“Ratzinger era il mio candidato nel 2005, bloccai la mossa volta a bruciarlo” – .

“Ratzinger era il mio candidato nel 2005, bloccai la mossa volta a bruciarlo” – .
“Ratzinger era il mio candidato nel 2005, bloccai la mossa volta a bruciarlo” – .

Il candidato di Papa Francesco al Conclave del 2005 era Joseph Ratzinger, e proprio Bergoglio, che aveva raccolto un numero di voti sufficiente per bloccare l’elezione del tedesco, è intervenuto lui stesso per deviare i voti, sventare la manovra in corso per bruciare il suo nome e aprire la strada al pontificato di Benedetto XVI. Lo stesso Pontefice argentino racconta questi retroscena in un capitolo di un libro-intervista di prossima uscita in Spagna:Papa Francesco. Il successore” (edizioni Planeta), realizzato con il giornalista Javier Martinez-Brocale anticipato oggi dal quotidiano ABC.

I segreti del Conclave

Che Jorge Mario Bergoglio sia stato il secondo più votato all’inizio del Conclave del 2005, precedendo quello del 2013 che lo elesse, è noto, così come è noto il fatto che la confluenza dei suoi voti su Joseph Ratzinger abbia sbloccato le elezioni. Ma diverse ricostruzioni giornalistiche e storiche degli ultimi anni hanno sostenuto l’idea che il cardinale abbia avuto un ruolo chiave in questa operazione. Carlo Maria Martini. Il quale, da re creatoree quasi in concorrenza con il fratello gesuita argentino, pur avendo posizioni riformiste avrebbe convinto gli elettori di Bergoglio a votare per il futuro Benedetto XVI, molto più conservatore di lui, per evitare che, bruciato il nome del tedesco, ne emergesse un altro candidato (c’è chi ha sussurrato il nome del cardinale a questo proposito Camillo Ruini). Ora Papa Francesco, senza citare l’ormai defunto Martini (per il quale, negli anni, ha dimostrato sintonia e stima), racconta per la prima volta la sua versione di quella situazione. E se quello che succede nella Cappella Sistina è riservatissimo perché, come è noto, sotto segreto pontificio, Francesco ha fatto un appunto: «I cardinali giurano di non rivelare quello che succede in Conclave, ma i Papi hanno la licenza di raccontarlo».

40 voti su 115

E quindi Jorge Mario Bergoglio, allora arcivescovo di Buenos Aires, conferma che nel 2005 riuscì a raccogliere 40 voti su 115: «Sono bastati a rallentare la candidatura del cardinale Joseph Ratzinger perché se avessero continuato a votare per me, lui non sarebbe riuscito a raggiungere i due terzi necessari per essere eletto Papa”. Francesco chiarisce che l’obiettivo non era eleggerlo: «Non era questa l’idea di chi c’era dietro i voti. La manovra consisteva nel proporre il mio nome, nel bloccare l’elezione di Ratzinger e poi nel negoziare un terzo candidato diverso. Mi dissero, molto più tardi, che non volevano un Papa “straniero”». Bergoglio prosegue: «Mi stavano usando, ma dietro pensavano già di proporre un altro cardinale. Non erano d’accordo su chi sarebbe stato, ma avrebbero buttato fuori un nome.

La manovra è sventata

La “manovra”, come la chiama il Papa, ha preso forma tra la seconda e la terza votazione, il 19 aprile: “Quando me ne sono accorto nel pomeriggio, ho detto a un cardinale latinoamericano, il colombiano Dario Castillon: “Non scherzate con la mia candidatura, perché adesso vi dico che non accetto, eh? Lasciami qui”. E così Benedetto fu eletto”. «Era il mio candidato», aggiunge Jorge Mario Bergoglio. Secondo l’attuale Papa, nel 2005 Joseph Ratzinger “era l’unico che poteva essere Papa in quel momento. Dopo la rivoluzione di Giovanni Paolo II, che era stato un Pontefice dinamico, molto attivo, con iniziative, viaggiava… c’era bisogno di un Papa che mantenesse un sano equilibrio, un Papa di transizione”. Francesco prosegue: «Se avessero eletto uno come me, che fa tanto rumore, non avrebbe potuto fare nulla. In quel momento ciò non sarebbe stato possibile. Sono partito felice. Benedetto XVI è stato un uomo che ha accompagnato il nuovo stile. E non è stato facile, eh? Ha incontrato molta resistenza in Vaticano”. Perché secondo il suo successore, «con l’elezione di Joseph Ratzinger (lo Spirito Santo) diceva: qui comando io. Non c’è spazio di manovra”. Nel libro-intervista “Papa Francesco. El Sucesor”, in uscita nei prossimi giorni in Spagna, papa Francesco analizza in profondità il suo rapporto con il predecessore.

 
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