Messico, un altro candidato assassinato mentre il Paese si prepara al suo primo “presidente” – .

Messico, un altro candidato assassinato mentre il Paese si prepara al suo primo “presidente” – .
Messico, un altro candidato assassinato mentre il Paese si prepara al suo primo “presidente” – .

Elezioni sanguinose Messico: il candidato sindaco della coalizione Morena-PT-PVEM, Israel Delgado Veraera assassinato mentre era nella sua casa a Cuitzeo, Michoacan, il giorno delle elezioni. Lo riporta il sito Riforma. L’assassinio di Delgado Vera si aggiunge ai numerosi altri che hanno caratterizzato il periodo precedente al voto: 37 candidati uccisi durante la campagna elettorale, il numero più alto nella storia moderna del Paese. Alle 8.00 locali sono aperti i seggi elettorali Elezioni presidenzialicosì come per quelli parlamentari e per una serie di elezioni locali. Delgado Vega, 35 anni, era candidato a sindaco della città di Cuitzeo: era fuori dalla sua casa nella località di San Juan Benito Juare, quando persone armate sono arrivate e gli hanno sparato diversi colpi di pistola.

Il Messico al voto

Il Messico è in corsa per le elezioni di oggi profondamente diviso: divisioni incolmabili, con i cartelli della droga che dividono il paese in una serie di feudi in guerra. L’atmosfera si sta riscaldando con un’insolita ondata di caldo, siccità, inquinamento e persino violenza politica. Le urne, aperte dalle 8.00 locali, le 16.00 in Italia, chiuderanno alle 18.00 ora locale, le 2.00 di notte in Italia. I risultati preliminari sono attesi entro le 21 locali, le 5 italiane di stasera.

Almeno lo sono 222 i seggi elettorali che oggi, in 11 diversi stati del Messico, non sono stati aperti perché non esistevano condizioni di sicurezza svolgere le elezioni in tutta tranquillità. Lo ha annunciato l’Instituto Nacional Electoral, precisando che il maggior numero di questi seggi si trova in Chiapas, 108, e Michoacán, 84. La presidente dell’INE, Guadalupe Taddei, ha poi assicurato che le forze di sicurezza sono state dispiegate in diverse località della il Paese per garantire che i cittadini possano votare, dopo una campagna elettorale caratterizzata da violenze e omicidi dei candidati e dei funzionari elettorali. “Se il seggio elettorale sarà aperto, state certi che ci sarà pace e sicurezza” per andare a votare, ha detto.

Una lunga scia di sangue

Secondo i critici del presidente uscente la politica di “Abbracci, niente balazo“, cioè abbracci e non pallottole, nell’affrontare la violenza dei cartelli non con la violenza, ma andando alla radice del problema, considerando la povertà e la mancanza di opportunità. Una politica infarcita messaggi contro gli USAe la politica di lotta internazionale ai cartelli della droga, sostenendo di non volerlo fare”il poliziotto per nessun governo straniero, il Messico viene prima di tutto“. Questa politica, però, avrebbe dato maggiore forza ai cartelli e ai gruppi criminali, facendo così salire alle stelle il numero degli omicidi e aumentare la violenza politica, soprattutto nei territori che sono stati teatro di scontri tra cartelli rivali, in occasione delle elezioni che a livello locale sono visti come un’opportunità per conquistare potere.

Secondo l’organizzazione per i diritti umani Data civica, quest’anno sono state uccise almeno 145 persone politicamente legate. Un terzo candidato si è inserito nella battaglia tra i due candidati principali, Jorge Alvarez Maynez, un deputato poco conosciuto di 38 anni, nominato presidente dal Movimiento Ciudadano lo scorso gennaio. A netta distanza da Galvez, Maynez ha resistito nelle ultime settimane agli appelli che gli sono arrivati ​​da più parti dal fronte dell’opposizione, invitandolo a ritirarsi per non disperdere i voti contro la coalizione di governo Morena.

Una lunga scia di sangue per un Paese ormai fuori controllo che fa da sfondo alla corsa alla presidenza, in questo turno dominato da due donne che porterà il Messico a eleggere per la prima volta una donna capo dello Stato. Si tratta delle elezioni più grandi nella storia del Paese, dato che in palio ce ne sono ancora di più 20mila posti tra Parlamento e posizioni locali. I favoriti per la presidenza lo sono Claudia Sheinbauml’ex sindaco di Città del Messico, da mesi in vantaggio a doppia cifra nei sondaggi, e Xóchitl Galvezsenatore dell’opposizione e imprenditore tecnologico, rappresenta una coalizione di partiti che storicamente hanno avuto poco in comune a parte la recente opposizione al presidente uscente Andrés Manuel López ObradorPigmalione di Sheinbaum.

Un “presidente” per un nuovo Messico

Quindi, qualunque sia il risultato che uscirà dalle urne, quando 99 milioni di elettori messicani avrà partecipato alle più grandi elezioni della storia del Paese, con in palio 20mila posti a livello federale e locale, di cui 128 seggi al Senato e 500 alla Camera – sarà un”Presidente” per assumere la guida della seconda economia dell’America Latina, che deve fare i conti con la crescente violenza dei cartelli criminali, la lenta crescita economica, la corruzione dilagante e una costante crisi migratoria. Sheinbaum si propone nel solco della continuità con i 6 anni dell’Amnlo, come viene chiamato il presidente uscente a cui la Costituzione vieta di ricandidarsi”.Le basi sono state gettate“, ha detto chiudendo la campagna mercoledì scorso nella piazza dello Zocalo della capitale.

In campagna elettorale, Sheinbaum, che i sondaggi danno fino al 20% di vantaggio, ha sottolineato la necessità di rafforzare alcune politiche nel campo dell’energia, della sicurezza e della lotta alla corruzione, senza mai criticare Amlo, che considerava il suo mentore politico. Ovviamente il messaggio di Galvez è stato completamente opposto, visto che ha scelto di chiudere la campagna a Monterrey, la città del nord nel cuore industriale del Paese: “Basta con le bugie! Dicono che il Messico sia migliore che mai e non è vero, il Messico vuole pace e tranquillità“, ha detto l’ex senatore, anche lui 61enne, che promette migliori programmi sociali, lotta alla corruzione e soprattutto alla criminalità.

La violenza ha segnato profondamente queste elezioni, anche nella fase finale, con il candidato sindaco della coalizione Galvez in una città dello stato di Guerrero che è stato ucciso, diventando il 36esimo candidato assassinato dall’inizio della campagna elettorale.

 
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