Coincidenze d’amore, la recensione del film con Meg Ryan e David Duchovny – .

Non lo definiremo Coincidenze d’amore (con il titolo originale molto più emblematico, e se vogliamo nostalgico, cioè Cosa succede dopo) un film pienamente riuscito, ma d’altro canto si comprendono le motivazioni che lo hanno spinto MegRyan volerlo dirigere. C’è da dire che non è una sua idea originale, nonostante l’abbia scritta insieme a Steve Dietz e Kirk Lynn. In effetti, il film nasce da un’opera teatrale Stella cadente firmato dallo stesso Dietz. Torneremo più avanti su quanto teatrale sia l’opera, ma è importante aprire la recensione cogliendo lo spirito con cui Meg Ryan ha diretto il film: l’attrice Gli anni Novanta (per eccellenza), e attrice (per eccellenza) delle grandi commedie romantiche che hanno contribuito a modificare la nostra educazione sentimentale, ha voluto infatti dare una sorta di risposta postmoderna a quei film che hanno segnato l’immaginario popolare.

Coincidenze d’amore: David Duchovny e Meg Ryan in una scena

Un po’ troppo goffo e un po’ troppo sbadato, Coincidenze d’amore ha senso se letto dalla giusta prospettiva: è tornata al cinema quasi dieci anni dopo il suo debutto alla regia con Itaca – L’attesa del ritorno (dimenticabile, ma c’era John Mellencamp nella musica), Meg Ryan dirige qualcosa che potrebbe persino demitizzare le sue stesse commedie romantiche, oltre a rielaborare (!) le sue personaggi scomposti sotto una coltre disillusa e dolorosa.

Coincidenze d’amore, la trama: ritrovarsi in un giorno che non esiste

All’aeroporto con Meg Ryan e David Duchovny

Allora perche Coincidenze d’amore è un film sul tempo. Tempo guadagnato, tempo perso. Tempo recuperato, in qualche modo, e poi consumato tra i cancelli di a aeroporto bloccato a causa di una tempesta di neve (l’aeroporto è tra le location tipiche delle commedie romantiche). Nessuno parte, nessuno atterra. Inoltre, la storia si svolge il 29 febbraio. Giorno sfuggente, che esiste ogni quattro anni. Poi, per caso e per destino, in un imprecisato aeroporto americano, mentre i voli vengono bloccati “fino a nuovo avviso”, Bill e Willa si rincontrano (David Duchovny e Meg Ryan). Vent’anni prima avevano avuto una relazione, finita in modo decisamente burrascoso. Entrambi hanno intrapreso strade diverse, tuttavia il ricordo del loro amore è rimasto vivido e focale: quando si incontreranno di nuovo, faranno il punto della loro vita.

L’amara evoluzione delle commedie romantiche

Contrariamente alle commedie romantiche che hanno segnato gli anni ’90, Coincidences of Love estende il suo sguardo verso due personaggi che, idealmente, possono invece esserne l’ideale prosecuzione. In questo senso il titolo originale spiega meglio il concetto: cosa succede dopo. Cosa succede quando l’amore smette di bruciare? Cosa succede quando il sogno finisce? Cosa succede quando gli anni passano e quelle vecchie commedie diventano il riverbero di una felicità lontanissima? La pièce originale, quindi, si adatta perfettamente alle intenzioni di Meg Ryan come regista e Meg Ryan come attrice (affidandosi ad un buon David Duchovny come controparte maschile, per un ruolo che gli si addica), intenti a realizzare una storia in cui si possa facilmente riflettere noi stessi. Una sorta di “resa dei conti”, tra sorrisi e lacrime, tra malinconia e rimpiantiperché poi le scelte fatte avranno un impatto retrospettivo di cui sentiremo sia il peso che la leggerezza.

Coincidenze d'amore 9

Coincidenze d’amore, l’altro lato delle commedie romantiche

Quindi, come accennato all’inizio dell’articolo, Coincidenze d’amore soffre terribilmente il suo climax frastornato, peraltro incastrato in uno spazio ristretto che, di fatto, ricorda una messa in scena teatrale: 104 minuti sono eccessivi, e la storia impiega quel tanto di tempo per entrare nello stato d’animo giusto (stabilizzandosi su un gioco al ribasso, ma del tutto funzionale al gioco amaro messo in circolo dal regista). Alcune scelte stilistiche, poi, rendono tutto a posto troppo ingenuoinserendosi in un linguaggio a volte infantile (i fiocchi di neve in apertura, che dovrebbero rappresentare Bill e Willa, gridano vendetta) e a volte esageratamente ingenuo. Tuttavia c’è una tenerezza di fondo, che sostiene lo spirito del film, riportandoci a quando le commedie erano solo commedie e il futuro non era ancora stato scritto.

Conclusioni

Per la sua seconda regia, Meg Ryan rivisita un pezzo teatrale, portandolo in una dimensione personale: in questo senso, Coincidences of Love sembra una sorta di risposta alle commedie romantiche degli anni ’90, decisamente più amare e disilluse. Se la coppia Meg Ryan e David Duchovny funziona, alcune scelte estetiche e narrative funzionano molto meno, perché fin troppo goffe e ingenue.

Perché ci piace

  • La presenza carismatica di Meg Ryan e David Duchovny.
  • L’obiettivo: ribaltare o evolvere il concetto di commedia anni ’90.

Cosa c’è che non va

  • Alcuni espedienti visivi al limite del rabbrividire.
  • Il film impiega troppo tempo per andare avanti.
 
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