La Tunisia è una polveriera. Il libro-reportage di Sara Giudice – .

La Tunisia è una polveriera. Il libro-reportage di Sara Giudice – .
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“Quando il Rivoluzione dei gelsomini, mi ero laureato circa un anno fa e cominciavo a muovere i primi passi nella professione giornalistica. Osservavo le immagini dei ragazzi tunisini che litigavano e in alcuni casi morivano in piazza e sognavo di poter raccontare le loro storie, registrare le loro voci. Di esserci e vivere in prima persona, con loro, quell’esperienza di resistenza e ribellione. Posso dire che l’inizio della Primavera Araba è stato l’elemento che ha segnato definitivamente il mio approccio al mondo del giornalismo, la miccia della mia inequivocabile passione per la professione di reporter”.

Sara Giudice, milanese, classe 1986, dice questo a proposito del suo libro Polveriera Tunisia. Cronache di un Paese al collasso, appena uscite da Rizzoli. Un saggio che non è altro che un reportage vecchio stile, andando per luoghi, incontrando persone, trovando notizie e facendo dire ai protagonisti quello che nessun altro era riuscito a far emergere. Giudice ha iniziato la sua carriera nella televisione americana Classe Cnbc e ha scritto per giornali e riviste nazionali. Dal 2015 a La7 e? inviato da Una piazza pulita. Ha svolto indagini e relazioni. Per il suo racconto sulla rotta balcanica e il viaggio dei migranti ha vinto il premio internazionale Marco Luchetta. Nel 2022 scrive per Rizzoli, con Vera Politkovskaja, Una madrededicato alla figura di Anna Politkovskaja.

Ora, dopo aver affrontato il cinico freddo della Russia di Putin, scende in un Mediterraneo sempre più incandescente. Una terra pronta ad esplodere a poche miglia dalle coste siciliane. Un reportage che, ripercorrendo gli ultimi dieci anni di una democrazia fragile e instabile, documenta sul campo le tensioni che rischiano di avere ricadute dirette sui paesi europei, primo fra tutti l’Italia.

Dopo aver acceso la miccia della Primavera Araba, la Tunisia e? è stata l’unica nazione del Nord Africa e del Medio Oriente ad avviare un processo di transizione democratica. A dieci anni dalla Costituzione adottata dopo la cacciata di Ben Ali?, quel processo già fragile e faticoso, aggravato dalla crisi economica, dall’inflazione galoppante e dall’afflusso sempre più massiccio di africani subsahariani, ha subito una pesante regressione. Sara Giudice ci guida in un Paese che oggi è nel caos anche nelle sue azioni quotidiane più fondamentali come garantire i beni di prima necessità, schiacciato dalla crisi, infiammato dalle proteste, amareggiato dal razzismo nei confronti dei migranti sub-sahariani, sempre più sedotto dalle tentazioni islamiste.

“Sono entrata in punta di piedi per parlare della Tunisia, per un anno ho fatto su e giù da Roma a Tunisi e ho avuto la fortuna di incontrare tante persone che mi hanno aiutato a capire la cosa più importante che mi sento di dire: la Tunisia non potrà mai essere davvero pienamente capito, ogni volta che ero sicuro o quasi di aver colto una dinamica, succedeva qualcosa che contraddiceva o comunque allargava l’orizzonte e lo rendeva inevitabilmente più complesso” spiega l’autore.

“Vedere un Paese pieno di incredibili risorse e appena dodici milioni di persone sprofondare nella povertà senza un piano per il futuro è doloroso e deludente. Sul tavolo del futuro ci sono tante parole, piani di sviluppo Marshall e infinite promesse. La realtà, però, purtroppo è fatta di prefetture bloccate e burocrazie lunghissime per chi vorrebbe venire in Italia o in Europa con un regolare permesso di soggiorno. Mi scuso se inevitabilmente, nel mio libro, sono stati omessi alcuni passaggi importanti della storia di questo Paese: la scelta è stata quella di privilegiare le singole storie e le singole vite, per farle uscire dall’ombra, cercando, attraverso le loro voci, di comprendere la Tunisia. e la sua gente”.

Il libro

Magazzino delle polveri Tunisia. Cronache di un Paese al collasso

di Sara Giudice

Rizzoli, pagg. 240, 19 euro

 
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