Claudio Brigliadori
01 luglio 2024
“Spazzatura”. L’inchiesta video di Fanpage su Gioventù nazionale, il movimento giovanile di Fratelli d’Italia accusato di razzismo e antisemitismo (due attivisti si sono dimessi), è diventata un caso nel merito e nel metodo. “Di regime”, secondo il premier Meloni, con Giovanni Donzelli che accusa il sito di “raccontare bugie”: “Non ci risulta che altre formazioni politiche, già colpite dalle loro inchieste, abbiano ricevuto lo stesso trattamento. Nessun altro è stato spiato in modo simile per mesi e mesi da una persona che si nascondeva dietro false generalità e che ingannava la fiducia di minorenni e ventenni”.
Ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo, su La7, Italo Bocchino è stato ancora più duro ed esplicito: «Innanzitutto dico che non sono d’accordo con i fatti emersi dall’inchiesta di Fanpage e quei ragazzi andrebbero buttati fuori. Dico anche che infiltrarsi tra i minorenni non è certo una bella cosa. E per questo tipo di giornalismo è giornalismo di m***a. La mia opinione ma questo è quello che penso». Collegato è Francesco Cancellato, che è il direttore di Fanpage.
Il dibattito, già acceso, deraglia quando lancia un altro tipo di accusa contro i giovani meloniani: il saluto dei gladiatori. «Hanno l’abitudine di usare questo tipo di saluto», dice Cancellato, provocando la reazione rabbiosa di Bocchino. «Ma scusa, non è vietato, non lo userei mai perché mi stringo la mano. Ma scusa, puoi spiegarmi cosa ti importa? E soprattutto, cosa ti dà fastidio?”.
C’è anche Lucio Caracciolo, il quale conferma che il saluto dei gladiatori non ha nulla a che vedere con il Duce, a differenza del più famoso saluto romano: «Esisteva prima del fascismo». E Bocchino esulta: «Per fortuna c’è Caracciolo, ti verrebbe voglia di cantare…».
