La Consulta boccia la strada altoatesina della ripartenza dal Covid – .

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BOLZANO, 28 MAR – Il Consiglio ha dichiarato incostituzionale la legge provinciale dell’8 maggio 2020 sulla cosiddetta “via dell’Alto Adige” durante la ripartenza della pandemia. Lo rende noto l’avvocato di Bolzano Luca Crisafulli. “Il tempo è galantuomo”, commenta. Quattro anni fa il Consiglio provinciale di Bolzano approvò in seduta notturna con 28 sì, un no e sei astenuti la legge per accelerare la Fase 2 in Alto Adige. Prima del resto del Paese in Provincia di Bolzano, quindi, hanno riaperto prima i negozi e poi anche parrucchieri, bar, ristoranti e musei. “La crisi – disse allora in aula il governatore Arno Kompatscher – ha rappresentato una grande sfida per tante categorie, dalle famiglie alle imprese, e le prossime settimane saranno ancora difficili. La legge forse delude alcune aspettative, ma era giusto proseguire insieme su questa strada”. Il governo ha impugnato la legge provinciale. Ora la Corte Costituzionale (sentenza 50/2024) ha dichiarato l’incostituzionalità della legge provinciale 8 maggio 2020, n. 4, nella parte in cui sanzionava la violazione dell’obbligo incombente ai titolari e gestori dei servizi di ristorazione e di ristorazione di richiedere ai clienti l’esibizione della certificazione verde prevista dalla normativa statale. La Provincia – dichiara la Corte Costituzionale – non aveva giurisdizione in materia trattandosi di “profilassi internazionale”, materia di competenza esclusiva dello Stato, pertanto non poteva intervenire con proprie leggi. “Le sanzioni allora erano tutte illegittime, e di esse qualcuno dovrà sicuramente risponderne. Mi dispiace dire che un epilogo del genere era molto prevedibile”, commenta Crisafulli. (MANIGLIA).

 
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