che assurge così al ruolo di confessore/psichiatra.

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