«L’alluvione di Dubai? Il “cloud seeding” non ha nulla a che fare con tutto ciò. Ti spiego di cosa si tratta e perché lo stiamo abbandonando” – .

«L’alluvione di Dubai? Il “cloud seeding” non ha nulla a che fare con tutto ciò. Ti spiego di cosa si tratta e perché lo stiamo abbandonando” – .
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DiCarlotta Lombardo

Professor Levizzani (Cnr): «La fecondazione artificiale delle nuvole funziona in laboratorio, ma in realtà è molto più complessa e costosa. Il problema è che sulla Terra è cambiata la circolazione dell’atmosfera”

Nuvole artificiali combattere La siccità. E il semina delle nuvole, letteralmente “cloud seeding”, una tecnica che stimola artificialmente la pioggia seminandola con sali particolari, come lo ioduro d’argento. Nato nel secondo dopoguerra, oggi è utilizzato negli Stati Uniti occidentali, Messico, Cuba, Israele e, sempre più, negli Emirati Arabi Uniti. Una possibile causa delle precipitazioni record che si è riversato il 16 aprile Dubai e parte della penisola arabica (oltre 140 millimetri di pioggia in 24 ore in un’area che ne riceve mediamente 95 in un anno), lasciando stupiti i meteorologi?

«Una voce che si è diffuso online perché gli Emirati Arabi Uniti, un Paese con pochissime piogge, stanno investendo molto semina delle nuvole, così come la Cina – chiarisce subito Vincenzo Levizzani, direttore della ricerca dell’Istituto di scienze dell’atmosfera e del clima del Cnr -. Il violento temporale a Dubai si tratta di un evento estremo legato al cambiamento climatico». Levizzani, 67 anni, professore di Fisica delle Nuvole all’Università di Bologna prossimo alla pensione, ha dedicato la sua vita allo studio delle nuvole. Appartengo a lui Quando fuori piove. Storia e futuro della pioggia, Il libro delle nuvole E Piccolo manuale per chi cerca il cloudtutto per il Saggiatore.

Professore, cosa è successo allora a Dubai?
«Il riscaldamento globale è responsabile del cambiamento nel modo in cui le masse d’aria si muovono nell’atmosfera e di conseguenza anche della formazione di sistemi precipitanti, come i temporali. Ciò che sta accadendo è che su tutta la Terra piove a livello globale la stessa quantità di acqua di una volta (2,1 millimetri all’anno su tutta la superficie, ed) ma la circolazione generale dell’atmosfera è cambiata per cui se prima pioveva nelle stagioni giuste questo non accade più. Non solo: i modelli climatici ci dicono che pioverà molto di più dove prima pioveva molto, mentre pioverà sempre meno dove piove poco. Le zone monsoniche saranno quindi interessate da piogge ancora più violente mentre il Corno d’Africa, dove le precipitazioni sono rare, vedrà piogge sempre meno. Anche negli Emirati Arabi Uniti si iniziano ad assistere a fenomeni estremi, sia in termini di precipitazioni molto abbondanti, intense e localizzate, sia di siccità prolungata”.

Cos’è il “cloud seeding”?
«Per comprendere questa tecnica bisogna fare riferimento alla fisica delle nuvole. Nelle nuvole, goccioline e cristalli si formano dalla condensazione del vapore acqueo quando questo raggiunge una saturazione superiore al 100% ma, ed è questo il punto, non solo per questo. Se nell’atmosfera avessimo solo vapore acqueo avremmo saturazioni del 300, 400% mentre avremmo saturazioni massime dell’1 o 2% sopra il 100%. In parole semplici non abbiamo la possibilità di formare nuvole solo con il vapore acqueo. Può essere fatto in laboratorio e non nell’atmosfera. La natura mette in circolo nell’atmosfera particelle di aerosol, cioè particelle di cloruro di sodio (sale) che provengono dalla superficie del mare, oppure di argilla e caolinite che provengono dalla degradazione dei suoli, come i deserti. Oppure che provengono dalla produzione umana, dal traffico veicolare, dal riscaldamento e dalle industrie. Queste particelle sono chiamate “nuclei di condensazione” o “nuclei di ghiaccio” e fanno sì che le goccioline di aerosol attraggano molecole d’acqua e formino goccioline o cristalli. Cioè assicurano che le nuvole possano formarsi quando c’è vapore acqueo con una saturazione del 101, 102%. Senza queste particelle non si creano le nuvole. L’uomo pensò di costruirne di simili in laboratorio e poi di collocarli tra le nuvole per aumentarne il potere precipitante”.

Perché non pensi che la forte pioggia di Dubai sia stata causata dall’inseminazione delle nuvole?
«Perché l’efficacia di questa tecnica è tutt’altro che provata, tant’è che le sperimentazioni di semina delle nuvole sono stati abbandonati un po’ ovunque nel mondo, anche da chi li praticava maggiormente. Fondamentalmente in una nuvola riesco ad ottenere un buon risultato, in quella accanto no perché tutte le nuvole sono diverse l’una dall’altra. Gli Emirati Arabi Uniti sono un Paese molto ricco, che ha deciso di investire nella ricerca scientifica di questa tecnica ma solo le pubblicazioni scientifiche che ne possono verificare l’efficacia possono dire se questi esperimenti hanno dei risultati. In fondo questa è fisica… Italia? Non so se lo usi.”

Quali sono i limiti di questa tecnica?
“Perché il semina delle nuvole la temperatura, la circolazione delle masse d’aria e l’umidità sono funzioni importanti. Non è possibile creare un’atmosfera completamente priva di nuvole. Per provocare la pioggia devo avere già delle nubi che devono essere un po’ inclini a produrre precipitazioni, condizione che si può capire solo dai modelli di previsione meteorologica, cioè se in un dato giorno si formeranno nubi in grado di produrre pioggia. In sostanza posso seminare nuvole che già esistono e che forse produrranno poca pioggia”.

Altri limiti?
“È molto costoso. Il “bombardamento” delle nuvole avviene tramite voli aerei e per ogni viaggio si spendono diverse migliaia di euro. L’aereo vola sopra la nuvola, quando è sopra di essa rilascia particelle di ioduro d’argento, il sale più utilizzato per seminarla. Sono barre prodotte artificialmente che, bruciate, producono particelle mentre in passato si utilizzavano razzi che venivano fatti esplodere all’interno della nuvola ma, ripeto, dobbiamo avere la possibilità di verificare che questa tecnica dia effettivamente dei risultati”.

18 aprile 2024 (modificato il 18 aprile 2024 | 16:03)

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