Il Regno del Pianeta delle Scimmie, le nuove sfide della CGI e della performance capture – .

Il Regno del Pianeta delle Scimmie, le nuove sfide della CGI e della performance capture – .
Il Regno del Pianeta delle Scimmie, le nuove sfide della CGI e della performance capture – .

In occasione dell’uscita di Kingdom of the Planet of the Apes l’8 maggio, abbiamo intervistato tre tecnici WETA e artisti degli effetti visivi di sangue italiano: Emiliano Padovani, Alessandro Saponi e Giuseppe Tagliavini. Con le tecnologie CGI e Performance Capture ormai collaudate, come possiamo alzare il livello?

La cosa più sorprendente Il Regno del Pianeta delle Scimmieal cinema da8 maggioè ciò che non sorprende più: scusate il gioco di parole, ma il effetti digitali del film, realizzato in acquisizione delle prestazioni, CGI E tratto dalla vitamirano proprio a realismo e di non farsi più notare. Ciò non significa che non ci sia un enorme lavoro dietro ed è molto meno automatizzato di quanto si possa pensare: ne abbiamo parlato con il WETA in questo’colloquioe lo abbiamo fatto con tre tecnici e artisti italiani degli effetti visiviche opera nella famosa azienda da tempo immemorabile.

Il Regno del Pianeta delle Scimmie, l’intervista a Emiliano Padovani, Alessandro Saponi e Giuseppe Tagliavini

Il Regno del Pianeta delle Scimmie si svolge secoli dopo la fine della trilogia passata con protagonista Cesarequesta volta concentrandosi sulla giovane scimmia No e sul suo tentativo di opporsi a una tribù dittatoriale che va oltre gli stessi insegnamenti di Cesare. Sarà il caso di fidatevi dei pochi umani rimasti, sul pianeta dominato dai primati? Abbiamo discusso di tecnologia raffinata che alimenta e sostiene il film, in compagnia di Emiliano Padovani (Guarda supervisore sviluppo), Alessandro Saponi (Supervisore CG) e Giuseppe Tagliavini (Supervisore della composizione). Tre compiti per la WETA per creare sullo schermo quel puzzle di elementi che devono dar vita alillusione perfetta.

Tendiamo a farlo Ora do questi effetti visivi un po’ per scontati, ci siamo abituati anche come spettatori. Ma sono sicuro che ci siano nuove sfide, anche quando una tecnologia è ormai collaudata e tu l’hai utilizzata molto. Ci sono state nuove sfide nel Regno del Pianeta delle Scimmie?

Almeno nel campo in cui lavoriamo, comunque ogni progetto porta con sé un minimo di sfide dal punto di vista tecnologico. In questo caso per noi è venuto da uno trilogia precedentein cui sapevamo come creare i personaggi, ma abbiamo visto subito fin dall’inizio di questo film che il livello di interazione con determinati elementi, in particolare acqua, inondazioni, ecc. ecc., sarebbe stato un problema che non era stato affrontato prima. Per noi è stata una sfida non da poco, se vogliamo dirla così: l’idea di avere una quantità così grande di personaggi che devono interagire con fluidodinamica di un’alluvione, ed essendo non solo coerente ma anche plausibile, è stato sicuramente… motivo di interesse all’inizio. E poi ci sono tutta una serie di problemi che hanno più a che fare con il parte creativa o artistica. Il fatto che questo film appartenesse a un certo mondo, ma dovesse anche prenderne le distanze, perché è ambientato qualche secolo dopo… c’erano tutta una serie di considerazioni da fare per poterlo realizzare. evitare di riferirsi troppo alle saghe precedenti. Strizzando l’occhio a quanto accaduto prima, ma anche mostrando che si tratta di personaggi diversi, che c’è una situazione ambientale diversa e così via.

A proposito di personaggi, come te la cavi? realismo calibrato? È chiaro che i personaggi devono ricordare i movimenti reali delle scimmie, nel modo in cui si muovono. Ma a parte il fatto che parlano – e questo è chiaramente un elemento fantasioso – avete fatto alcune concessioni, alcune rompere con il realismo?

Nell’aspetto reale delle scimmie abbiamo comunque cercato di essere veritieri vicino all’immagine che abbiamo della scimmiaintroducendo tuttavia elementi più umani. Gli occhi non sono gli occhi di una scimmia, Per esempio. In realtà, secondo me, non serve molto. Nel momento in cui introduci anche solo uno o due elementi, che comunque sono lontani dall’immagine che hai di un gorilla, ad esempio, è sufficiente cambiare un po’ il punto di vista. Vedi, è un gorilla, ma c’è qualcosa che lo rende un po’ diverso. Diciamo che dal punto di vista estetico è un po’ un gioco di equilibri. Ma non è necessario andare troppo lontano. Perché i dettagli più piccoli sono solitamente quelli che percepiamo di più, consciamente o inconsciamente.
Fin dal primo film della nuova serie Il Pianeta delle Scimmie le scimmie si stavano evolvendo, nel primo film forse l’unica parola che Cesar disse fu “No”. Nel secondo film hanno parlato, poi sono passati a linguaggio dei segnicominciarono ad avere un certo vocabolario, ma erano ancora molto scimmieschi nei movimenti e poco a poco arrivò questo Evoluzione. In questo film consideriamo che ci sono state diverse – non si sa quante – generazioni, cento anni e più. Anche queste scimmie hanno avuto il loro tempo costruire la propria aziendaDi costruire la propria lingua. Anche per evolversi, non dico diventare più umani, ma forse un po’ più evoluti come le scimmie. Questo qui è, se volete, anche un espediente narrativo. Quando noi umani guardiamo queste scimmie non stiamo guardando un documentario, stiamo guardando personaggi che agiscono e ci coinvolgono. Siamo coinvolti in personaggi che hanno una certa profondità, che ci trasmettono emozioni umane. Mi è capitato recentemente di recensire a vecchio rendering che avevamo realizzato per uno dei vecchi film: era una scimmia vera, assolutamente realistica. Ma poi ci hanno detto: cosa ci facciamo, cosa ci diciamo? Con questo possiamo realizzare un bellissimo documentario, ma non c’è narrazione in quello specifico aspetto. Nel primo filmall’inizio, quando le scimmie vengono catturate nella giungla, gli occhi sono i veri occhi di una scimmiatutti digitali, sì, ma sono vere e proprie scimmie.

A questo proposito volevo chiedere, per quanto riguarda il ambientazioni naturali, e ce ne sono così tanti nel film, quanto c’è di vero? Quanto è stato effettivamente girato sul posto e quanto è stato ricreato in CGI?

Non possiamo dirti una percentuale esatta, ma ci sono molte riprese e molta CG. Molte volte c’è un ambiente completamente fisico sul set, ma c’è solo una minima estensione in CG, altre volte c’è una parte molto piccola del set e molte estensioni in CGI. Ed è qui che sta la difficoltà. Ci abbiamo provato confondere le personeè un piccolo gioco: Cosa è reale e cosa è falso? Insomma, avevamo tanti riferimenti, tante riprese in ambienti che non venivano usati, ma venivano usati come riferimento per luce e materiali. Quindi anche il CG parte da uno base totalmente realistica.

Ti capita di avere un rapporto diretto con gli attori, perché mi viene da pensare che in questo caso l’effetto visivo sia davvero molto legato anche all’interpretazione. Partiamo da uno acquisizione delle prestazioni, NO? Chi agisce deve davvero farlo comprendere gli effetti visivi, forse più che in altre circostanze. Hai aiutato il cast con le spiegazioni necessarie?

Questo è un lavoro che viene svolto principalmente sul setil ruolo del supervisore degli effetti era importante in questo caso, perché la maggior parte degli attori girava sul set tute per la performance capturequindi diventa importante che non solo il regista possa dare input su ciò che vuole, ma che ci sia anche un persona specifica. Uno dei nostri supervisori presenti lì spiega punto di vista tecnico e logistico cosa dovrebbe e NON dovrebbe essere fatto per far funzionare la computer grafica che ci metteremo sopra.

A livello di composizione finale ci sono alcune sequenze che già mi fanno venire il mal di testa come spettatore, immagino quelle in cui le scimmie combattono con un essere umano. Perché a quel punto è effettivamente necessario cancellare la performance capture per inserire la scimmia in questo groviglio, nella lotta. Come ti comporti in questi casi? Immagino che richieda a molto tempo.

Oh sì, la risposta è sì. E poi dicono che i computer fanno tutto! Dopo tanti anni da quando abbiamo iniziato, con Il Signore degli Anelli praticamente avevamo il personaggio sul set e lui è stato rimosso, abbiamo anche imparato qualcosa su come girare queste scene sul setpossiamo anche riprendere l’ambiente, quindi questo ci aiuta a rimuovere i personaggi [coprendo i buchi che si creano con l’ambiente vuoto ripreso a parte, ndr]. Quando litigano con uno persona realemolte volte in quel caso le scimmie sono più grandi di una personaabbiamo un vantaggio con la CG, tuttavia rimuovere la performance capture non è una cosa facile.
Ci sono anche casi in cui l’attore in realtà non è l’attore [ma un render, ndr].
Sono anche decisioni difficili da prendere in anticipo, perché alla fine poi quando lavori sull’inquadratura capisci quali sono i problemi specifici, quindi tipo: ah, qui mi serve il rendering di una mano. Per cercare di integrare il tutto nel miglior modo possibile.

Rimuovendo la parte di performance capture, immagino che vengano creati gli dei buchi, NO? Questi sono questi buchi coperto manualmente o ad esempio anche utilizzare controllo del movimento? [un sistema di ripresa che memorizza i movimenti di macchina eseguiti a mano e li ripete uguali in automatico: utile per creare una ripresa gemella ma vuota dell’ambiente, dopo aver girato la scena con attori o elementi da rimuovere, ndr]

Non è sempre possibile farlo con il controllo del movimento, ci sono tecnologie che possono essere utilizzate monitoraggio sull’acquisizione delle prestazioni. Molte volte quindi, visto che dobbiamo aggiungerefacciamo un primo testad esempio con l’animazione della scimmia e con il volume della pelliccia, e capiamo che forse non è necessario pulire tutto, basta pulire un piede, una gamba, un pezzetto di braccio dove si muove. Siamo fortunati le scimmie sono più abbondanti di un essere umano, a volte copri semplicemente ciò che trabocca. Il resto poi viene coperto da un compositing semplice, con la scimmia in cima. Non so se siano state fatte cose con Motion Control, forse no.

Come ultima domanda volevo chiedervi di cosa si trattava, se non ci sono spoiler, la sequenza più complicata da realizzarein cui hai detto: stiamo attraversando un periodo difficile qui!

Veniamo da tre dipartimenti diversi, ognuno aveva il proprio. In passato ci avevamo lavorato Avatarsul simulazione dell’acquae in altri film su cui abbiamo lavorato simulazione di scimmie e creature pelose. In Avatar avevamo l’interazione tra acqua e capelli, ma qui… qui l’abbiamo portata al massimo, dovevamo farlo metti insieme le due cose: simulazione di fluidi e simulazione di creature pelose anche con i capelli lunghi, come gli oranghi. Questi capelli devono interagire con l’acqua, per trovare il miglior realismo possibile. E richiede innanzitutto materiale di riferimento che non è così facile da reperire o da consultare, Non possiamo gettare la scimmia in acqua per vedere cosa succede! Dobbiamo provare a immaginarlo un po’, provare a simularlo, usare altri riferimenti per scoprire cosa succede, combinando cose che avevamo fatto separatamente su altri progetti. Qui dovevamo farlo fateli tutti insieme!

 
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