“Il governo andrà a fondo degli effetti avversi dei vaccini” – .

“Il governo andrà a fondo degli effetti avversi dei vaccini” – .
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“Il governo procederà fino in fondo per quanto riguarda gli effetti avversi dei vaccini, affinché lo Stato italiano si assuma le responsabilità che deve assumersi”. Le parole pronunciate ieri da Giorgia Meloni nella simpatica trasmissione televisiva “Fuori dal coro” sembrano strizzare ancora una volta l’occhio agli anti-vaxer. Ignorando non solo i grandi studi internazionali e nazionali che hanno dimostrato la sicurezza e l’efficacia dei vaccini anti-Covid, ma anche il fatto che il fondo per il risarcimento dei danni vaccinali è stato istituito nel 2022, quando era al governo Draghi.

Due grandi studi dimostrano l’efficacia degli antidoti, uno condotto dall’Oms con la collaborazione del Centro europeo per la prevenzione delle malattie, l’Ecdc, il secondo italiano, condotto dall’Iss. Il rapporto dell’OMS rivela che la vaccinazione ha prevenuto il 51% dei decessi attesi in Europa tra i soggetti di età superiore ai 60 anni nei primi 11 mesi della campagna vaccinale. Un valore in linea con i risultati dello studio Iss che sulla popolazione sopra i 12 anni mostra come i vaccini anti-Covid abbiano evitato oltre 22mila morti in Italia solo nei primi 9 mesi di somministrazione. Lo studio rivela inoltre che sono stati evitati 445mila contagi, 79mila ricoveri e quasi 10mila ricoveri in terapia intensiva.

I vaccini hanno quindi salvato innumerevoli persone, ma esistono anche prove chiare e concrete che sono sicuri ed efficaci nella stragrande maggioranza dei casi. Su questo non ci sono dubbi, così come sul fatto che i vaccini contro il Covid-19 possono causare effetti collaterali. Ritorna ancora una volta sull’argomento il più grande studio globale sulla sicurezza dei vaccini mai realizzato finora che è stato condotto su 99 milioni di persone, indagando i reali rischi per la salute. In particolare, la ricerca ha collegato queste vaccinazioni con piccoli aumenti di malattie che coinvolgono il cervello, il sangue e il cuore. Tuttavia, come specificano e sottolineano gli autori, le probabilità di contrarre una di queste patologie restano molto basse ed è importante ricordare che ricerche approfondite dimostrano che questi vaccini proteggono da malattie gravi, morte e sintomi prolungati del Covid-19. Il nuovo studio, l’ultimo degli 8 del progetto Global Covid Vaccine Safety (GCoVS) reso possibile con il supporto del CDC e dell’HHS statunitensi, è stato pubblicato sulla rivista Vaccine. Da quando l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la pandemia di Covid-19 nel marzo 2020, quasi 7 milioni di persone sono morte a causa della malattia, mentre sono state somministrate più di 13,5 miliardi di dosi di vaccini Covid-19. Con questi numeri è normale che, come accade per tutti i medicinali, si verifichino eventi avversi, che nel caso dei vaccini anti-Covid, come per gli altri medicinali in commercio, sono nettamente inferiori ai vantaggi ottenuti con la vaccinazione.

Per verificare gli effetti collaterali dei vaccini contro il coronavirus, i ricercatori hanno esaminato i dati del Global Vaccine Date Network, includendo così 99 milioni di persone vaccinate in otto paesi diversi. Da qui, hanno identificato potenziali collegamenti, chiamati “segnali di sicurezza”, entro 42 giorni dalla somministrazione del vaccino, al vettore virale o all’mRNA, confrontando i tassi di 13 condizioni mediche (neurologiche, ematiche e cardiache) dopo la vaccinazione con ciò che ci si aspetterebbe. vedere in assenza di vaccinazioni. Perché statisticamente è ovvio che tra centinaia di milioni di vaccinati possono verificarsi decessi o malattie gravi in ​​seguito alla vaccinazione, senza però avere nulla a che fare con essa.

Ebbene, «il rischio fino a 42 giorni dopo la vaccinazione era generalmente simile al rischio di fondo per la maggior parte degli esiti», scrivono gli autori dello studio, sottolineando che la loro analisi ha confermato le già note associazioni tra vaccini e bassi rischi di miocardite, pericardite, Guillain -Sindrome di Barré e trombosi dei seni venosi cerebrali.

Per i vaccini a vettori virali, il team ha scoperto un aumento statisticamente significativo dei casi di sindrome di Guillain-Barré, un raro disturbo del sistema immunitario che colpisce i nervi. Nel dettaglio, all’interno del gruppo che aveva ricevuto questo tipo di vaccino erano attesi 76 casi e ne sono stati osservati 190. Un aumento che non è stato osservato dopo i vaccini a mRNA. Dopo una prima dose del vaccino a vettore virale, in 69 eventi è stato osservato un rischio di trombosi del seno venoso cerebrale 3 volte maggiore del previsto, rispetto ai 21 attesi. I rischi erano 1,49 volte più elevati dopo la prima dose del vaccino mRNA e 1,25 volte superiore dopo le seconde dosi. Ricordiamo che nel marzo 2021 alcuni Paesi europei hanno sospeso o ritirato il vaccino AstraZeneca contro il Covid-19 dopo che l’analisi osservata versus attesa aveva identificato la patologia come un “segnale di sicurezza”.

Lo studio ha anche riscontrato un rischio più elevato di infiammazione del cuore, chiamata miocardite, dopo i vaccini a mRNA: questi istruiscono le cellule a produrre una proteina che assomiglia al nuovo coronavirus, per spingere il sistema immunitario a creare anticorpi per proteggere l’organismo e in rari casi questa risposta immunitaria può causare l’infiammazione del muscolo cardiaco. Inoltre, l’analisi ha dimostrato che dopo una prima dose di vaccini a mRNA, il rischio di pericardite, infiammazione del tessuto che circonda il cuore, era 1,7 volte superiore al previsto, ed è diventato 2,6 volte maggiore dopo una quarta dose.

Lo studio ha anche riscontrato un rischio più elevato di infiammazione del cuore, chiamata miocardite, dopo i vaccini a mRNA: questi istruiscono le cellule a produrre una proteina che assomiglia al nuovo coronavirus, per spingere il sistema immunitario a creare anticorpi per proteggere l’organismo e in rari casi questa risposta immunitaria può causare l’infiammazione del muscolo cardiaco. Inoltre, l’analisi ha dimostrato che dopo una prima dose di vaccini a mRNA, il rischio di pericardite, infiammazione del tessuto che circonda il cuore, era 1,7 volte superiore al previsto, ed è diventato 2,6 volte maggiore dopo una quarta dose. Tutte patologie dalle conseguenze pressoché nulle e che, a fronte delle centinaia di migliaia di vite salvate, fanno pendere l’ago della bilancia nettamente a favore dei vaccini.

 
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