Elezioni Usa, attenzione alle donne: il voto sull’aborto potrebbe essere cruciale

Elezioni Usa, attenzione alle donne: il voto sull’aborto potrebbe essere cruciale
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Forse nessun altro paese al mondo è composto da così tante comunità etniche, religiose e culturali come gli Stati Uniti. Non è stato facile per nessun presidente, e non è facile nemmeno per Joe Biden, governare con equilibrio, cercando di non urtare la sensibilità di questo o quel gruppo. Un esercizio che diventa indispensabile nel bel mezzo di una competizione elettorale che si combatterà fino all’ultimo voto. In questo scenario di incertezza, le indagini mostrano come l’orientamento delle minoranze etniche e, più in generale, quello delle donne potrebbe risultare determinante. Donald Trump sta recuperando consensi tra afroamericani, ispanici e asiatici: anche venti punti percentuali in più rispetto al 2020, ma è in difficoltà con il voto femminile.

Il peso delle minoranze

Secondo uno studio di Centro di ricerca Pew di Washington, per le elezioni presidenziali del 5 novembre 2024, su 333 milioni di abitanti si registreranno 246 milioni e 50mila potenziali elettori. Non tutti andranno a votare, ma i bianchi costituiranno la maggioranza assoluta (64,8%), gli elettori afroamericani saranno intorno al 14%, gli ispanici il 14,7%, gli asiatici il 6,1%. A prima vista, quindi, la partita elettorale sembra essere nelle mani dei bianchi. Ma non è proprio così, perché negli USA non vince chi ottiene la maggioranza dei voti in tutto il paese. I cittadini nominano gli “elettori” Stato per Stato e saranno poi questi ultimi a nominare il nuovo capo della Casa Bianca. La mappa geopolitica degli Stati Uniti è tradizionalmente divisa in due blocchi tra democratici (California, New York e altri) e repubblicani (Texas, Alabama ecc.), ma nessuno dei due ha abbastanza delegati per eleggere il presidente. Biden e Trump dovranno conquistare i sette Stati dove domina l’incertezza. Sono i cosiddetti “swing states”: Arizona, Georgia, Michigan, Nevada, North Carolina, Pennsylvania, Wisconsin.

Gli «Swing States» fanno la differenza

Al momento, secondo le ultime rilevazioni raccolte da RealClearPoliticsTrump è in testa ovunque tranne che in Pennsylvania. Se le cose restassero così “The Donald” tornerebbe alla Casa Bianca. Il voto delle minoranze etniche potrebbe contribuire a ribaltare o confermare questi equilibri di potere. Gli afroamericani possono essere decisivi in ​​Georgia, dove rappresentano il 33% dell’elettorato, e giocheranno un ruolo importante in North Carolina (23%); Michigan (14%); Nevada (12%); Pennsylvania (11%). Gli ispanici, invece, potranno influenzare l’esito in Arizona (25% dell’elettorato) e Nevada (22%). Infine gli asiatici: presenza significativa in Nevada (11%), numeri minori altrove (4% in Arizona e Georgia; 3% in North Carolina, Wisconsin, Michigan e Pennsylvania). Ma da dove nasce l’insoddisfazione delle minoranze etniche?

Al momento, secondo gli ultimi sondaggi raccolti da RealClearPolitics, Trump è avanti ovunque tranne che in Pennsylvania.

Ucraina e Gaza: chi è con chi

Una prima pista porta alla politica estera di Biden. Il caso più evidente è il conflitto di Gaza. Il sostegno di Biden a Israele ha suscitato la rabbia di gran parte della comunità arabo-americana (3,7 milioni di persone). Ma il 46% dei bianchi, tra cui naturalmente i 5,8 milioni di cittadini della comunità ebraica, sostiene Israele senza riserve. Un sondaggio di Collegio Sienapubblicato da New York Times del 2 marzo 2024, riferisce che solo un quarto degli afroamericani, ispanici e asiatici si schiera con il governo di Tel Aviv, mentre circa il 30% è solidale con i palestinesi. Un dato che sembra essere in crescita oggi tra gli studenti universitari. Anche riguardo alla guerra in Ucraina, le tre etnie mostrano una certa freddezza nei confronti della strategia di Biden. Il 64% dei bianchi è d’accordo con l’invio di più armi a Kiev; la percentuale di neri, ispanici e asiatici si aggira intorno al 50%. Sul divieto di immigrazione è d’accordo con Trump il 53% dei bianchi, ma anche il 40% degli afroamericani, degli ispanici e degli asiatici. In realtà una ricerca pubblicata dal sito Statista nel febbraio 2024 indica quali sono le vere priorità per tutti gli elettori. I temiIn breve, che spostano i voti. Al primo posto c’è l’economia, seguita da sanità, immigrazione, cambiamento climatico, sicurezza nazionale e aborto.

Gli aumenti dei prezzi non perdonano

L’allarme sull’economia americana può sembrare un paradosso, alla luce dei dati fondamentali. Nel 2023 il prodotto interno lordo è cresciuto del 2,8% e l’inflazione è scesa al 3,5% (marzo 2024). Questa percentuale, apparentemente gestibile, copre una situazione molto diversa per le famiglie a basso reddito, colpite dal drammatico aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. L’anno più difficile è stato il 2022. All’improvviso negozi e supermercati si sono trasformati in campi minati: il prezzo del pane? Più 15%. Le uova? Più 49%. Burro? Più 34%. In media, cibo e benzina sono aumentati di prezzo del 10%, i trasporti pubblici del 23% (fonte visualcapitalist.com). Gli aumenti hanno eroso il potere d’acquisto di tutti i consumatori: bianchi, afroamericani, ispanici e asiatici. Due terzi di loro sono convinti che la situazione economica del paese sia terribile. Il 66% dei bianchi, il 56% degli afroamericani, il 71% degli ispanici, il 55% degli asiatici ritiene che oggi le cose siano peggiori rispetto a quattro anni fa, quando Donald Trump era alla Casa Bianca. (Fonte: Collegio Siena). Dal 2021 a oggi, infatti, l’inflazione media è stata del 5%, rispetto all’1,4% dell’era Trump. Vanno però considerati gli effetti sui prezzi causati dalla pandemia e dalle guerre in Ucraina e Gaza. Ma, evidentemente, la responsabilità per i consumatori spetta al governo di Washington.

Più occupazione, ma non per i neri

Negli ultimi mesi la crescita ha favorito le assunzioni. Solo nel marzo 2024 sono stati aggiunti 300.000 posti di lavoro e nel 2023 i salari sono aumentati, in media, del 4%. Il tasso di disoccupazione non è mai stato così basso: 3,7%. Ma i benefici non sono distribuiti equamente tra la popolazione. I dati diffusi dall’organismo federale, l’ Ufficio di Statistiche sul Lavorolo riferiscono la disoccupazione tra gli afroamericani è del 6,5%, quasi il doppio della media nazionale. Molto bene invece gli asiatici-americani con il 2,5%, mentre gli ispanici hanno raggiunto il 4,5%.E poi la casa: tutti si lamentano perché non possono comprare né affittare un appartamento. I più insoddisfatti sono gli afroamericani: nove su dieci. Quindi prezzi, lavoro, salari, alloggi. Sono questi gli ambiti su cui si sta erodendo il consenso su Biden, soprattutto tra gli elettori di diverse etnie. Il resto, guerre, immigrazione, sanità, sicurezza nazionale, resta sullo sfondo. Il presidente prova a reagire, recuperando margini sul voto femminile che, ovviamente, colpisce le donne bianche, afroamericane, ispaniche e asiatiche.

Votare sull’aborto può fare la differenza

Dal 1964 in poi, per quindici elezioni presidenziali, le donne elettori furono più numerose degli elettori (dati da Centro per le donne e la politica americana). Nel 2020 hanno votato 82 milioni di donne rispetto a 72,5 milioni di uomini. Nel 2016 Trump aveva ottenuto il 39% del suffragio femminile, ma quattro anni dopo quella percentuale era salita al 44%, con Biden al 55%. Un trend in crescita che però oggi vacilla. Uno dei temi chiave sarà l’aborto. Nel giugno 2022 la Corte Suprema ha annullato la storica sentenza «Roe v. Wade» (1973) che garantiva a tutte le donne americane il diritto di interrompere la gravidanza. Da quel momento ciascuno dei 50 Stati potrà regolarsi come vuole. Nel Paese si è acceso un aspro scontro sociale e culturale. Secondo i risultati di Centro di ricerca Pew, il 63% delle donne difende il diritto di scelta mentre il 35% vorrebbe che l’aborto fosse illegale (o quasi) ovunque. Non solo l’80% dei democratici, ma anche il 60% dei repubblicani moderati e addirittura il 27% dei più conservatori si dichiarano “pro-choice” (libertà di scelta per le donne). Inizialmente Donald Trump si era schierato con il campo “pro-life” (no all’aborto). Allora deve aver visto i sondaggi diffusi da Università di Quinnipiac: a gennaio 2024 il consenso femminile era sceso al 41%, a febbraio al 36%. A quel punto l’ex presidente è entrato in azione. I democratici stanno ora lottando per introdurre una legislazione che garantisca il diritto all’aborto a livello federalementre i conservatori si oppongono. Trump cerca di sottrarsi alla disputa: «Lasciamo che siano i singoli Stati a decidere come intervenire». Una posizione che rischia di scontentare le organizzazioni “pro-life” senza far breccia nel movimento “pro-choice”. Questo è il quadro attuale, con il processo Trump in corso, il maggiore sostegno di Biden all’Ucraina e un’escalation filo-palestinese nei campus universitari. Incertezze che potrebbero avere ancora un impatto sulle elezioni del 5 novembre.

 
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