3 libri sul ruolo fondamentale dell’ostetrica – .

Nel nostro Paese è una convinzione molto radicata: che la figura professionale specializzata nel seguire la gravidanza e il parto sia il ginecologo.

Questa non è solo un’idea astratta: Il 70% delle mamme intervistato da Ipsos per il rapporto “I funamboli” di Save the Children nell’aprile 2023 dichiarava di affidarsi al ginecologo “per ricevere informazioni riguardanti la cura propria e del bambino che portava in grembo”.

Tuttavia, le prove scientifiche e le esperienze di molti paesi ci dicono dove ostetriche (che i francesi chiamano sage-femmes) per accompagnare le donne incinte durante le 40 settimane di gestazione e prendersi cura del parto – se la gravidanza è fisiologica e procede senza complicazioni, l’assistenza migliore è quella fornita dal ginecologo.

Ogni anno dal 1991 si festeggia il 5 maggioGiornata internazionale delle ostetricheIL Giornata internazionale dell’ostetricaper onorare questa figura fondamentale nella cura della riproduzione e rimetterla al centro del quadro, ricordando come e perché Migliorare e rafforzare l’assistenza ostetrica può essere un veicolo di empowerment e diritti per tutte le donne.

Quest’anno il tema scelto da Confederazione Internazionale delle Ostetriche è strettamente legato a quello del cambiamento climatico e di strategie per migliorare la salute e la condizione delle donne. “Le ostetriche, in quanto fornitrici di cure e sostenitrici della salute sessuale e riproduttiva delle donne – si legge sul sito del Royal College of Midwives – sono attori chiave nella progettazione di sistemi sanitari resilienti in grado di resistere ai peggiori impatti dei cambiamenti climatici, fornendo servizi sanitari sostenibili dal punto di vista ambientale e responsabilizzare le donne a prendere decisioni a beneficio di se stesse, delle loro famiglie, dei loro coetanei e del Pianeta. Le ostetriche sono attiviste per il clima”.

Anche se le ostetriche stesse potrebbero non considerarsi parte della soluzione climatica, continua l’ICW, “è ovvio che il modello di assistenza ostetrica è rispettoso dell’ambiente. Le prove dimostrano che la continuità dell’assistenza ostetrica porta a risultati ottimali e sicuri utilizzando meno risorse, con conseguente riduzione degli sprechi sanitari e di un’impronta ecologica ridotta”.

Vogliamo unirci a celebrare queste figure e a ricordarne l’importanza, suggerendovi 3 libri su ostetricia, gravidanza e riproduzione.

Uterodi Leah Hazard, Ponte alle Grazie Editore, 400 pag., € 19,80

Tutto inizia da qui: dal luogo da cui tutti veniamo. Il luogo che è il centro e il cuore del lavoro dell’ostetrica e su quali credenze e concezioni si fondano il modo in cui affrontiamo la femminilità, la gravidanza e il parto. Leah Hazard, dal suo punto di vista non solo come ostetrica ma anche come giornalista e autrice, ricostruisce una “storia culturale e politica dell’organo più discusso e meno conosciuto”.

L’utero sterile di una donna che non ha ancora avuto la prima mestruazione, l’aborto spontaneo e volontario, le malattie, il taglio cesareo, il microbiota, l’orgasmo, le contrazioni, la menopausa: Hazard – attraverso evidenze scientifiche e testimonianze dirette – ripercorre tutte le esperienze che si costruiscono attorno al grembo maternoin un viaggio tra passato, presente e futuro sia a livello individuale, scientifico e socio-culturale.

Chiama l’ostetricadi Jennifer Worth, Sellerio, 504 pag., €15

Il primo di una serie di romanzi scritti da Jennifer Worth per raccontare le sue memorie – che la BBC ha trasformato nella serie tv Call the Midwife – è il cronaca, basata sul diario dell’autore, dei giorni di una “ostetrica” nell’East Side di Londra all’inizio degli anni ’50.

Dal convento di Nonnatus House, seguiamo la protagonista che sfreccia in bicicletta per le strade affollate e sporche delle Docklands, in un ritratto esplicito e onesto, ma sempre delicato e toccante, delle esistenze proletarie e dell’incontro con luoghi carichi di ingiustizia, povertà e sofferente ma anche estremo umanità e speranza.

Generare, partorire, nasceredi Nadia Maria Filippini, Viella, 352 pag., €29

Il modo in cui conosciamo e concepiamo la nascita e il partoo oggi è quella che potremmo definire un’invenzione contemporanea. Non è sempre stato così, anzi. Capire come (e perché) è cambiato nel tempo è fondamentale capire dove siamo e come ci siamo arrivatiper capire dove stiamo andando e come correggere le distorsioni che le cronache e le esperienze delle donne ci raccontano ogni giorno.

Nadia Maria Filippini ripercorre questa storia attraverso un arco temporale molto lungo (“dall’antichità alla provetta”) dalla fondazione del discorso medico-scientifico nell’antica Grecia al nostro presente e alla rivoluzione nelle tecnologie riproduttive del Novecento, passando per la svolta operata dal Cristianesimo, l’affermazione della figura del chirurgo-ostetrico e della biopolitica nel Settecento e quella che è stata definita “la medicalizzazione del parto”.

Muovendosi su due livelli (quello dei “problemi” e quello dei “nodi storici”), l’autore esplora i diversi aspetti culturali, sociali, religiosi e le norme che essi produconocon una prospettiva di genere che muove dalla contrapposizione del potere femminile delle ostetriche al potere “scientifico” dei medici (maschi) fino alle forme di disciplinamento del corpo femminile.

Maternità

di Costanza Giannelli
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