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Gli incidenti sul lavoro possono essere evitati. Ecco come – .

Gli incidenti sul lavoro possono essere evitati. Ecco come – .
Gli incidenti sul lavoro possono essere evitati. Ecco come – .

(a cura dell’avvocato Francesco D’Amora e dell’avvocato. Federica Giannetti)

Le denunce di infortuni sul lavoro presentate all’Inail al 31 maggio 2024 sono state 251.132 (+2,1% rispetto a maggio 2023 ma in calo del 22,4% rispetto allo stesso periodo del 2022), con un incremento significativo il numero di malattie professionali denunciate, 38.868 (+24,0%). Si è registrato anche un incremento significativo degli infortuni occorsi in itinere (cosiddetti infortuni in tour); in particolare, le denunce di infortuni mortali (in particolare quelli conseguenti a infortuni mortali multipli) sono state 369 (+3,1%). I dati Inail appena pubblicati delineano uno scenario di incremento degli infortuni, che impone una riflessione sugli attuali strumenti normativi: sono adeguati? Quali innovazioni sono necessarie per prevenire la crescita degli infortuni correlati all’ambiente di lavoro?

Nel quadro normativo di riferimento, un elemento di discontinuità rispetto al passato è sicuramente rappresentato dal ricorso alla lavoro intelligenteAdottato dalle aziende durante la pandemia e ancora oggi ampiamente utilizzato, lavoro intelligente si tratta di una modalità di svolgimento della prestazione lavorativa che impone di ripensare il concetto di luogo di svolgimento della prestazione lavorativa e, di conseguenza, le norme relative agli infortuni sul lavoro, in particolare gli infortuni in tour.

L’impiego delle nuove tecnologie e la crescente digitalizzazione hanno reso sempre più instabile la definizione del luogo di lavoro e, di conseguenza, la delocalizzazione delle prestazioni ha oltrepassato i confini del cosiddetto workplace. lavoro intelligente il datore di lavoro deve infatti ignorare il luogo in cui si svolge l’attività lavorativa, imponendo al lavoratore solo limiti negativi, come quello di non lavorare in ambienti in cui non sia assicurata la riservatezza dei dati trattati dall’estero o a distanza eccessiva dalla sede aziendale per consentirne un rapido rientro, in caso di necessità.

A causa del mutamento del concetto di luogo di lavoro, è evidente la necessità di riscrivere la normativa sugli infortuni sul lavoro. Gli attuali strumenti, infatti, non sono adeguati al contesto in cui ci troviamo, limitandosi a utilizzare un’applicazione analogica dell’infortunio in tour per svolgere l’attività in lavoro intelligenteTale ragionamento, tuttavia, non tiene conto della discrezionalità assoluta del lavoratore in ordine alla scelta del luogo da cui operare o del mezzo di trasporto utilizzato, con problematiche connesse al rischio elettivo e alla sicurezza sul lavoro.

Tutto questo senza che il datore di lavoro e di conseguenza l’INAIL possano mappare i rischi infortunistici legati a questi spostamenti, proprio perché non esistono strumenti giuridici che consentano di gestire il fenomeno del lavoro da remoto.

Sarebbe quindi auspicabile un intervento legislativo che abbandoni il ragionamento analogico e ripensi le responsabilità del datore di lavoro in materia di salute e sicurezza, tenendo in debita considerazione l’impatto della libera scelta del lavoratore in tema di smart working.

La Corte dei conti ha inoltre proposto “le regole si aggiornano” tra gli ambiti in cui è necessario intervenire con urgenza per mitigare il fenomeno degli infortuni sul lavoro (oltre a rafforzare i controlli, potenziare il sostegno finanziario e ottimizzare le risorse). Le sfide che lo smart working lancia alle categorie tradizionali in termini di tutela antinfortunistica sono molteplici: i confini tra infortuni sul lavoro, infortuni in tour e i danni non risarcibili sono sempre più incerti, data la commistione di tempi e luoghi della vita privata e di tempi e luoghi del lavoro, il cosiddetto “porosità temporale”, specie per i “nomadi lavoratori digitali”.

È quindi necessario che il legislatore adatti la normativa di riferimento ai cambiamenti sempre più rapidi e significativi, determinati dallo smart working, adattando il concetto di infortunio in itinere anche al lavoro da remoto, introducendo limiti alla copertura INAIL e tracciandone meglio i confini. L’attuale situazione di vuoto normativo, al contrario, sembra favorire il rischio infortuni, come dimostrano i dati appena diffusi.

 
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