La Via del Guerriero

La Via del Guerriero
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Amici e libri: un ragazzo non potrebbe avere compagni migliori. Ma mentre gli amici cambiano nel tempo, i libri restano sempre gli stessi: ciò che cambia è la distanza che poniamo tra noi e loro. Un libro che resta stabilmente sulla sua scrivania da più di vent’anni e continua ad emozionarlo ogni volta che ne sfoglia le pagine è il Hagakure di Yamamoto Jocho. Questo è il libro che lo ha aiutato a tenere insieme la sua solitudine e il suo atteggiamento anacronistico e in cui ha ritrovato la ragione che più di ogni altro gli dava la forza di vivere. Come tutte le opere che si fondano sulla critica della contemporaneità, in Hagakure Yamamoto Jōchō condanna le mode stravaganti delle epoche Genroku e Hōei e presenta il suo ideale – utopico – di libertà e felicità. Allo stesso modo, ti dice che l’energia è buona e l’indecisione è cattiva. Per questo «di fronte a una questione di vita o di morte, è molto meglio decidere di morire il prima possibile. Non è una decisione complicata da prendere: ti prepari e procedi”. Quindi se da un lato la rinuncia alla vita garantisce un livello minimo di virtù, dall’altro valutare correttamente se si tratta di vita o di morte porta con sé una lunga catena di riflessioni e il miglioramento incessante della capacità di giudizio. IL Hagakurecon le sue ciglia, i suoi rimproveri e la sua gelida bellezza, diventa così una fonte inesauribile di vitalità…

Chiunque si avvicini alla lettura di questo saggio deve tenere conto che gli verrà chiesto uno sforzo non indifferente. Infatti, se la struttura dell’opera è semplice, con un susseguirsi di annotazioni di Yamamoto Jōchō (un guerriero che abbracciò la vita religiosa dopo la morte del suo daimyo) e commentati dall’autore, e il traduttore ha cercato di rendere al meglio i passaggi più difficili, è necessario affrontare i contenuti da un duplice punto di vista. Certo che lo è Hagakure si tratta di una sorta di galateo per i samurai del 1700 circa, mentre il commento dell’autore è immerso nella realtà del Giappone del dopoguerra, che sembra incapace di rilanciare un modello culturale nazionale e privo di quelle doti di orgoglio e coraggio che lo caratterizzano. caratterizzato le epoche precedenti. Proprio perché il Giappone è sceso a compromessi, soprattutto con la propria coscienza, il samurai – che invece rifiuta i compromessi – è il punto di riferimento quasi obbligato per l’autore. Come ha osservato il traduttore e saggista Francesco Saba Sardi, a chi sceglie come modello il samurai e il suo codice di comportamento, la morte apparirà “irrilevante” finché egli sarà in vita, ma non sarà vana in quanto rivelazione suprema che viene raggiunta in quel momento distrugge il tempo e permette di sperimentare la propria carne, il residuo irraggiungibile, in un istante fulmineo, anche se solo attraverso il dolore finale.

Tag: Guerriero Mangialibri dieta

 
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