“Cari Meloni e Tajani, rinviate la presidenza del Consiglio Ue di Orbán” – .

“Cari Meloni e Tajani, rinviate la presidenza del Consiglio Ue di Orbán” – .
“Cari Meloni e Tajani, rinviate la presidenza del Consiglio Ue di Orbán” – .

Caro Presidente Melonicaro ministro Tajani,

Mi rivolgo a voi pubblicamente per sottoporre alla vostra attenzione una questione che mi sta molto a cuore e che, immagino, stia a cuore anche a voi, in quanto Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri di uno dei paesi fondatori dell’Unione Europea, e quindi particolarmente interessato alla tutela e alla tutela dei valori che sono all’origine dell’Unione.

Dal 1° luglio la presidenza del Consiglio dell’Unione europea dovrebbe essere assunta, sulla base di un meccanismo di rotazione, dall’Ungheria Viktor Orbán. Il Consiglio dell’Unione europea non è un organismo qualunque. È un’istituzione intergovernativa – non lo spiego a voi che lo conoscete, ma a chi leggerà questa lettera fuori dai palazzi – nella quale si prendono decisioni fondamentali per il futuro dell’Unione e delle sue politiche.

Dal 1° luglio – cito da una lettera del Movimento europeo di Italia, Spagna, Francia e Polonia ai vertici delle istituzioni europee – Viktor Orbán e i suoi dodici ministri (di cui una sola donna) dovrebbero coordinare l’azione dei ventisette I governi europei nelle riunioni degli ambasciatori, nei numerosi comitati che si fanno carico delle funzioni di controllo e di decisione delle burocrazie nazionali (sapendo che è lì che il peso burocratico risiede nell’Unione Europea e non nel servizio pubblico europeo) e negli incontri informali che “arricchiscono” ogni presidenza semestrale collaborando con il presidente del Consiglio europeo nella preparazione e continuità dei lavori dei capi di Stato e di governo.

Un ruolo di grande responsabilità e influenza, soprattutto per quanto riguarda la funzione legislativa e di bilancio dell’Unione, nelle mani di un governo e di un leader che ha orgogliosamente definito il suo Paese una “democrazia illiberale”, sottoposta a procedura di sorveglianza (ex 7.1 TUE) per evidenti violazioni dello Stato di diritto, e che utilizza continuamente il diritto di veto per bloccare decisioni per le quali i trattati richiedono l’unanimità, come minaccia ancora una volta di fare riguardo al sostegno all’Ucraina.

Come sapete, molte decisioni del Consiglio devono essere prese all’unanimità, e questa è una regola contro cui mi batto da decenni, poiché dà a ogni singolo Paese, anche il più piccolo, anche il più esposto alle influenze esterne, anche il meno democratico, il potere di bloccare i processi decisionali dell’intera Unione, minandone credibilità ed efficienza. Mi batto così tanto per l’abolizione del diritto di veto e per una maggiore integrazione europea che ho dato vita – non da solo, certo, ma sicuramente mettendoci il mio impegno – una lista per le prossime elezioni europee chiamata Stati Uniti d’America. Europa; ma questa è un’altra storia.

Molte decisioni si prendono all’unanimità, dicevo, ma ce n’è una che può essere presa a maggioranza qualificata, e riguarda la successione dei Paesi alla Presidenza del Consiglio dell’Unione: basterebbe modificare la decisione presa da Consiglio Europeo del 1° dicembre 2009, e rinviare la presidenza ungherese a dopo l’eventuale positiva risoluzione della procedura di sorveglianza ex art. 7.1. MAR. Non si tratterebbe di una sanzione, i trattati non la permetterebbero in questa forma, ma di una sorta di meccanismo di protezione e autotutela dell’Unione stessa sui propri valori, paragonabile a quanto avviene con le condizionalità sulle questioni di bilancio. La Polonia di Tusk assumerebbe la presidenza del Consiglio, con i vantaggi che sono sotto gli occhi di tutti. Sarebbe anche un messaggio forte ai paesi membri e ai paesi candidati sulla necessità che tutti rispettino lo Stato di diritto come prerequisito per partecipare all’Unione, beneficiando del mercato unico e dei finanziamenti europei. Si può quindi fare. Ma vuoi farlo? Qui la questione smette di essere procedurale e diventa politica. Si può fare se qualcuno (in tempi brevi, perché il tempo stringe) prende l’iniziativa in tal senso e collabora con i capi di Stato e di governo che siedono nel Consiglio europeo per costruire una maggioranza qualificata di Paesi attenti ai valori che sono la base fondare l’Unione. Chiedo quindi che il Governo italiano prenda rapidamente questa iniziativa coinvolgendo gli altri Paesi membri.

 
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